Germania, cosa c’è nel programma della Cdu su economia, energia e clima

Dopo lo scivolone sui migranti, in Germania la Cdu torna a puntare sul suo cavallo di battaglia tradizionale: l'economia.Tutti i dettagli

Feb 7, 2025 - 07:36
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Germania, cosa c’è nel programma della Cdu su economia, energia e clima

Dopo lo scivolone sui migranti, in Germania la Cdu torna a puntare sul suo cavallo di battaglia tradizionale: l’economia.Tutti i dettagli

Se c’era bisogno di un segnale forte dopo la scivolata parlamentare sulla legge anti-immigrati, Friedrich Merz e la Cdu lo hanno lanciato con decisione: un programma immediato, quindici progetti chiave, cento giorni per imprimere una svolta netta alla Germania. A cominciare dal punto più dolente del governo uscente che si vuole rimpiazzare: l’economia.

Il palcoscenico è stato quello del congresso del partito, durante il quale la Cdu e la consorella Csu con la presenza del suo leader e presidente della Baviera Markus Söder hanno mostrato compattezza attorno al candidato cristiano-democratico: nessuno scollamento, nessuna defezione, che risulterebbero letali a poco meno di tre settimane dal voto. Non c’era apprezzamento per i distinguo di Angela Merkel, il cui nome ora compare ora sui cartelloni dei manifestanti di sinistra, che a migliaia hanno invaso le strade delle città tedesche per protestare contro il presunto abbraccio della Cdu con l’estrema destra.

ECONOMIA E MERCATO TORNANO IN PRIMO PIANO

Nessun abbraccio, nessuna collaborazione, hanno assicurato i leader centristi dal palco del congresso di Berlino, anche se la legge che mira a strozzare l’immigrazione clandestina sarà presente nel pacchetto dei cento giorni.

Ma prima di tutto viene l’economia, perché Olaf Scholz e i suoi ministri rosso-verdi (in verità con la complicità dei liberali, che poco hanno inciso nelle politiche economiche ed energetiche del governo semaforo) hanno riportato la Germania alla condizione di malata d’Europa. Le cose non sono in verità così semplicistiche, come le descrivono i dirigenti della Cdu (oggi ad esempio si scontano molti ritardi accumulati negli ultimi anni dei governi Merkel), ma la campagna elettorale non è tempo di sottigliezze. L’ambizione di rimettere l’economia del paese in carreggiata non manca e il messaggio è chiaro: basta con le mezze misure, basta con l’immobilismo. La Germania ha bisogno di una scossa per tornare a essere un gigante economico, e la Cdu intende fornirgliela.

LOTTA ALLA BUROCRAZIA: VIA LACCI E LACCIUOLI

Il punto centrale dell’agenda economica della Cdu è la rimozione degli ostacoli che, secondo il partito, stanno soffocando la competitività del paese. La burocrazia verrà drasticamente ridotta, e anche il governo darà il buon esempio, dimezzando il numero dei commissari governativi. Inoltre, verrà abolito l’orario di lavoro massimo giornaliero in favore di un limite settimanale, offrendo così maggiore flessibilità alle imprese e ai lavoratori.

La riduzione delle tasse rappresenta un altro pilastro fondamentale. Il piano prevede una drastica diminuzione della tassa sull’elettricità e delle tariffe di rete, con sgravi specifici per gli agricoltori. Anche la ristorazione beneficerà di un alleggerimento fiscale, con l’IVA che scenderà dal 19% al 7%, tornando dunque al livello degli anni precedenti l’ultimo governo.

E poi, ovviamente, la spesa pubblica: la Cdu non intende mettere mano al freno al debito, ma piuttosto eliminare i sussidi ritenuti inutili e dannosi. Meno assistenzialismo, più investimenti in infrastrutture, istruzione, digitalizzazione e difesa. Una strategia che inevitabilmente farà storcere il naso a chi beneficia di un sistema statale ridondante, ma che per Merz rappresenta l’unico modo per rilanciare la Germania nel lungo periodo.

RITORNO AL NUCLEARE E PRAGMATISMO CLIMATICO

Un altro asse portante della politica economica della Cdu riguarda l’energia, e qui il partito non usa mezzi termini: la transizione ecologica attuale è insostenibile, i costi sono troppo alti e l’industria tedesca ne sta pagando il prezzo con la fuga delle aziende all’estero. La soluzione? Un deciso ritorno al nucleare e l’abbandono dei sussidi per le energie rinnovabili.

Nel dettaglio, i cristiano-democratici vogliono riaprire il dibattito sull’energia atomica e investire massicciamente nella ricerca di nuovi tipi di reattori. Le centrali a carbone, invece, potrebbero continuare a funzionare, ma solo se i gas serra prodotti verranno immagazzinati nel sottosuolo invece di essere rilasciati nell’atmosfera. Il principio guida è chiaro: il prezzo e il mercato devono essere le vere leve della politica climatica, non regolamenti soffocanti e obiettivi irraggiungibili.

In questo contesto, la Cdu propone un approccio più realistico anche sul fronte della neutralità climatica. La Germania deve rimanere un paese industrializzato e competitivo, e non può permettersi di correre più velocemente degli altri verso la decarbonizzazione. Se l’Europa punta al 2050, perché la Germania dovrebbe anticipare la scadenza al 2045? Non è intelligente essere i primi della classe quando si scivola agli ultimi posti in economia.

LE CRITICHE DEGLI AVVERSARI (E POSSIBILI PROSSIMI ALLEATI DELLA CDU)

Il programma d’azione della Cdu ha già suscitato aspre critiche da parte della Spd e dei Verdi, segno che le trattative per un’eventuale coalizione saranno tutt’altro che semplici. Se i sondaggi continueranno a non dare segnali di forti cambiamenti, tutto lascia prevedere che sarà attorno a queste tre forze che ruoterà la composizione del prossimo governo. La forte polarizzazione delle ultime settimane sta lasciando strascichi che sarà più complesso (naturalmente non impossibile) ricucire. Ma per Merz e il suo partito, il tempo delle mezze riforme è finito. La Germania ha bisogno di un cambio di passo deciso, e la Cdu si candida per guidarlo.