Ma quale nuova era?! Il Sanremo di Conti segue il rituale di Amadeus

Fabio Fazio non potrà più ospitare il vincitore del Festival di Sanremo il giorno dopo la finale (glielo vieta la nuova regola della Rai) ma il conduttore e direttore artistico alla vigilia della kermesse sì. Ed ecco che Carlo Conti, come Amadeus lo scorso anno, domenica sera – a 48 ore dalla prima serata di Sanremo – sarà in collegamento a Che Tempo Che Fa sul Nove.

E a pensarci bene, questa nuova era del Festival della Canzone Italiana non si scosta più di tanto dalla precedente, anzi: in molti aspetti ne è una (sacrosanta) continuazione. Un rituale, messo a punto da Amadeus, che Conti segue quasi alla lettera. L’ospitata da Fazio è soltanto l’ultimo tassello di un puzzle che ormai si compone a memoria: dagli annunci al TG1 alle co-conduzioni diverse ogni sera, passando per la scelta dei Big in gara che strizza l’occhio ai nomi più ‘streammati’ del momento e lo show ‘alternativo’ sul palco di Piazza Colombo.

E se guardiamo alle novità, ecco che vere e proprie novità di fatto non sono: via i monologhi, ma non c’erano nemmeno un anno fa; vengono reintrodotte le Nuove Proposte, ma c’erano anche nel 2020 e 2021 nei prime due Sanremo di Amadeus; così come viene riproposto il Dopofestival, che si rifà allo show di Fiorello, con tanto di glass box difronte al Teatro Ariston.

Sulla carta, dunque, parlare di svolta appare piuttosto fuorviante. D’altronde, la rivoluzione non l’ha fatta neppure Amadeus, ma c’ha messo molto di suo per ‘eventizzare’ ancora di più il Festival e l’intera città ligure, sfiorando talvolta anche il paradosso: lui, con abito delle grandi occasioni, in pieno giugno in studio al TG1 ad annunciare che Chiara Ferragni otto mesi dopo sarebbe stata al suo fianco sul palco dell’Ariston.

Conti no, neppure per l’annuncio dei co-conduttori a meno di un mese dalla settimana ‘santa’ di Rai 1 si è scomodato dall’angolo di casa a Firenze, quasi a voler normalizzare il tutto, rendendolo però anche noiosetto. Ma anche questo, se vogliamo, può essere un paradosso. Però Sanremo è Sanremo e da martedì 11 febbraio tutto potrà cambiare. Non troppo, s’intende.

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