“Amati Forte” e la poesia dei cuori infranti: Intervista a ELLEN
In bilico tra surrealismo, amarezza e romanticismo, il mondo musicale di ELLEN è un mosaico di emozioni contrastanti. Con il nuovo progetto, l’artista ci trasporta in un valzer intimo e salato, un mix di cuori infranti e poesia. Nell’intervista, l’artista si racconta senza filtri, condividendo il legame tra la sua musica e l’immaginario di opere […] The post “Amati Forte” e la poesia dei cuori infranti: Intervista a ELLEN appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.
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In bilico tra surrealismo, amarezza e romanticismo, il mondo musicale di ELLEN è un mosaico di emozioni contrastanti. Con il nuovo progetto, l’artista ci trasporta in un valzer intimo e salato, un mix di cuori infranti e poesia. Nell’intervista, l’artista si racconta senza filtri, condividendo il legame tra la sua musica e l’immaginario di opere come Moon Indigo. Un viaggio che abbraccia sogni, ferite e bellezza, tutto da scoprire.
INTERVISTA AD ELLEN SU “AMATI FORTE”
Amati Forte è un monito potente. C’è stato un momento specifico nella tua vita in cui hai capito che amare te stessa fosse una necessità imprescindibile?
Assolutamente sì, è stato come un’epifania, è arrivata all’improvviso e mi ha piacevolmente sorpresa. Da all’ora cerco di ricordarmelo ogni giorno, me lo sono pure tatuata addosso per non perdermi di nuovo
Nei tuoi brani si percepisce un rapporto viscerale con il passato. Quanto è stato importante rivisitare quelle “vecchie foto” per costruire il tuo processo di guarigione?
È una cosa molto naturale per me, sono una di quelle persone che nel tempo libero va a riguardarsi gli album di famiglia, le letterine dei compagni di classe delle elementari, i bigliettini d’amore dell’adolescenza e riscopre quelle sensazioni, se ne nutre portandole in vita di nuovo. È quasi un rito per me, mi emoziona molto farlo e mi apre sempre a nuovi spunti riflessivi perché mi aiuta a capire meglio me stessa e quindi anche a guarire, in un certo senso.
Parli del dolore come qualcosa che ci fa “ingobbire” ma che può portare alla fioritura. Quali sono stati i tuoi strumenti, personali o artistici, per trasformare il dolore in rinascita?
Il concetto di fioritura in questa canzone è molto forte e significativo. La musica è stata prima unguento per le ferite, poi fertilizzante per la crescita di nuova linfa vitale, è così che funziona per me.
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Qual è il confine tra Ellen artista ed Ellen in privato?
Sono esattamente la stessa cosa, c’è tantissimo di me nella mia musica e non sarei in grado di fare diversamente.
Il profumo della pizza calda, l’odore di tua nonna: quanto contano i dettagli sensoriali nella tua scrittura?
Le immagini sensoriali sono fondamentali per la mia scrittura, mi aiutano a definire il mondo immaginario in cui cammino quando compongo e creano una connessione quotidiana riconoscibile per tutti e tutte, è bellissimo quando accade.
Nella tua musica balli sui tuoi traumi. È un movimento di liberazione, di accettazione o un po’ di entrambi?
Assolutamente entrambe le cose, quando ci accettiamo siamo libere e liberi di essere e possiamo danzare su ogni cosa senza giudizio alcuno, soprattutto il nostro.
Hai parlato di “sedute collettive di autoanalisi”. Ti senti una sorta di guida per chi ti ascolta, o pensi che l’ascolto sia più un viaggio individuale condiviso tra te e il pubblico?
Non mi sento un guru o una guida, mi piace pensare che la condivisione emotiva smuova qualcosa di profondo tra le persone che la stanno vivendo in quel momento, è potentissimo, per questo andare ai concerti è fondamentale. Non limitarsi a sentire le canzoni degli artisti nell’asettico ambiente digitale, soprattutto quando si parla di cantautorato, bisogna viverle nella vita vera quelle cose.
Se dovessi associare il tuo nuovo singolo a un film, quale sarebbe?
Domanda difficilissima, forse per il suo connubio tra surrealismo, amarezza e romanticismo direi Moon Indigo. In fondo Amati forte è un valzer romantico per cuori infranti condito col sale, quindi può avere senso questa associazione.
Come pensi che Amati Forte si collochi all’interno del tuo percorso artistico? È un nuovo inizio, una continuazione o un punto di svolta?
Mi piace pensarlo come una continuazione dopo Respira, credo siano entrambi pezzi dello stesso puzzle.
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