Che cosa è successo tra Musk, Politico e Usaid
Nel delirio di onnipotenza dato dalla possibilità di fare piazza pulita, Elon Musk "mani di forbice" se l'è presa anche con il quotidiano statunitense Politico, falsamente accusato di essere stato finanziato dal programma di aiuti umanitari Usaid, che rischia di essere smantellato. Ecco cosa è successo
Nel delirio di onnipotenza dato dalla possibilità di fare piazza pulita, Elon Musk “mani di forbice” se l’è presa anche con il quotidiano statunitense Politico, falsamente accusato di essere stato finanziato dal programma di aiuti umanitari Usaid, che rischia di essere smantellato. Ecco cosa è successo
È bastato il post di un utente su X per scatenare il panico. E la disinformazione. I repubblicani ci si sono tuffati subito ed Elon Musk ha fatto da megafono. Su X è stata diffusa la notizia che il quotidiano statunitense Politico era sovvenzionato dal governo ma la realtà è semplicemente che i funzionari governativi – anche repubblicani – hanno pagato solo l’abbonamento a Politico Pro, i cui contenuti sono appunto a pagamento.
Nelle furia cieca del complottismo da social media è finita anche l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid), che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e Musk hanno intenzione di smantellare. Secondo il popolo Maga [Make America Great Again], l’Agenzia avrebbe infatti finanziato Politico, che avrebbe “passato gli ultimi 10 anni a cercare di distruggere il Movimento Maga”.
IL CONGELAMENTO DELL’USAID
Lo scorso fine settimana alcune decine di dirigenti dell’Usaid sono stati messi in congedo forzato, altri sono stati licenziati, il sito e i profili social dell’agenzia sono andati offline e lunedì gli uffici di Washington D.C. sono rimasti chiusi. Musk – a capo del dipartimento per l’Efficienza governativa (Doge), che ha il compito di tagliare fino a 2mila miliardi di dollari di spesa pubblica individuando gli sprechi nel budget federale – con la benedizione di Trump, ha detto di voler chiudere l’agenzia che si occupa di fornire aiuti umanitari ed economici in tutto il mondo.
IL CORTOCIRCUITO CREATO DAL COMPLOTTISMO
Martedì, quando stata diffusa la notizia che Politico non aveva pagato gli stipendi, alcuni utenti su X hanno iniziato a ipotizzare che i mancati pagamenti – risolti poi entro la fine della giornata – fossero legati alla decisione di chiudere l’Usaid. Le insinuazioni sono state seguite dal post dello screenshot di un utente a USASpending.gov in cui mostra come il governo federale abbia pagato 8,2 milioni di dollari alla testata negli ultimi 12 mesi.
L’apice è stato raggiunto quando Musk ha risposto a un post che affermava che 37 dipendenti della Food and Drug Administration (Fda) avevano pagato circa mezzo milione di dollari per abbonamenti a Politico Pro. Mr Spending Review ha scritto: “Non è un uso efficiente dei fondi dei contribuenti. Questa dispendiosa spesa sarà cancellata”.
Per tutto il giorno Musk e altri repubblicani hanno affermato che l’Usaid da solo ha speso milioni per Politico negli ultimi 12 mesi. In realtà, come riportato dai registri pubblici di USAspending.gov, il quotidiano ha ricevuto dall’Agenzia pagamenti per un totale di 44.000 dollari negli anni fiscali 2023 e 2024.
ANCHE I REPUBBLICANI PAGANO (PER LEGGERE) POLITICO
Tuttavia, questa affermazione è falsa, secondo un dirigente di Politico che ha parlato con il Washington Post. La fonte ha spiegato che “l’intero governo federale spende più di 16 milioni di dollari in abbonamenti a Politico “, che vengono destinati a Politico Pro e ad altre offerte professionali dell’editore di proprietà di Axel-Springer.
Ma USAspending.gov, precisa il WP, mostra anche che la spesa del governo federale per gli abbonamenti non si limita a Politico e include anche pagamenti al New York Times, al Washington Post e a molte altre testate. Inoltre, secondo un’analisi del WP, nei primi nove mesi del 2024, in totale, 38 repubblicani alla Camera hanno speso più di 300.000 dollari in abbonamenti a Politico e le commissioni guidate da repubblicani ne hanno spesi quasi 500.000 per lo stesso motivo.
Il Ceo e il caporedattore del quotidiano hanno chiarito di non aver “mai beneficiato di programmi o sussidi governativi – nemmeno un centesimo, mai, in 18 anni” e hanno aggiunto che “la stragrande maggioranza degli abbonamenti a Politico Pro sono nel settore privato”.
La Casa Bianca ha comunque fatto sapere che l’esecutivo smetterà di spendere milioni di dollari per gli abbonamenti a Politico e sta valutando anche di tagliarne altri.
A TUTTA DISINFORMAZIONE
Come ha osservato Axios commentando l’accaduto, il polverone sollevato “è un esempio lampante di come le false informazioni si diffondano sui social media”. Una delle ultime bufale alimentata sempre da Musk e da Donald Trump junior, figlio del presidente, ha a che fare ancora con Usaid.
I due, infatti, hanno ricondiviso i post dell’account “I Meme Therefore I Am” (@ImMeme0”) contro l’agenzia Usaid, facendone schizzare le visualizzazioni. Dietro l’account tuttavia, come ricorda La Stampa, c’è la mano del Cremlino e, nonostante sia stato già ampiamente dimostrato che si tratta di un’operazione di disinformazione, le fake news continuano a diffondersi a macchia d’olio.