Guerra commerciale e deglobalizzazione: come investire sul trend dell’economia globale
L’ascesa di Donald Trump e l’inizio della guerra commerciale ha segnato un’accelerazione nel processo di deglobalizzazione dell’economia globale. Con un approccio politico volto a rafforzare la sicurezza nazionale ed economica, la sua amministrazione ha imposto dazi sulle importazioni da Canada, Messico e Cina, modificando significativamente le dinamiche del commercio internazionale.
L’ascesa di Donald Trump e l’inizio della guerra commerciale ha segnato un’accelerazione nel processo di deglobalizzazione dell’economia globale. Con un approccio politico volto a rafforzare la sicurezza nazionale ed economica, la sua amministrazione ha imposto dazi sulle importazioni da Canada, Messico e Cina, modificando significativamente le dinamiche del commercio internazionale.
Gli effetti dei dazi sul commercio globale
L’introduzione di tariffe generalizzate del 25% sui beni provenienti da Canada e Messico, con un’esecuzione congelata per 30 giorni se i due Paesi si impegneranno ad andare incontro alle richieste di Trump in termini di sicurezza, e del 10% sulla Cina con effetto immediato rappresenta una svolta drastica rispetto alle precedenti politiche commerciali statunitensi. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre le dipendenze economiche, proteggere le industrie nazionali e utilizzare i dazi come leva nelle negoziazioni internazionali. Quali sono le conseguenze di questa strategia per il commercio globale e per gli investitori? E come hanno reagito i Paesi coinvolti?
Canada e deglobalizzazione: tra ritorsione economica e trattativa
Il Canada ha risposto subito con l’imposizione di tariffe del 25% su prodotti americani (acciaio, alluminio, carne, auto) per un valore di 155 miliardi di dollari canadesi per proteggere l’economia canadese da una politica commerciale statunitense che rischia di danneggiare le relazioni storiche tra i due Paesi. Ma la ritorsione è stata fermata dal congelamento dei dazi e l’inizio di una trattativa che vede il Canada impegnato a lanciare un piano da 1,3 miliardi di dollari per rafforzare i controlli al confine con gli Stati Uniti per fermare il flusso di Fentanyl con oltre 10.000 persone in prima linea. L’ipotesi è di creare una task force Canada-Usa per combattere la criminalità organizzata, il Fentanyl e il riciclaggio di denaro. Gli Stati Uniti sono la destinazione delle esportazioni per il 77% delle merci scambiate dal Canada.
Messico: una strategia diplomatica
Il Messico ha adottato un approccio più cauto, valutando contromisure economiche, ma cercando anche di mantenere il dialogo con gli Stati Uniti per evitare un’escalation della guerra commerciale. Per andare incontro alle richieste di Trump l’amministrazione messicana ha enfatizzato la cooperazione su sicurezza e immigrazione come strumenti per mitigare gli effetti dei dazi. Il Messico ha accettato di inviare subito 10.000 soldati al confine con gli Stati Uniti per fermare il flusso di Fentanyl e di migranti illegali negli Usa. Durante il congelamento delle tariffe nei 30 giorni previsti si negozierà un accordo stabile che potrebbe arrivare entro i primi dieci giorni del mese di marzo 2025.
Cina: risposta immediata e strategia
L’imposizione di dazi del 10% ai prodotti made in China entrerà in vigore il 10 febbraio 2025. La conseguenza sarebbe una riduzione del 40% le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti, mettendo a rischio quasi l’1% del Prodotto interno lordo (PIL) cinese. La difesa della Cina è un pacchetto di misure che prendono di mira il carbone e il gas naturale liquefatto (Gnl) con aliquote del 15%, più un’ulteriore tariffa del 10% su petrolio, attrezzature agricole e alcune automobili americane. Pechino ha inoltre avviato una causa legale presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio per contestare le nuove misure.
Deglobalizzazione Unione Europea: attesa e apertura al dialogo
L’Unione Europea potrebbe essere il prossimo obiettivo di Donald Trump con dazi mirati a proteggere settori chiave per l’economia americana come l’automotive. L’ipotesi è di imporre alle merci made in UE tariffe del 10%, esattamente come accadrà in Cina. La risposta dell’Ue non tarderà ad arrivare di fronte a possibili misure protezionistiche e la trattativa per andare incontro alla deglobalizzazione e alle richieste di Trump evitando i dazi è già avviata.
IDEE DI INVESTIMENTO
L’impatto della deglobalizzazione sulle strategie di investimento è significativo. Alcuni settori e regioni subiranno maggiori costi per la riorganizzazione delle catene di approvvigionamento, mentre altri trarranno vantaggio dalla maggiore protezione del mercato interno. In particolare:
- Focus sulle small cap americane. Secondo le analisi di Bnp Paribas Asset Management, Columbia Threadneedle Investment, Schroders e Janus Henderson, le piccole e medie imprese statunitensi, particolarmente quelle orientate al mercato interno, potrebbero beneficiare delle politiche di Trump. La combinazione di dazi sulle importazioni e incentivi fiscali potrebbe favorire la crescita delle aziende manifatturiere locali. Le small cap sono già state premiate dai mercati, con previsioni di crescita degli utili del 15% per il 2025.
- Mercati azionari: cautela e selettività. Sebbene l’ottimismo prevalga nei mercati finanziari, la strategia migliore per gli investitori rimane un approccio bilanciato. L’attenzione dovrebbe essere rivolta a società con solidi fondamentali, capaci di adattarsi a uno scenario macroeconomico incerto. La selezione attiva dei titoli diventa essenziale per evitare di esporsi eccessivamente a un singolo settore o alle fluttuazioni delle politiche commerciali.
In questa fase di mercato è bene riconsiderare la propria asset allocation sempre in coerenza con gli obiettivi e la durata dell’investimento.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.