Fine della luna di miele tra Bezos e il clima? Il suo fondo sospende il supporto agli obiettivi green (e Trump esulta)
La lotta al cambiamento climatico segna un punto critico con la sospensione dei fondi concessi dal Bezos Earth Fund — il colosso filantropico da 10 miliardi di dollari istituito da Jeff Bezos — all’iniziativa globale Science Based Targets initiative (SBTi). Malgrado il rinnovamento di finanziamenti fosse considerato quasi scontato, a destare preoccupazione è la motivazione...
La lotta al cambiamento climatico segna un punto critico con la sospensione dei fondi concessi dal Bezos Earth Fund — il colosso filantropico da 10 miliardi di dollari istituito da Jeff Bezos — all’iniziativa globale Science Based Targets initiative (SBTi). Malgrado il rinnovamento di finanziamenti fosse considerato quasi scontato, a destare preoccupazione è la motivazione non del tutto chiara di questo stop.
La SBTi nasce con lo scopo di certificare e monitorare se le aziende di tutto il mondo stiano realmente riducendo le proprie emissioni in linea con l’Accordo di Parigi, offrendo un riconoscimento attendibile ai piani di decarbonizzazione. Da tempo l’organizzazione è sostenuta principalmente da due grandi partner finanziari, il Bezos Earth Fund e la Ikea Foundation, e la loro collaborazione ha garantito un’iniezione di risorse fondamentale per la crescita dell’iniziativa.
Secondo le parti coinvolte, il taglio del sostegno economico rientrerebbe nelle condizioni originarie di una sovvenzione triennale da 18 milioni di dollari, scaduta di recente. Tuttavia, secondo il Financial Times, alcune fonti interne e figure di spicco nel mondo ambientalista suggeriscono che la decisione possa essere riconducibile alle pressioni politiche negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Trump ha assunto una posizione fortemente critica sul clima, arrivando a definire il cambiamento climatico una “bufala”.
Il contesto politico negli USA
L’orientamento dell’attuale presidenza ha già spinto molte aziende, inclusi grossi istituti di credito, a ritirarsi o a ridimensionare il proprio impegno per il net zero, temendo eventuali contraccolpi politici e regolamentari. Nel frattempo, i riferimenti all’emergenza climatica sul sito del governo federale risultano parzialmente ridotti o eliminati, e alcuni progetti di ricerca in ambito ambientale rischiano di essere depotenziati o bloccati.
Proprio in questo clima di incertezza, la mossa del Bezos Earth Fund di non rinnovare (almeno per ora) la sovvenzione a SBTi si inserisce in un quadro più ampio di tattiche “cautelative”. Secondo diversi osservatori, Jeff Bezos e altri magnati della Silicon Valley starebbero “abbassando i toni” su certi impegni green per non urtare l’amministrazione Trump e per mantenere buoni rapporti con la Casa Bianca, soprattutto su questioni cruciali come antitrust, regolamentazioni sugli accordi commerciali e intelligenza artificiale.
Le preoccupazioni degli esperti
Gli addetti ai lavori temono che questa sospensione possa influenzare negativamente lo sviluppo di nuovi standard ambientali e compromettere un’azione climatica efficace. Alcuni ricercatori di SBTi si dicono preoccupati non soltanto per la mancanza di fondi, ma soprattutto per il possibile precedente: la decisione del Bezos Earth Fund potrebbe spingere altri grandi donatori a “congelare” l’erogazione di fondi a iniziative legate al clima.
C’è chi nota anche un nesso con la posizione espressa dal fondo Bezos in tema di crediti di carbonio. L’anno scorso SBTi aveva preannunciato l’intenzione di aprire maggiormente alle compensazioni nel percorso verso l’azzeramento delle emissioni indirette. Questa scelta, mal digerita da parte dello staff e da alcuni osservatori, è stata letta come una concessione che avrebbe potuto favorire strategie di greenwashing. Adesso, paradossalmente, il mancato rinnovo da parte del Bezos Earth Fund fa pensare che, al di là delle divergenze, il sostegno alla decarbonizzazione non sia più una priorità.
La risposta di SBTi
Ufficialmente, i portavoce di SBTi non colgono nella mossa di Bezos un atto ostile, definendo la conclusione del rapporto di finanziamento come la naturale scadenza di un accordo. Tuttavia, non negano l’intento di cercare altri partner, nel tentativo di garantire stabilità e indipendenza al proprio operato.
Nelle parole di alcuni rappresentanti interni, l’obiettivo è quello di rafforzare l’iniziativa facendo sì che nessun singolo donatore possa influenzare eccessivamente le strategie: in una fase in cui le tensioni politiche sugli impegni ambientali sono molto forti, diversificare le fonti di finanziamento appare l’unica strada per rimanere imparziali e credibili.
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