Turchia, Öcalan pronto a un “appello storico” sulla questione curda”. Il partito Dem: “Serve un processo di pace”
L'annuncio di Tuncer Bakırhan, co-presidente del Partito filo curdo per l'uguaglianza e la democrazia dei popoli: "Non perdiamo questa opportunità" L'articolo Turchia, Öcalan pronto a un “appello storico” sulla questione curda”. Il partito Dem: “Serve un processo di pace” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Tuncer Bakırhan, co-presidente del Partito filo curdo per l’uguaglianza e la democrazia dei popoli (DEM), ha annunciato che il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan – all’ergastolo in regime di completo isolamento dal 1999 nell’isola prigione di Imrali – si sta preparando per fare un “appello storico” allo scopo di risolvere la questione curda in Turchia. Questa settimana, durante la riunione del gruppo parlamentare del suo partito, Bakırhan ha affermato: “L’opposizione e la società turca vogliono una soluzione. L’opposizione e l’opinione pubblica vogliono che questo processo si evolva in un processo di pace. Non dovremmo perdere questa opportunità storica”.
Il parlamentare ha però avvertito che un linguaggio tossico può far regredire questo processo storico, aggiungendo: “Cerchiamo di trovare una soluzione al problema curdo attraverso la democrazia e la legge. Poiché il signor Öcalan ha chiesto una soluzione legale al conflitto, il linguaggio del governo dovrebbe essere in linea con questo. Öcalan si sta preparando a fare un appello storico per una soluzione permanente alla questione curda attraverso la costruzione di una Turchia democratica. Questo appello verrà fatto presto. Lo sosteniamo e ci aspettiamo che il governo faccia la sua parte in questo processo storico”, ha ribadito il parlamentare alla stampa.
La palla a questo punto è nel campo del presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan. E infatti, Bakırhan ha esortato il Sultano a prendere misure decisive. Adesso tocca a lui decidere: “Milioni di persone stanno aspettando misure che porteranno alla democratizzazione e al rafforzamento della fiducia. Questa è un’opportunità per passare alla storia come un leader coraggioso“. Il co-leader del partito DEM ha espresso preoccupazione per le recenti azioni del governo contro i funzionari del suo partito. Numerosi sindaci affiliati al DEM sono stati rimossi dall’incarico negli ultimi mesi e sostituiti con fiduciari nominati dal governo, una pratica che viene giustificata da indagini “relative al terrorismo“. Bakırhan ha criticato queste mosse, affermando: “Non resteremo in silenzio su tali azioni solo perché sono in corso colloqui di pace. Chi si impossessa dei nostri comuni dovrebbe sapere che la volontà del popolo non può essere annullata per decreto”. Quando i giornalisti gli hanno chiesto dopo il suo discorso quando sarebbe arrivata la dichiarazione di Öcalan, Bakırhan ha suggerito che potrebbe aver luogo intorno al 15 febbraio, anniversario della cattura di Öcalan in Kenya, dopo essere stato espulso dall’Italia. Ha inoltre aggiunto che ulteriori incontri con Öcalan sull’isola di İmralı, dove è detenuto, non sono stati ancora confermati.
Solo dall’ottobre dell’anno scorso sono riprese ( in seguito alla fine della tregua del 2012 durata solo 1 anno ) le discussioni sulla questione curda in seguito alle dichiarazioni del principale alleato di Erdoğan, Devlet Bahçeli, leader del Nationalist Movement Party (MHP), ovvero il partito ultranazionalista di estrema destra, noto per il suo braccio armato, i Lupi Grigi. Bahçeli ha proposto che Öcalan potesse dichiarare lo scioglimento del PKK in cambio del beneficio di una politica di “diritto alla speranza”. Questa iniziativa ha portato a due visite da parte dei funzionari del partito DEM all’isola di Imralı. Si è trattato della prima volta, dopo ben quattro anni, in cui a Öcalan è stato consentito un contatto esterno.
Sempre questa settimana si è tenuto un incontro emblematico sul suolo turco. Il faccia a faccia avvenuto ad Ankara tra il presidente Erdogan e il presidente del Governo di Transizione siriano, Ahmad Shara, ha avuto un ampio spazio nella stampa internazionale. Al Jazeera ha trasmesso in diretta la conferenza stampa congiunta, evidenziando i messaggi di sostegno di Erdogan alla Siria e gli elogi di Shara sulla “posizione storica della Turchia”. Anche El Arabi ha definito la visita “un passo dirimente per la stabilità regionale“. L’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana ha pubblicato i messaggi del presidente Erdogan in arabo, turco e inglese. Le parole di Shara, secondo cui “il rapporto tra Siria e Turchia “ va oltre la storia e la geografia” e il suo invito a Erdogan per una visita in Siria, sono state riprese da diversi media.
Il Washington Post ha descritto l’incontro come “un vertice tra alleati chiave“. Il New York Times ha sottolineato l’impatto del colloquio sulla politica migratoria, ricordando che la Turchia ospita oltre 3 milioni di rifugiati siriani. Anche la stampa greca ha dato ampio spazio all’evento. L’emittente Skai TV ha evidenziato che i due leader hanno discusso delle misure contro PKK/YPG, mentre Action 24 ha definito la visita di Shara in Turchia “un viaggio centrale”. Il quotidiano greco Kathimerini ha messo in prima pagina la notizia dell’invito di Ahmed Shara a Erdogan per una visita in Siria. Infine, il canale francese France 24 ha sottolineato che i temi di sicurezza hanno avuto un ruolo centrale nel vertice, definendolo “un passo diplomatico per la stabilità regionale”.
La verità è che il sostegno dato dalla Turchia al gruppo di “ ribelli” armati o “terroristi islamici – dipende dai punti di vista – guidati da Sharaa (noto con il nome di battaglia al-Jolani) è stato fondamentale per costringere il dittatore siriano Bashar Assad a lasciare il potere e a rifugiarsi in Russia. Per questo Sharaa per la sua prima visita all’estero in versione “capo di stato” non poteva che scegliere di andare a baciare la pantofola al suo “protettore”: il Sultano.
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