Trump e Meloni picconano la Corte penale internazionale

Il caso della Corte penale internazionale infiamma il dibattito politico non solo in Italia. I Graffi di Damato

Feb 8, 2025 - 08:37
 0
Trump e Meloni picconano la Corte penale internazionale

Il caso della Corte penale internazionale infiamma il dibattito politico non solo in Italia. I Graffi di Damato

Se è stato anche un assist all’Italia l’ordine annunciato dal presidente americano Donald Trump di sanzionare la Corte penale internazionale dell’Aia, peraltro non riconosciuta dagli Stati Uniti, come dalla Russia e dalla Cina, il governo di Giorgia Meloni ha ricambiato. Non ha fatto sottoscrivere dal suo rappresentante una dichiarazione di sostegno alla Corte depositata alle Nazioni Unite per conto di 79 Paesi, fra i quali quasi tutti quelli dell’Unione Europea.

“Una follia vergognosa”, ha reagito a Roma il presidente del MoVimento 5 Stelle ed ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che aveva già criticato con le altre opposizioni in Parlamento i rilievi mossi dal ministro della Giustizia Carlo Nordio alla Corte dell’Aia per i documenti “pasticciati”, e poi corretti, relativi al mandato di cattura per crimini di guerra e contro l’umanità emesso contro il generale libico Almasri al suo arrivo in Italia, dopo essere stato lasciato viaggiare libero per giorni fra la Gran Bretagna, il Belgio e la Germania, limitandosi a farne controllare i movimenti, particolarmente in territorio tedesco.

Quella scelta di tempi e di luoghi è apparsa sospetta al governo per la particolare esposizione dell’Italia nei rapporti con la Libia considerando le forniture energetiche, la presenza di molti italiani in quelle terre e la provenienza dalle loro coste di buona parte dell’immigrazione clandestina gestita dagli scafisti. Tutte circostanze che hanno indotto, in particolare, il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a prospettare un’inchiesta a carico della Corte dell’Aia, visto che essa non ha ritenuto opportuno fornire chiarimenti sui tempi del suo intervento contro il generale responsabile della polizia giudiziaria libica. E quindi sostenuto, protetto e quant’altro in Libia, dove non a caso è stato accolto festosamente al rimpatrio disposto per ragioni di sicurezza dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Eppure i gravissimi delitti contestati dalla Corte dell’Aia sono stati compiuti da Almasri nel suo Paese controllandone prigioni e simili, per cui il mandato di cattura avrebbe dovuto riguardare anche quelli che li hanno quanto meno permessi o comunque coperti.

L’asse critico Trump-Meloni verso la Corte penale internazionale è stato tradotto in una Italia che “tradisce l‘Europa” dalla Repubblica, in una “sfida all’Aia” dal Messaggero, in una “Italia fuori dall’Europa?” dall’Unità di Piero Sansonetti. Arguto e canzonatorio, come al solito. il titolo del manifesto –“L’Aja che tira”- su una foto d’archivio di Trump e Meloni compiaciuti l’uno dell’altra.