La Legge di Bilancio 2025 ha chiuso i rubinetti ai fondi per il calcio femminile
lentepubblica.it Delusione per il calcio femminile: il taglio ai fondi arrivato con la Legge di Bilancio 2025 porta tanta delusione nell’intero movimento sportivo e denota una mancanza di visione politica. Il 2025 è l’anno in cui il governo italiano ha deciso di fare marcia indietro rispetto a uno dei pochi segnali positivi per lo sport femminile […] The post La Legge di Bilancio 2025 ha chiuso i rubinetti ai fondi per il calcio femminile appeared first on lentepubblica.it.
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Delusione per il calcio femminile: il taglio ai fondi arrivato con la Legge di Bilancio 2025 porta tanta delusione nell’intero movimento sportivo e denota una mancanza di visione politica.
Il 2025 è l’anno in cui il governo italiano ha deciso di fare marcia indietro rispetto a uno dei pochi segnali positivi per lo sport femminile degli ultimi anni: il fondo istituito nel 2020 con il “decreto Nannicini”.
Questo fondo, che doveva destinare 11 milioni di euro al passaggio al professionismo nel calcio femminile, è stato abbandonato dall’ultima Legge di Bilancio senza alcuna giustificazione convincente. La decisione di tagliare questi fondi rappresenta un duro colpo per un movimento che stava appena cominciando a vedere i frutti di un lungo cammino verso l’uguaglianza e il riconoscimento professionale.
Nel 1981, la legge 91 stabiliva che il riconoscimento dello status di professionista non fosse legato alla natura del lavoro, ma fosse piuttosto una decisione discrezionale delle singole federazioni. Una normativa che, anziché agevolare il processo di professionalizzazione degli sportivi, ha spesso rallentato il cambiamento, in particolare per le donne. La Figc, unica federazione a cogliere l’opportunità, ha investito questi fondi nel calcio femminile, un settore che nel 2022 ha finalmente ottenuto il tanto atteso riconoscimento come professionista. Tuttavia, questo passo importante ha comportato anche un aumento dei costi (+60% rispetto all’anno precedente), senza che i ricavi commerciali e il supporto pubblico riuscissero a bilanciare l’investimento.
La Legge di Bilancio 2025 ha chiuso i rubinetti ai fondi per il calcio femminile
E ora, con l’eliminazione dei fondi, il futuro del calcio femminile italiano è messo seriamente a rischio. Nonostante le promesse del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, di sostenere lo sport femminile, la realtà è ben diversa. Il governo ha scelto di ignorare le richieste di rinforzare il fondo, bocciando un emendamento presentato dalla deputata del Partito Democratico, Chiara Gribaudo. La delusione per questa scelta è palpabile. Gribaudo ha accusato la maggioranza di governo di tradire le sue dichiarazioni, rivelando una politica che si dimostra più attenta a finanziare le proprie clientele che a sostenere le donne nello sport.
Un’opinione condivisa anche dalla presidente della Roma Femminile, Rosella Sensi, che ha sottolineato come il governo non abbia una visione chiara per il futuro del calcio femminile.
A fare eco è stata anche l’ex CT della nazionale femminile Carolina Morace, che in un lungo post su Intagram ha evidenziato una totale mancanza di visione politica da parte dell’attuale Governo, seppur capeggiato da una donna:
“Mentre in Inghilterra partner privati come Barclays investono milioni, in Italia si è solo sprecato tempo prezioso. Ora il calcio femminile deve ripartire da se stesso per non restare indietro rispetto al resto d’Europa. Serve progettualità, non promesse vuote.”
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Il calcio femminile è a un bivio
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