Jake La Furia: “Non puoi riempire Sanremo di rapper e poi dire cosa devono dire”

Jake La Furia è tornato con il nuovo album Fame; in un'intervista il rapper si toglie qualche sassolino dalle scarpe su Sanremo, la censura e la politica L'articolo Jake La Furia: “Non puoi riempire Sanremo di rapper e poi dire cosa devono dire” proviene da imusicfun.

Feb 2, 2025 - 14:28
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Jake La Furia: “Non puoi riempire Sanremo di rapper e poi dire cosa devono dire”

Jake La Furia è tornato con il nuovo album Fame; il rapper milanese affronta temi sociali, parla del ruolo del rap nella cultura di massa e si toglie qualche sassolino dalle scarpe su Sanremo, la censura e la politica.

Nel corso di un’intervista a Open, Jake La Furia ha commentato il ritiro di Emis Killa dal Festival di Sanremo, dopo che il rapper è stato coinvolto in un’indagine della DDA. A chi, come Maurizio Gasparri, ha ironizzato sull’accaduto con un “si trovi un lavoro”, Jake risponde senza mezzi termini: «Gasparri è una macchietta come il dottor Balanzone», sottolineando il doppio standard mediatico tra politica e musica.

Il dibattito sulla censura nel rap è un tema caldo, specialmente in un periodo in cui le polemiche sui testi delle canzoni si moltiplicano. Per Jake La Furia c’è un evidente tentativo di ammorbidire il rap per renderlo più digeribile al grande pubblico: «Non solo ti riempi il festival di rapper perché i rapper ti fanno la classifica, ma vuoi avere pure l’arroganza di scegliere cosa devono dire. Questa cosa qua per me è veramente pessima per la musica rap».

L’artista sottolinea come il rap sia sempre stato un genere crudo e diretto: «Il linguaggio del rap è quello, è un linguaggio violento ed è sempre stato così, anche per dire le cose più giuste possibili». Ricorda, ad esempio, i Public Enemy, che portavano messaggi socialmente impegnati ma con un linguaggio forte e provocatorio.

E sulla responsabilità del rap nei confronti dei giovani? Jake è chiaro: «Non me lo sono mai posto e mai me lo porrò. La responsabilità di educare chi ascolta non è dell’artista».

Nel suo nuovo album, Jake La Furia si concentra anche su temi sociali e politici. Il brano Money On My Mind affronta il rapporto ossessivo con il denaro: «Correre continuamente dietro i soldi alla fine diventa un’ossessione che ti rovina la vita».

Ma Fame è anche un disco di denuncia, una chiamata all’azione per chi sembra troppo distratto dal superfluo per accorgersi del mondo che cambia: «Tra i giovani, e comunque tra chi si dovrebbe occupare di cambiare il mondo, non c’è tutta questa fretta di cambiare il mondo», osserva con amarezza.

Oggi il rap è al centro del dibattito culturale, attaccato da più parti, ma senza una vera risposta da parte della scena. Per Jake, il problema sta nell’apatia della nuova generazione e nel rifiuto della politica: «C’è un totale rifiuto della politica, lo vediamo nell’astensionismo che purtroppo ci tocca sopportare».

E se qualcuno si chiede perché non esiste un vero contrattacco alle critiche, la risposta è semplice: «I rapper, che sono giovanissimi, probabilmente neanche sanno, né si preoccupano di chi sia Gasparri».

Con Fame, Jake La Furia non solo torna a fare rap, ma riporta al centro il dibattito sulla libertà di espressione e sull’evoluzione della cultura hip hop in Italia. Un disco che, tra provocazione e consapevolezza, dimostra ancora una volta che il rap non è solo musica, ma anche una lente sulla società.

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