Sanremo 2025, Mahmood: “Carlo Conti ha visto in me qualcosa che non so”
A pochi giorni dal Festival di Sanremo 2025, Mahmood si racconta in un’intervista a Repubblica, parlando anche del ritiro di Emis Killa L'articolo Sanremo 2025, Mahmood: “Carlo Conti ha visto in me qualcosa che non so” proviene da imusicfun.
A pochi giorni dal Festival di Sanremo 2025, Mahmood si racconta in un’intervista a Repubblica, parlando della sua evoluzione artistica e della nuova avventura da co-conduttore per una serata al fianco di Carlo Conti.
Dopo due vittorie all’Ariston e una carriera in continua ascesa, Mahmood è pronto a sperimentare un ruolo inedito. «Mi ha chiesto di presentare con lui il festival. Ero scioccato. “Carlo, sarò in grado? Sei sicuro?”», racconta il cantautore. «Era sicuro. In passato siamo stati insieme sul palco, era confident, abbiamo riso insieme. Ha visto in me qualcosa che non so». Un’opportunità inaspettata, che lo spinge oltre la comfort zone della musica.
Quest’anno, Mahmood non sarà in gara, ma avrà comunque un artista da supportare. «Tifo per Noemi. Della sua canzone, Se t’innamori muori, sono fan non perché l’ho scritta con Blanco e Michelangelo, ma perché per lei è perfetta», spiega. «Noemi l’ha cantata e sembrava ce l’avesse strappata di bocca. Pazzesco».
Scrivere è sempre stato un rifugio, un modo per esprimere emozioni profonde. «A volte scrivevo cose di cui mi vergognavo. Hai paura ad aprirti con gli amici, in famiglia; grazie alle canzoni sembra tutto più facile. Sei libero». Per lui, la musica è un linguaggio potente, capace di superare barriere. «Un po’ come al cinema, quando viene mostrata una scena cruda, violenta, politicamente scorretta: è cinema. La musica è così, il linguaggio può sembrare sbagliato, ma se la gente l’ascolta e arriva al successo, hai saputo comunicare».
Dietro il successo, però, c’è un percorso di crescita personale non sempre facile. «Mi sono perso almeno sette volte, è un lavoro che ti dà tanto e ti chiede tanto», confessa Mahmood. «Mantenere lo stesso livello di energia non è facile. Quando sei libero torni a casa, alla quotidianità, ed è difficile, quando hai provato sensazioni forti, abbassare il livello. C’è tanta adrenalina». Un processo di adattamento che ha imparato a gestire con il tempo: «Ho capito come mantenere il mio equilibrio a 27 anni, quando ne hai 18 è diverso. E anche gestire le prime batoste a quell’età non è facile».
Sul ritiro di Emis Killa dal Festival, dopo la notizia dell’indagine che lo coinvolge, Mahmood preferisce non sbilanciarsi: «In realtà non ho nessuna idea. Mi dispiace perché so bene cosa ci vuole per prepararsi per il festival. Spero che avrà un’altra occasione».
Tra palco, scrittura e nuove esperienze, Mahmood continua a reinventarsi, dimostrando che la musica può essere il punto di partenza per molte strade. Anche quelle che portano alla conduzione del festival più importante d’Italia.
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