Banco Bpm, prove di rilancio Sul tavolo il piano e Anima

Giornata di correzioni in Borsa per le banche coinvolte nel risiko, sulla scia dell’andamento del listino toccato dall’effetto dei dazi americani. Generali ha chiuso confermandosi a un passo da 31 euro (+0,33%) dopo l’ufficializzazione durante il fine settimana da parte di Unicredit dell’ingresso nel Leone con il 4,1% che a valori di mercato sfiora i […] L'articolo Banco Bpm, prove di rilancio Sul tavolo il piano e Anima proviene da Iusletter.

Feb 4, 2025 - 14:04
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Banco Bpm, prove di rilancio Sul tavolo il piano e Anima

Giornata di correzioni in Borsa per le banche coinvolte nel risiko, sulla scia dell’andamento del listino toccato dall’effetto dei dazi americani. Generali ha chiuso confermandosi a un passo da 31 euro (+0,33%) dopo l’ufficializzazione durante il fine settimana da parte di Unicredit dell’ingresso nel Leone con il 4,1% che a valori di mercato sfiora i 2 miliardi. Il piano «preannuncia molta remunerazione» per i soci e «non sono sorpreso che gli istituzionali abbiano l’appetito per unirsi a noi» — ha ribadito il ceo di Generali Philippe Donnet in un colloquio con Bloomberg — Il gruppo ha «generato dal 2016 un ritorno per gli azionisti del 300%».

L’istituto guidato da Andrea Orcel, che ha già messo nel mirino Commerz e Banco Bpm, ha chiarito che quella in Generali è solo una partecipazione finanziaria, accumulata nel tempo e che ha sicuramente già dato i suoi frutti, vista la crescita del 35% del titolo del Leone negli ultimi sei mesi. La nuova partecipazione potrebbe dare a Unicredit una carta negoziale da mettere sul tavolo nella partita su Banco Bpm. Non c’è però ancora una direzione per l’utilizzo di questa carta. Certo è che Gae Aulenti è impegnata su vari fronti e la mossa potrebbe rappresentare più di un segnale. Proprio oggi o domani Unicredit potrebbe presentare il dossier golden power a Palazzo Chigi e al Mef. E nel contempo tratta con Amundi la sua partnership nel risparmio gestito che scade nel 2027.

Nei giorni più caldi della finanza è al lavoro anche la squadra di vertice di Banco Bpm che martedì 11 febbraio presenterà i conti dell’anno al mercato, lo stesso giorno in cui il ceo Orcel illustrerà quelli di Unicredit che a fine novembre ha annunciato un’offerta pubblica di scambio su Piazza Meda. Sarà una data chiave per la banca guidata da Giuseppe Castagna che potrebbe disegnare lo schema di difesa da Unicredit.

Esporrà l’aggiornamento del piano e potrebbe rivedere i termini dell’opa su Anima holding adeguando il prezzo all’andamento del titolo, arrivato a 6,78 euro contro i 6,2 offerti. Come vuole la procedura, quello stesso giorno il cda potrebbe infatti proporre la convocazione dell’assemblea ordinaria — da tenersi entro fine mese — per rivedere il prezzo. Sulla carta, in questo caso scatterebbe per Unicredit la possibilità di non dare corso all’offerta sul Banco, secondo le condizioni sospensive scritte nel documento di offerta. In particolare, se cambia «il corrispettivo dell’offerta Bpm e/o qualsivoglia altra previsione dell’offerta Bpm che possa rendere la stessa più onerosa e/o gravosa per gli offerenti». Prima di prendere decisioni — se a sua volta aggiornare l’offerta su Banco Bpm, mantenerla o rinunciare — Orcel aspetterà i conti di Piazza Meda, il piano, e l’ottenimento o meno del via libera al Danish compromise, cioè il trattamento favorevole delle partecipazioni assicurative nei requisiti patrimoniali di una banca. Infine, anche le reazioni del mercato. Ma è difficile che Unicredit faccia marcia indietro su questo dossier.

Il valore dell’ops di Mps su Mediobanca viaggia sempre a sconto (8% circa) con il titolo di Siena che è tornato a guadagnare (1,42%). Prese di profitto invece su Piazzetta Cuccia (-0,79%) dopo che l’azione il 27 gennaio ha raggiunto il picco degli ultimi due decenni. L’Ft ieri ha scritto che «dal punto di vista del consolidamento ci sono ovvie sinergie tra Unicredit e Banco Bpm. Mentre quelle tra Mps e Mediobanca sono limitate. Manca chiarezza sul mercato anche sugli intrecci azionari». Ieri infine, è emerso un riassetto nella holding la Fgc di Francesco Gaetano Caltagirone (ha anche quote tra banche e assicurazioni). Obiettivo, iniziare a impostare il passaggio delle azioni alla seconda generazione.

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