Meteo: quanto c’è di vero sull’evoluzione del 7/8 Febbraio
L’evoluzione meteorologica relativa al periodo compreso tra venerdì 7 Febbraio e domenica 9 Febbraio è qualcosa di veramente molto complesso e alquanto caotico ad oggi. Ci sono moltissime ipotesi sul campo e non c’è una che prevale sull’altra. L’unica cosa probabile sembra essere un marcato calo termico per via dell’ingresso di aria più fredda proveniente […] Meteo: quanto c’è di vero sull’evoluzione del 7/8 Febbraio
L’evoluzione meteorologica relativa al periodo compreso tra venerdì 7 Febbraio e domenica 9 Febbraio è qualcosa di veramente molto complesso e alquanto caotico ad oggi. Ci sono moltissime ipotesi sul campo e non c’è una che prevale sull’altra. L’unica cosa probabile sembra essere un marcato calo termico per via dell’ingresso di aria più fredda proveniente dai quadranti orientali.
Cosa si prevede per il prossimo periodo?
Il meteo durante la settimana in corso sarà mite, soleggiato e stabile su gran parte del paese e non ci saranno particolari situazioni da segnalare. Lo zero termico all’inizio della settimana potrebbe tornare a sfiorare i 3000 metri di quota.
Successivamente, a partire da giovedì 6 Febbraio ci sarà un primo calo delle temperature che si farà più significativo e concreto nella giornata di venerdì 7 Febbraio. Proprio qui entriamo in un vero e proprio rebus previsionale.
Perché l’evoluzione da venerdì 7 Febbraio è così complessa?
L’evoluzione relativa a venerdì 7 Febbraio risulta molto complessa perché si tratta di una retrogressione di aria fredda con moto anti-zonale, ossia proveniente da Est e diretta verso Ovest. Quando le correnti si invertono rispetto alla normale flusso, i principali modelli matematici globali fanno molta fatica a inquadrare quello che potrebbe essere il reale movimento delle figure bariche.
Inoltre, queste irruzioni di aria fredda determinano in seconda battuta quando vengono a contatto col Mar Mediterraneo la formazione di minimi di bassa pressione la cui predicibilità rispetto al loro posizionamento è particolarmente ostica e difficoltosa poiché sono minimi secondari che si formano quando l’aria fredda entra in contatto col mite Mar Mediterraneo.
Proprio questa grossa difficoltà determina enormi differenze nelle previsioni dei diversi centri meteo globali: si passa da alcuni che prevedono un’importante ondata di maltempo di stampo invernale ad altri che non prevedono nessuna precipitazione sul Nord Italia e stiamo parlando di un’evoluzione meteo relativa a 5 giorni.