L’Ucraina apre a un corridoio umanitario nel Kursk occupato: “I russi potranno andarsene”. E Trump minaccia Mosca: pace o più sanzioni
Mosca continua ad avanzare nel Donetsk e replica: "Congeleremo i beni occidentali per risarcire chi è stato colpito da sanzioni" L'articolo L’Ucraina apre a un corridoio umanitario nel Kursk occupato: “I russi potranno andarsene”. E Trump minaccia Mosca: pace o più sanzioni proviene da Il Fatto Quotidiano.
In attesa della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, nel corso della quale gli Stati Uniti potrebbero presentare il loro piano di pace, il conflitto tra Russia e Ucraina continua a evolvere, sia sul terreno sia in ambito diplomatico. Una novità arriva dalla regione russa del Kursk, con Kiev che ha aperto alla possibilità di aprire un corridoio umanitario nell’area sotto il proprio controllo per permettere alla popolazione russa di sfollare in zone ancora controllate dalla Federazione. Nel Donbass, invece, non si fermano le truppe di Vladimir Putin che venerdì hanno conquistato la città di Dzerzhinsk e il villaggio di Druzhba, entrambi nel Donetsk.
La minaccia di Trump e la risposta di Mosca
Quale sia la strategia del presidente degli Stati Uniti per arrivare a una pace nel più breve tempo possibile appare sempre più chiaro ogni giorno che passa: usare la carota quando le due parti si mostrano disponibili a trattare e il bastone quando una delle due sembra ostacolare i suoi piani. Con Zelensky, almeno in apparenza, il gioco è apparso più facile: il presidente ucraino ha preteso garanzie di sicurezza che ancora non è chiaro se verranno rispettate e intanto ha messo a disposizione delle aziende statunitensi i giacimenti minerari di cui il suo Paese è ricco. Il tutto dopo aver ammorbidito le sue posizioni aprendo a una trattativa diretta con Putin, esclusa fino a poche settimane fa.
Diversa la situazione con il capo del Cremlino. L’amministrazione di Washington fa sapere che sia con Kiev sia con Mosca si registrano progressi nei colloqui. Ma la presidenza ha accolto in maniera abbastanza tiepida l’apertura di Zelensky, continuando parallelamente con la sua campagna militare nel Donbass. Così, Trump è tornato a minacciare pesanti sanzioni nei confronti della Russia in caso di mancato accordo: l’inviato speciale Usa, Keith Kellogg, ha dichiarato in un’intervista al New York Post che gli Stati Uniti sono pronti a raddoppiare le sanzioni nei confronti della Russia pur di mettere fine al conflitto. “Se c’è qualcuno che capisce cos’è la leva finanziaria, quello è il presidente Trump. E lo si può vedere da ciò che ha fatto di recente”, ha affermato l’inviato Usa aggiungendo che le sanzioni americane attuali, in una scala da uno a dieci, possono essere considerate a livello tre. Una pressione che serve a evitare di impantanarsi, dice, in una guerra di logoramento: “Se guardi alla storia, non vorresti mai entrare in una lotta di logoramento con i russi perché è così che combattono. Ci sono abituati. Voglio dire, questo è un Paese che era disposto a perdere, e lo ha fatto, 700mila uomini nella battaglia di Stalingrado in sei mesi e non ha battuto ciglio. E quindi la pressione non può essere solo militare. Bisogna fare pressione economica, bisogna fare pressione diplomatica, qualche tipo di pressione militare”.
Ma da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, fa sapere che da Washington non sono ancora arrivate proposte “sostanziali” per risolvere il conflitto in Ucraina. “Ci sono molte dichiarazioni e resoconti che vengono confutati, modificati o dichiarati bufale il giorno dopo – ha detto – Non abbiamo alcuna possibilità o desiderio di rispondere a ogni resoconto del genere. Finché non ci sarà qualcosa di sostanziale su questa questione dobbiamo solo essere pazienti”. E la Russia risponde agli Usa anche in materia di sanzioni dicendosi pronta a scrivere una nuova legge che le consenta di confiscare i fondi congelati di società e investitori stranieri. La commissione per l’attività legislativa del governo ha approvato una proposta di legge che delinea la procedura che la Russia dovrà seguire per confiscare proprietà straniere. Il disegno di legge fa seguito a un decreto firmato da Putin nel maggio 2024 riguardante beni e i titoli Usa che la Russia potrebbe identificare come risarcimento per il sequestro dei beni russi congelati negli Stati Uniti.
Mosca avanza nel Donetsk
Intanto i militari di Putin continuano ad avanzare. La città di Dzerzhinsk, nel Donetsk, è stata conquistata, come riferisce il ministero della Difesa: “In seguito alle attive azioni offensive condotte dalle unità della 1ª, 9ª e 132ª Brigata di fucilieri motorizzati della Guardia della 51ª Armata e dalla formazione di volontari ‘Veterani’ del gruppo di forze Centro, la città di Dzerzhinsk è stata liberata”, afferma il ministero in un comunicato usando il nome russo di Toretsk, una città mineraria che prima dell’inizio del conflitto contava oltre 30.000 abitanti. Le forze armate russe hanno preso anche un villaggio nell’est dell’Ucraina, Druzhba.
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