La sanatoria dei richiami vivi in Lombardia scatena le polemiche

lentepubblica.it Il via libera che approva la sanatoria dei richiami vivi in Lombardia solleva polemiche e rischia di favorire il bracconaggio: ecco la denuncia dell’ENPA, Ente Nazionale di Protezione Animali. La recente Deliberazione n. XII/3831 della Regione Lombardia, approvata il 27 gennaio 2025, ha suscitato forti critiche e preoccupazioni tra le associazioni ambientaliste, i cacciatori e […] The post La sanatoria dei richiami vivi in Lombardia scatena le polemiche appeared first on lentepubblica.it.

Feb 2, 2025 - 14:12
 0
La sanatoria dei richiami vivi in Lombardia scatena le polemiche

lentepubblica.it

Il via libera che approva la sanatoria dei richiami vivi in Lombardia solleva polemiche e rischia di favorire il bracconaggio: ecco la denuncia dell’ENPA, Ente Nazionale di Protezione Animali.


La recente Deliberazione n. XII/3831 della Regione Lombardia, approvata il 27 gennaio 2025, ha suscitato forti critiche e preoccupazioni tra le associazioni ambientaliste, i cacciatori e le istituzioni. La misura, che consente la regolarizzazione dei richiami vivi detenuti dai cacciatori lombardi, ha sollevato il timore che si stia aprendo una via per legalizzare il bracconaggio, sanando illeciti pregressi e introducendo rischi per la protezione della fauna selvatica.

Un provvedimento controverso e in contrasto con le leggi vigenti

Il cuore della delibera riguarda l’introduzione delle fascette aperte al posto degli anelli chiusi, che fino ad oggi certificano l’origine legale degli uccelli da richiamo, garantendo che siano nati in cattività e non catturati illegalmente. Gli anelli chiusi, infatti, sono sigilli inamovibili, strumenti di controllo che impediscono l’introduzione di esemplari prelevati in natura. Sostituirli con fascette apribili compromette l’identificazione tra esemplari legali e illeciti, creando una situazione che favorisce la caccia clandestina.

Inoltre, il provvedimento prevede una modifica massiccia di 246.629 richiami vivi già contrassegnati, un’operazione che implica l’impiego di 200.000 euro di fondi pubblici per acquistare nuovi contrassegni. Questo uso di risorse statali per regolarizzare situazioni passate considerate illecite ha sollevato nuove critiche sull’opportunità di finanziare simili provvedimenti con denaro pubblico.

Le implicazioni legali e le preoccupazioni europee

Oltre a infrangere le leggi italiane e europee, la delibera potrebbe comportare seri rischi sul piano internazionale. La Commissione Europea ha già sollevato dubbi sulla conformità dell’Italia alla Direttiva Uccelli, e la decisione lombarda potrebbe portare a una nuova procedura d’infrazione contro il nostro Paese. Le associazioni ambientaliste hanno già inviato la documentazione a Bruxelles, con l’intenzione di avviare azioni legali per fermare il provvedimento.

La Corte di Cassazione Penale, inoltre, ha già stabilito che la rimozione degli anelli chiusi rende immediatamente illegale un uccello da richiamo, poiché gli anelli sono considerati “sigilli di Stato”. Di conseguenza, la sanatoria non solo si pone in aperto contrasto con la normativa, ma potrebbe contribuire ad aumentare il caos e le irregolarità piuttosto che risolverle.

Il ruolo dei consiglieri regionali e le divisioni tra i cacciatori

Una parte della comunità venatoria si è schierata contro la delibera. Non solo le associazioni ambientaliste, ma anche alcuni cacciatori lombardi hanno sollevato preoccupazioni, denunciando che le nuove fascette in alluminio potrebbero danneggiare gli uccelli, causare ferite alle zampe o aumentare il rischio di impigliarsi nelle reti da caccia.

Il provvedimento, fortemente voluto da due consiglieri regionali cacciatori, ha suscitato perplessità anche per il loro passato coinvolgimento in manomissioni di anelli sui richiami vivi. Questo fatto ha alimentato il sospetto che gli interessi di pochi stiano prevalendo su quelli della maggioranza.

Le reazioni delle associazioni ambientaliste

La reazione delle principali associazioni ambientaliste non si è fatta attendere. WWF, ENPA, LIPU, OIPA, LAV, Legambiente e Pro Natura Lombardia sono tutte intervenute, annunciando ricorsi legali per chiedere l’annullamento della delibera e il sequestro degli uccelli da richiamo privi di anelli chiusi, considerati illegali secondo la legislazione in vigore.

Un colpo alla biodiversità lombarda?

L’approvazione di questa delibera solleva numerosi interrogativi sul futuro della biodiversità in Lombardia. Da una parte, la misura sembra rispondere a pressioni da parte di una minoranza di cacciatori, dall’altra, rischia di aprire falle nei sistemi di tutela della fauna selvatica. In un contesto di violazioni normative, rischio di sanzioni europee e contrarietà anche da parte della stessa comunità venatoria, il provvedimento sembra essere più una soluzione temporanea che una vera risposta ai problemi del settore.

Le prossime settimane saranno cruciali: amministrazioni locali e giustizia potrebbero dover intervenire per fermare quella che molti definiscono una misura che finisce per favorire il bracconaggio piuttosto che la corretta gestione faunistica.

The post La sanatoria dei richiami vivi in Lombardia scatena le polemiche appeared first on lentepubblica.it.