La cura da cavallo funziona per Disney, ma la concorrenza di Netflix si fa sentire

L'amministratore delegato 73enne Iger, chiamato in tutta fretta per risollevare le sorti del colosso dell'intrattenimento, ha compiuto un piccolo-grande miracolo (fatto di tantissimi tagli e sacrifici). Ma la partita per Disney resta aperta sul fronte dello streaming dove la concorrenza è sempre più agguerrita

Feb 7, 2025 - 18:29
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La cura da cavallo funziona per Disney, ma la concorrenza di Netflix si fa sentire

L’amministratore delegato 73enne Iger, chiamato in tutta fretta per risollevare le sorti del colosso dell’intrattenimento, ha compiuto un piccolo-grande miracolo (fatto di tantissimi tagli e sacrifici). Ma la partita per Disney resta aperta sul fronte dello streaming dove la concorrenza è sempre più agguerrita

Mentre Netflix ha iniziato l’anno annunciando 18,9 milioni di nuovi abbonati, numero che ha portato il totale globale delle sottoscrizioni a sfiorare i 302 milioni, Disney+, canale tematico dell’omonimo gruppo, deve ammettere una flessione negli iscritti. Ma si tratta dell’unico neo in una trimestrale comunque positiva, specie se letta mantenendo in filigrana la difficile situazione di partenza.

CALANO GLI ABBONATI DI DISNEY+

L’effetto Netflix (che continua ad attrarre utenti nonostante i ripetuti aumenti dei costi delle sottoscrizioni), si diceva, si avverte sulle flessioni della piattaforma rivale che ha comunque dalla sua non solo i cartoni animati più amati al mondo, ma anche i prodotti Star Wars, Indiana Jones, de I Simpson e nel prossimo periodo conta di irretire la platea dei millennial col ritorno di Buffy l’ammazzavampiri, serie cult degli anni ’90 con Sarah Michelle Gellar nuovamente negli attillati panni dell’esorcizzatrice di demoni assetati di sangue.

Resta da capire se questi investimenti comporteranno una inversione nel trend. Per il momento si sa con certezza che, nel primo trimestre, il numero totale di abbonati a Disney+ è sceso a 124,6 milioni rispetto ai 125,3 milioni del trimestre precedente, con una perdita di 700.000 iscritti. L’azienda si premura a definirlo un “modesto declino”, ma è indubbio che rappresenti una svolta per il servizio, che fino ad ora aveva mantenuto una crescita costante.

COME VA GLOBALMENTE DISNEY?

La situazione di estrema crisi da cui Disney ha provato a risollevarsi è ben nota a tutti. Ma la cura da cavallo fatta di tagli e licenziamenti a ripetizione sembra aver funzionato. Nel trimestre concluso a fine 2024, la major statunitense ha registrato ricavi pari a 24,69 miliardi di dollari, in crescita del 4,84% rispetto ai 23,55 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente e superiori alle aspettative degli analisti, che si attestavano a 24,62 miliardi di dollari.

L’utile netto è cresciuto vistosamente del 33,5%, raggiungendo 2,55 miliardi di dollari, rispetto agli 1,91 miliardi di dollari del primo trimestre fiscale 2024. L’utile per azione si è attestato a 1,40 dollari, con un Eps rettificato di 1,76 dollari, superando le previsioni del consensus fissate a 1,45 dollari. Il reddito prima delle imposte è cresciuto del 27%, attestandosi a 3,7 miliardi di dollari.

IL MIRACOLO DI IGER

I ricavi provengono principalmente dal segmento Entertainment, che ha registrato vendite per 10,87 miliardi di dollari, con una crescita del 9% su base annua. Il segmento Sports ha generato entrate per 4,85 miliardi di dollari, in linea rispetto all’anno precedente, mentre il segmento Experiences ha visto un incremento del 3%, con ricavi pari a 9,42 miliardi di dollari. Le operazioni infragruppo hanno invece ridotto i ricavi complessivi di 447 milioni di dollari.

Quanto al flusso di cassa operativo è  stato di 3,21 miliardi di dollari nel trimestre. Dopo aver investito 2,47 miliardi di dollari in parchi a tema, resort e altre infrastrutture, il free cash flow si è attestato a 739 milioni di dollari, in calo di 147 milioni di dollari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’azienda ha riacquistato azioni per un valore di 794 milioni di dollari e prevede un programma di buyback fino a 3 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2025. Un vero e proprio miracolo compiuto dall’ormai 73enne Bob Igerrichiamato in tutta fretta nell’autunno del ’22 per risollevare le sorti del colosso dell’intrattenimento. Missione che può dirsi compiuta.

Solo sul fronte Disney+ la situazione resta tesa: il Gruppo ha infatti ammesso di attendersi un ulteriore calo delle sottoscrizioni nel secondo trimestre del 2025, segno evidente che c’è ancora parecchio da lavorare per riuscire ad arginare gli altri player del settore.