In Val di Susa tra storia devozione e leggenda

Arroccata sulle impervie pendici del Monte Pirchiriano, la Sacra di San Michele si staglia maestosa, con il suo inconfondibile profilo,...

Feb 7, 2025 - 07:36
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In Val di Susa tra storia devozione e leggenda

Arroccata sulle impervie pendici del Monte Pirchiriano, la Sacra di San Michele si staglia maestosa, con il suo inconfondibile profilo, nel cuore della Val di Susa, in Piemonte. Monumento imponente dalla lunga e intensa storia candidato a Patrimonio Unesco, affascina da secoli con le sue mura antiche e le vertiginose altezze, dominando il paesaggio tra solennità, mistero e spiritualità. L’abbazia è ormai divenuta un simbolo identitario della regione e un punto di riferimento lungo la via Francigena, non solo per la sua straordinaria posizione, ma anche per il forte legame con il sacro (da cui il nome), per il significato storico e soprattutto per l’insieme di racconti che la riguardano, talvolta sfiorando il mito.

La Sacra di San Michele divenne però famosa in tutto il mondo anche perché fu il principale luogo d’ispirazione per Umberto Eco quando scrisse ’Il nome della rosa’, ambientandolo proprio in un monastero. Recentemente l’abbazia ha fatto da scenografia ad alcune scene esterne dell’omonima fiction tv. Edificato attorno all’anno Mille, l’edificio si inserisce in un itinerario devozionale di grande rilievo, ovvero la ’Linea di San Michele’, un’ideale direttrice immaginaria che collega sette santuari dedicati all’Arcangelo, dall’Irlanda fino a Israele. Questo tracciato mistico ha alimentato nel tempo interpretazioni esoteriche, attribuendo al luogo una valenza tanto simbolica quanto metafisica.

L’abbazia, realizzata in perfetta armonia con il massiccio roccioso su cui si innalza, è un capolavoro dell’architettura romanico-gotica. L’accesso principale avviene attraverso il ripido Scalone dei Morti. Un passaggio che conduce al Portale dello Zodiaco, ornato da sculture che raffigurano i segni astrologici. La storia della Sacra si intreccia anche con quella dei monaci benedettini, che la ressero per oltre sette secoli, trasformandola in un centro di cultura e spiritualità. Secondo la leggenda, fu però fondata da un nobile francese, Ugo di Montboissier, in espiazione dopo una vita dissoluta; in realtà la sua origine è assai più antica.

Tra i numerosi racconti che la riguardano vi è quello della bell’Ada – a cui è intitolata l’omonima torre –, una fanciulla che si gettò nel vuoto disperata: la prima volta venne miracolosamente salvata ma, nel tentativo di ripetere il prodigio per vanità, trovò la morte tra le rocce sottostanti. Non meno suggestiva è la credenza popolare secondo cui la Sacra sarebbe attraversata da potenti energie, rendendola un punto nodale per chi si interessa di geomanzia e mistica.

Il cuore della struttura è la Chiesa Superiore, caratterizzata da tre navate slanciate e da un coro che si eleva sulla roccia viva; gli affreschi, seppur in parte perduti, testimoniano il raffinato gusto artistico dell’epoca medievale. Un altro elemento su cui soffermarsi sono le rovine del Monastero Nuovo, che evocano l’antico splendore del complesso monastico; il Sepolcro dei Monaci custodisce invece le spoglie di coloro che un tempo animarono la vita dell’abbazia.

Oggi la Sacra di San Michele, tra le mete più affascinanti del Piemonte, capace di incantare pellegrini, studiosi e viaggiatori in cerca di bellezza e spiritualità, è affidata alla Congregazione dei Rosminiani, che ne curano la tutela e l’accoglienza dei visitatori. Info su www.sacradisanmichele.com