Evviva la libertà di sbagliare in montagna
In un periodo di omologazione e di politicamente corretto a tutti i costi, la montagna ci permette di essere davvero noi stessi. E di prendere decisioni sincere L'articolo Evviva la libertà di sbagliare in montagna proviene da Montagna.TV.
La libertà di sbagliare in montagna, senza giudizio della cultura dominante, è uno dei motivi per cui è bello andarci. Ma questa cultura ora pervade pure la montagna e complica le cose.
Il bisogno d’avventura nell’esperienza umana ha il potenziale per renderci forse migliori e salire in alto presenta più benefici che danni. Diversamente nessuno ci andrebbe più.
La libertà di trovarsi circondati dai pericoli può invero essere d’aiuto e un sollievo nel vivere in una società sempre più soffocante. A patto che l’avventura non si trasformi in un divertimento da consumare, ma una pratica da vivere appieno, dove le conseguenze naturali delle nostre scelte e azioni sono vissute realmente.In tal modo l’avventura non è solo una fuga sporadica dalla città grigia e dalle responsabilità in essa racchiuse, ma una via privilegiata utile per affrontarle.
Per quale motivo ci mettiamo potenzialmente nei guai? In una società in cui manca del tutto la responsabilità personale, soffocata dal sistema, la montagna ha la capacità di restituire la forma più pura. Quando si sbaglia, si sbaglia da soli e le conseguenze ricadono su se stessi.
Qui s’innesta la vera avventura, lontana da qualsiasi modello di perfezione, che attraversa fallimenti, discussioni, apprendimento e nuovi tentativi. Quella che ci fa toccare le nostre ombre e debolezze.
Quando riusciamo a cogliere quello che accade in montagna da una posizione di sincerità rispetto ai nostri difetti e desideri, forse riusciamo a vedere i rischi umani che stiamo attraversando e fare le migliori scelte possibili, perché ammettiamo in modo onesto quel che siamo.
Ancora il rischio maggiore sta nel decisore, che rientra in una delle categorie sottostanti:
A) spera di farla franca, ignorando la complessità delle cose;
B) confida nella risposta della scienza, perfettamente attrezzato, senza affrontare le debolezze di ciascuno, che quasi sempre generano i problemi;
C) si prepara ad essere impreparato e comprende come può essere vulnerabile all’errore, consapevole che in ogni momento può ricadere nelle categorie A e B.
Come Guida alpina non ho soluzioni facili e potrei descrivere dozzine di situazioni in cui mi sono ritrovato nelle prime due categorie e di sicuro ci ricascherò. A differenza delle falsità che attraversano il quotidiano, con mille veli di finzione che falsano la realtà, le montagne non mentono.
Per questo è bello, utile e persino educativo conoscerle e percorrerle.In fondo ci raccontano quel che siamo.
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