Splendido Molise: da Termoli ai borghi dell’interno, tra tesori culturali e sapori unici
Vivida, sonora, vibrante. E varia: il vento può sferzare potente lungo le coste che guardano i Balcani, o su agglomerati di case in pietra che spuntano da massicci carsici. Il Molise è una lingua di terra che dal mare porta alle alture rurali, tra pascoli e tratturi estesi, patrimonio montano dove sono stati censiti 12 L'articolo Splendido Molise: da Termoli ai borghi dell’interno, tra tesori culturali e sapori unici sembra essere il primo su Dove Viaggi.
Vivida, sonora, vibrante. E varia: il vento può sferzare potente lungo le coste che guardano i Balcani, o su agglomerati di case in pietra che spuntano da massicci carsici. Il Molise è una lingua di terra che dal mare porta alle alture rurali, tra pascoli e tratturi estesi, patrimonio montano dove sono stati censiti 12 habitat naturali diversi.
Il fascino quasi orientale di Termoli invita chi entra nella cittadella fortificata dalla forma ellittica a perdersi, tra piazzette e vicoli che portano lo stesso nome da oltre mille anni. Ogni pertugio finisce su un affaccio da contemplare: persino a Rejecelle, passaggio angusto che con i suoi 41 centimetri è considerato la strada più piccola d’Europa.
Da Termoli ai borghi
Si cammina su bastioni possenti, mentre laggiù in fondo un trabucco solitario si lascia schiaffeggiare dalle onde. Un luogo perfetto dove vivere la JOMO – Joy of Missing Out, la gioia di non partecipare, di lasciarsi alle spalle eventi affollati, programmi complicati e la connessione costante ai social.
Durante i mesi estivi attorno alla cattedrale romanica di San Basso, la cui pietra chiara risplende sotto i raggi del sole, è un brulicare infinito. Quando invece gli stabilimenti balneari chiudono, il borgo diventa magico e si lascia scoprire in tutti gli anfratti. È lì che sono disseminate le suite, le stanze arredate in stile marinaro e i ristoranti dell’albergo diffuso Residenza Sveva.
I pescatori attraccano all’alba e bussano alle cucine del ristorante Svevia, dove la tradizione gastronomica popolare incontra il contemporaneo. Qui si gustano scialatielli alle vongole locali, salicornia e alghe, razza in brodetto alla termolese e, d’obbligo, u pappone, piatto povero preparato in ogni casa da tempi immemorabili. “Si unisce il pane raffermo ammollato alla scafetta, l’avanzo di pesce saporito della paranza – triglie, merluzzetti, scorfani, cozze, lupini, gallinelle e seppioline – che le mogli ricevevano la sera dai mariti al ritorno dal mare”, spiega lo chef Massimo Talia. “Il tutto viene cotto con pomodoro, un pizzico di peperoncino, un peperone verde e del buon olio extravergine di oliva di frantoio”.
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Busso, zafferano e tartufi
Ci si allontana dalla città alla scoperta dei borghi dell’interno. Bastano pochi minuti e l’odore di salsedine lascia spazio al profumo del bosco, le strade attraversano folti querceti. I paesi si scorgono raramente. Sono sospesi su speroni rocciosi, fioriscono dalla pietra in un ecosistema che è un vero palinsesto di biodiversità. Busso, al cospetto del monte Vairano, è una tappa gastronomica immancabile. I suoi tesori sono lo zafferano e, soprattutto, i tartufi.
“I miei nonni negli anni Ottanta lavoravano queste terre. Zappando avevano notato quelle ‘patate bianche o nere dall’odore strano’, ma le accantonavano senza comprendere il regalo della natura”. Parole di Vincenzo Di Iorio, uno dei giovani impegnati a fare rete sul territorio per valorizzare le eccellenze molisane.
Lui e i suoi quattro lagotti romagnoli sono cacciatori senza fucile. La sua è l’unica azienda italiana di tartufi a filiera completa: 46 ettari di proprietà ed export in Europa, Emirati Arabi, Taiwan, Indonesia. Del resto, sottolinea Di Iorio, “dal Molise viene il 60 per cento della produzione nazionale dei pregiati tuberi”. Che possono essere cercati in un tour guidato nella tartufaia, a cui segue la visita dell’azienda, con degustazione di formaggi e salse al tartufo nero e tagliolini con generosa grattugiata di bianco.
Vinchiaturo
Pochi chilometri più a sud si raggiunge il borgo di Vinchiaturo per incontrare altre menti giovani e operose. Sono i ragazzi di CBMolisani, nuovo consorzio che ha aggregato piccole realtà agricole, artigianali e ricettive (cibimolisani.it).
“Nel nostro mulino a pietra si macina soltanto grano locale antico e tenace, come senatore Cappelli, marzuolo, saragolla, carosella o solina”, spiega Pasqualino Fierro, vicepresidente e fondatore del consorzio. “In queste terre incontaminate nascono una ventina di varietà di olio, vini come la Tintilia, il Moscato di Montagano, l’Amorese o il Campanino”.
E un nuovo fiore all’occhiello: la produzione idroponica, dunque senza consumo di suolo e a basso impatto ambientale. La pausa di gusto è alla tavola di Pasquale Felice, chef dell’agriturismo Casale Rosa, decorato con ceramiche dipinte a mano nel laboratorio interno. Qui è la genuinità a dettare il menu: da assaggiare i formaggi e i salumi artigianali, come la mortadella molisana, simile a un salame cotto scioglievole, o la pizza e minestra, preparata con cialde di mais ed erbe di campo.
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Il Parco archeologico di Sepino
La Porta di San Biagio segna l’ingresso a Bojano, luogo fuori dal tempo. Al Parco archeologico di Sepino il passato convive con il presente. Nell’antica città si cammina tra i resti del primo insediamento sannita (IV sec. a.C.), del mirabile teatro romano che supporta le case settecentesche dei contadini, delle testimonianze medioevali.
Una sorta di piccola Pompei incastellata e autentica, con spazi espositivi che conservano reperti di civiltà agropastorali. Chi ha gambe può intraprendere il sentiero delle Sorgenti, che dalla deliziosa chiesa di San Michele Arcangelo in sei ore e 380 metri di dislivello raggiunge i 1.300 metri di Prati di Civita, con magnifiche vedute sui paesaggi carsici.
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Basiliche, santuari e tipicità
Civita di Bojano è un villaggio sospeso nel tempo e nello spazio: due piazzette, decine di case abbandonate lungo la costa franosa della Giudecca, il quartiere ebraico, le rovine del castello medioevale. E la trattoria Borgo Antico, un’istituzione, che propone l’autentica cucina molisana.
Il viaggio prosegue fra sacro e profano. Meta di grande devozione per pellegrini e camminanti, la basilica minore dell’Addolorata di Castelpetroso, costruita a seguito di due apparizioni mariane nel 1888, si fa notare già da lontano per le sue imponenti e candide guglie in pietra di Guardialfiera, lavorata dagli scalpellini del posto.
Poi ecco Agnone, patria dell’unico ristorante stellato del Molise. Dopo 25 anni la chef Stefania Di Pasquo ha riportato la regione nella guida Michelin con la sua Locanda Mammì e piatti come il risotto della transumanza con fieno e rosa canina o l’agnello con cime di rapa e arachidi. Nel borgo il ritmo delle giornate è scandito dai rintocchi delle campane Marinelli, forgiate da mille anni nella fonderia più antica d’Italia. Qui è stata realizzata anche la campana del Giubileo 2025: alta un metro, pesa 200 chili, la sua nota è il re.
Da Agnone si parte con un bottino goloso, fatto di ostie ripiene di croccante al cioccolato, mostaccioli all’amarena e ciambelle della sposa del forno Antichi Sapori Patriarca, attivo dal 1861. Ma anche caciocavallo, scamorza e stracciata del caseificio Di Menna Alberto, casaro da 50 anni.
Tappa successiva è Trivento, dove meritano una visita la cattedrale, che ospita la magnifica cripta di San Casto, con colonne e capitelli romani e medioevali, e la scenografica scalinata di San Nicola con 365 gradini, uno per anno.
Poi si prosegue verso il maestoso santuario di Santa Maria del Canneto a Roccavivara (XI-XII sec.), dominato dal campanile alto 25 metri, simile a una torre di difesa, e si raggiunge Acquaviva Collecroce, dove ancora si parla un dialetto croato-molisano: roccaforte abbandonata dai Templari, qui nel XV secolo si insediarono gli slavi. Da sempre ricco d’acqua, come rivela il suo nome, è chiamato il paese delle fontane: ve ne sono molte, tra cui l’antica e suggestiva Funda Stara (la vecchia).
Poco oltre c’è Palata, arroccato su una collina, borgo in pietra, reticolo di vicoli sui quali si affacciano il bel Palazzo Ducale e la torre mozza della Niviera. Il mare è ormai vicino: l’ultima sosta è a San Giacomo degli Schiavoni con la torre e l’arco dell’orologio, simboli del borgo, i resti di una villa rustica romana di età repubblicana, le grotte scavate nel tufo dalla popolazione in cerca di riparo dopo il devastante terremoto del 1456.
Quindi il rientro a Termoli, con quel vento che risuona assieme alle campane della cattedrale tra i vicoli lastricati protesi verso l’Adriatico.
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Come arrivare
In auto: autostrada A14, uscite Vasto sud o Termoli.
In treno: con Frecciarossa e Intercity di Trenitalia (trenitalia.com) da Milano fino alla stazione di Termoli; con Intercity e Interregionali da Roma fino a Isernia. Poi si prendono i mezzi di Atm, Azienda Trasporti Molisana (atm-molise.it).
Dove dormire
1 Residenza Sveva
Hotel diffuso con ampie camere e suite arredate in stile marinaro, nei vicoli o affacciate sulle mura. Colazione con torte fatte in casa, salumi e formaggi del territorio.
Indirizzo: piazza Duomo 11, Termoli (Cb) Tel. 0875.70.68.03 Web: residenzasveva.com Prezzi: doppia b&b da 68 a 125 €
2 Agriturismo Casale Rosa
Struttura sulle colline di Vinchiaturo, dove trascorrere soggiorni in completo relax immersi nella natura. Le camere sono arredate in stile country, con decine di ceramiche dipinte a mano e realizzate nel laboratorio interno. Vanta anche un ristorante dove gustare prodotti tipici biologici.
Indirizzo: contrada Monteverde, 4/A, Vinchiaturo (Cb) Tel. 0874.34.382 Prezzi: doppia b&b da 70 a 100 €
3 Antica Taverna del Principe
Raffinata country house con camere dotate di ogni comfort. Deliziose colazioni dolci e salate a base di prodotti fatti in casa.
Indirizzo: contrada Piana d’Olmo, 3, Sepino (Cb) Tel. 351.55.28.369 Web: anticatavernadelprincipe.com Prezzo: doppia b&b da 90 a 120 €
Dove mangiare
4 Ristorante Svevia
Tra i vicoli della cittadella fortificata di Termoli, a due passi dal mare, una tavola raffinata dove protagonista è il pesce. Da provare il piatto della tradizione u pappone, il brodetto termolese e la pasta fresca con ceci e baccalà.
Indirizzo: via Giudicato Vecchio 24, Termoli (Cb) Tel. 0875.55.02.84 Web: svevia.it Prezzo medio: 60 €
5 Locanda Mammì
Ristorante che si è da poco aggiudicato una stella Michelin. La chef Stefania Di Pasquo ripropone piatti come il risotto della transumanza (con fieno e rosa canina) e lo squisito agnello con cime di rapa e arachidi.
Indirizzo: contrada Castelnuovo 86, Agnone (Is) Tel. 0865.77.379 Web: locandamammi.it Prezzo medio: 75 €
6 Trattoria Borgo Antico
Tra i ruderi di case in pietra e un’atmosfera ancestrale si incontra Filindo Russo, cuoco di una trattoria che vale la salita alla Civita. Questo è davvero il luogo in cui si custodiscono le eccellenze molisane, come cita la targa affissa qui. Da provare, fra l’altro, i ravioli alle erbe con fonduta di caciocavallo e zafferano e la chitarrina con ceci, funghi porcini e tartufo bianco.
Indirizzo: largo San Giovanni 6, Civita Superiore, Bojano (Cb) Tel. 348.82.20.215 Prezzo medio: 45 €
Dove comprare
7 Di Iorio Tartufi
Azienda specializzata dove acquistare i tartufi freschi, le salse (alla zucca, agli asparagi e tartufo), i sughi, le caciotte e le mozzarelle tartufate, la pasta e gli oli aromatizzati. Effettua anche spedizioni.
Indirizzo: via Alessandro Manzoni 51, Busso (Cb) Tel. 0874.44.73.89 Web: diioriotartufi.it
8 Caseificio Di Menna Alberto
Il laboratorio è minuscolo, però produce (pochi) formaggi di grande bontà, dal caciocavallo alla ricotta dura, dalla stracciata fresca alle scamorze. Tutto è realizzato ogni giorno con il latte delle mucche brune e podoliche che pascolano nei dintorni. Una garanzia di genuinità.
Indirizzo: strada comunale Rigaini 18, Agnone (Is) Tel. 0865.72.10.83
Per saperne di più: visitmolise.eu
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