Esame di stato di avvocato o lotteria? Bocciatura shock, ma il TAR ribalta tutto

lentepubblica.it Un esame ritenuto insufficiente, un ricorso al TAR e un ribaltamento clamoroso del giudizio: il caso della bocciatura di Davide (nome di fantasia), giovane laureato in giurisprudenza e aspirante avvocato, riaccende il dibattito sulla trasparenza e l’equità delle valutazioni nell’esame di abilitazione alla professione forense. Inizialmente valutata come “gravemente insufficiente”, la sua prova scritta è […] The post Esame di stato di avvocato o lotteria? Bocciatura shock, ma il TAR ribalta tutto appeared first on lentepubblica.it.

Gen 31, 2025 - 13:42
 0
Esame di stato di avvocato o lotteria? Bocciatura shock, ma il TAR ribalta tutto

lentepubblica.it

Un esame ritenuto insufficiente, un ricorso al TAR e un ribaltamento clamoroso del giudizio: il caso della bocciatura di Davide (nome di fantasia), giovane laureato in giurisprudenza e aspirante avvocato, riaccende il dibattito sulla trasparenza e l’equità delle valutazioni nell’esame di abilitazione alla professione forense.


Inizialmente valutata come “gravemente insufficiente”, la sua prova scritta è stata successivamente corretta da una diversa commissione, che non solo l’ha giudicata idonea, ma le ha attribuito il punteggio più alto tra tutti i candidati della sua sessione.

Un epilogo positivo per lui, che oggi è un avvocato iscritto all’albo, ma che solleva importanti interrogativi sul funzionamento di un sistema su cui aleggiano non poche ombre.

Un’analisi dei verbali ha infatti rivelato che la sottocommissione responsabile della sua bocciatura aveva respinto circa l’86% candidati, una percentuale significativamente più alta rispetto alle altre commissioni valutatrici. “Voglio credere che non sia qualcosa fatto con dolo, ma piuttosto negligenza”, ha dichiarato Davide al Messaggero, sottolineando come molti altri candidati, non avendo la possibilità economica di presentare ricorso, abbiano dovuto attendere un anno per ripetere l’esame.

Un brillante percorso accademico e una bocciatura inaspettata

Conseguita la laurea nel 2022 con lode e una tesi di particolare valore accademico, Davide vantava una carriera universitaria eccellente, con una media prossima al 30 e aveva già maturato un’esperienza in uno studio legale prestigioso. Forte di queste credenziali, aveva affrontato l’esame di abilitazione con sicurezza, scegliendo la traccia di diritto civile.

Il risultato, però, è stato ben diverso dalle aspettative: mentre altri candidati con risposte simili avevano ottenuto valutazioni comprese tra il 18 e il 21, il suo elaborato era stato giudicato gravemente insufficiente con un punteggio di 12. Una discrepanza che lo ha spinto a presentare istanza di accesso agli atti e ad analizzare nel dettaglio la situazione.

Dati anomali e il ricorso al TAR

L’indagine sui verbali di correzione ha messo in luce un elemento inquietante: la sottocommissione che aveva esaminato la sua prova aveva respinto ben l’86% degli elaborati, a fronte di percentuali di bocciatura molto più contenute nelle altre due commissioni (43% e 49%). In un caso, tutti e dieci i candidati esaminati in una singola sessione erano stati dichiarati non idonei. Complessivamente, su 145 partecipanti, 85 non avevano superato l’esame, di cui 41 erano stati valutati proprio dalla commissione ritenuta particolarmente severa.

Forte di questi dati, Davide ha deciso di presentare ricorso al TAR, evidenziando la disparità di valutazione. Il tribunale amministrativo ha accolto la sua istanza, ritenendo che elaborati simili fossero stati valutati in modo differente e disponendo una nuova correzione.

Un ribaltamento totale e il riconoscimento del merito

La nuova sottocommissione incaricata della valutazione ha dato un esito completamente opposto al precedente: non solo l’elaborato è stato giudicato sufficiente, ma ha ricevuto un punteggio di 24 su 30, il più alto tra i candidati che avevano scelto quella traccia. Superata anche la prova orale, Davide ha ottenuto l’abilitazione e ha potuto effettuare l’iscrizione all’albo.

Tuttavia, il successo personale non cancella le criticità emerse da questa vicenda. “Sono soddisfatto ma è stato molto stressante e non riesco a non pensare a tutti i ragazzi che si sono trovati nella mia situazione e che non hanno potuto fare ricorso, magari per motivi economici, perdendo un anno”, ha sottolineato. Il ricorso infatti ha avuto un costo di circa 4mila euro, una spesa considerevole che non tutti i candidati avrebbero potuto sostenere.

Un sistema che disillude e scoraggia

Il caso di Davide è l’ennesima dimostrazione di un sistema di valutazione che appare dominato da un’inaccettabile discrezionalità. La correzione delle prove scritte dell’esame di abilitazione forense ogni anno si trasforma, da tempo ormai immemore, in una sorta di lotteria in cui il destino di un candidato dipende più dai criteri di valutazione della commissione piuttosto che dal reale valore della sua prova.

Questa evidente arbitrarietà mina la credibilità dell’intero percorso di accesso alla professione, alimentando la sfiducia tra i giovani laureati e scoraggiandoli dal tentare questa strada. Non si tratta solo di ingiustizie individuali: ogni bocciatura ingiustificata rappresenta un anno perso, costi aggiuntivi e, per molti, la rinuncia definitiva a una carriera per cui hanno investito anni di studio e sacrifici.

Se le valutazioni degli elaborati dei candidati continuano a essere condizionate da criteri opachi e discrezionali, il rischio è quello di selezionare non i più meritevoli, ma semplicemente i più fortunati o i più facoltosi. In un sistema che dovrebbe garantire l’accesso a una professione fondata sulla giustizia e sul diritto, questa distorsione è non solo un paradosso, ma una grave sconfitta.

Una professione in crisi: il rischio di una selezione arbitraria e di una disillusione generazionale

La conseguenza nefasta di tale situazione si traduce nel progressivo calo degli iscritti all’esame di stato. Il percorso per diventare avvocato in Italia è divenuto una corsa ad ostacoli costellata da pratiche non retribuite, un esame di abilitazione caratterizzato da criteri di valutazione spesso arbitrari e un mercato professionale sempre più saturo e privo di tutele economiche adeguate. Il risultato è che sempre meno giovani scelgono questa strada, non per mancanza di passione, ma perché le condizioni offerte sono semplicemente insostenibili.

Il problema non si limita alla difficoltà del percorso, ma investe anche la credibilità della professione stessa. Il fatto che in molti studi legali i praticanti vengano trattati come manodopera gratuita, se non addirittura sottoposti ad abusi deontologici, è sintomo di una crisi profonda che l’Ordine, pur riconoscendola, fatica a contrastare in modo efficace. Se davvero si vuole evitare l’erosione progressiva della professione, è necessario intervenire con riforme strutturali che garantiscano formazione di qualità, un accesso equo e meritocratico alla professione e, soprattutto, condizioni dignitose per chi sceglie questa strada.

La professione forense si presenta oggi come un’ironica parodia dei principi che dovrebbe incarnare: equità, trasparenza e giustizia. Un sistema che pretende di formare futuri difensori del diritto ma non è in grado di garantirne uno neanche ai suoi aspiranti membri, lasciando che le loro sorti dipendano dall’umore delle commissioni e dalla possibilità di pagare un ricorso. Praticanti senza stipendio, correzioni senza regole: forse più che un esame di abilitazione, si tratta di una selezione naturale per chi può permettersi di giocare alla roulette della giustizia. E chissà, magari un giorno, tra un atto e l’altro, qualche giovane avvocato riuscirà persino a essere pagato.

The post Esame di stato di avvocato o lotteria? Bocciatura shock, ma il TAR ribalta tutto appeared first on lentepubblica.it.