La nuova scuola secondo Valditara: latino, ma anche più inglese e geografia
lentepubblica.it Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha delineato le linee guida della nuova scuola durante la trasmissione di Radio1 “Giù la Maschera”: maggiore spazio al latino, ma anche all’inglese e alla geografia. Ospiti della puntata, condotta da Marcello Foa, erano presenti Giorgio Gandola, Luciano Canfora, professore emerito di Filologia all’Università di Bari, e […] The post La nuova scuola secondo Valditara: latino, ma anche più inglese e geografia appeared first on lentepubblica.it.
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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha delineato le linee guida della nuova scuola durante la trasmissione di Radio1 “Giù la Maschera”: maggiore spazio al latino, ma anche all’inglese e alla geografia.
Ospiti della puntata, condotta da Marcello Foa, erano presenti Giorgio Gandola, Luciano Canfora, professore emerito di Filologia all’Università di Bari, e Luigi Miraglia, latinista e direttore dell’Accademia Vivarium Novum.
La nuova scuola secondo Valditara: latino, ma anche più inglese e geografia
Valditara ha evidenziato l’intenzione di introdurre lo studio del latino nella scuola media a partire dall’anno scolastico 2026-2027, considerandolo un elemento essenziale per migliorare la padronanza della lingua italiana. “Il latino rappresenta un valido esercizio di logica ed è fondamentale per comprendere meglio la grammatica italiana,” ha dichiarato il Ministro, sottolineando che l’introduzione di questa disciplina richiederà tempo per l’elaborazione di nuovi testi scolastici. Valditara si dice certo di un’ampia adesione a questa riforma.
Alle critiche che vedono queste nuove indicazioni come un ritorno a modelli superati, il Ministro ha risposto ricordando l’attenzione riservata alle materie scientifiche, con l’introduzione delle linee guida STEM nel 2023 e la sperimentazione in corso sull’intelligenza artificiale. Ha inoltre posto l’accento sul rafforzamento dello studio della lingua inglese attraverso iniziative come la riforma “4+2” e i progetti “Agenda Sud” e “Agenda Nord“, le cui ricadute positive sarebbero confermate dai dati Invalsi.
Un altro aspetto su cui Valditara ha insistito è il rilancio della geografia, materia che nel tempo ha subito una significativa riduzione nei programmi scolastici. “Dobbiamo restituire dignità alla geografia, oggi molti studenti non sanno nemmeno dove si trova il fiume Po,” ha affermato il Ministro.
Le nuove indicazioni nazionali, elaborate da una commissione apposita, entreranno in vigore nel 2026-2027 e mirano a un aggiornamento sostanziale dei percorsi formativi. Il documento programmatico pone al centro la figura dello studente, promuovendo l’inclusione e riservando particolare attenzione alle disabilità e alle situazioni di marginalità sociale. Valditara ha sottolineato come le nuove linee guida vogliano fornire un valido supporto agli insegnanti, aiutandoli a rispondere alle sfide educative di una società in continua trasformazione.
Qui è possibile riascoltare la puntata per intero.
Agli studenti le nuove indicazioni non piacciono affatto
La riforma, tuttavia, non ha convinto tutti. L’Unione degli Studenti ha espresso un giudizio fortemente critico, denunciando la riduzione dell’insegnamento della geostoria a favore di un approccio focalizzato sulla storia italiana, dall’antica Roma fino al Risorgimento, con particolare attenzione alla tradizione cristiana. “L’inserimento dello studio della Bibbia nei programmi scolastici rappresenta una chiara scelta politica, che si cela dietro la volontà di riscoprire le radici culturali italiane,” ha dichiarato il coordinatore nazionale dell’UdS, Tommaso Martelli.
Gli studenti contestano inoltre la presunta deriva nazionalistica della riforma, ritenendo che la riduzione dell’attenzione alla geostoria limiti la capacità di analizzare gli eventi in una prospettiva più ampia e critica. “Dare meno spazio alla geostoria significa privare gli studenti di una visione globale degli eventi, restringendo la conoscenza alla sola storia nazionale e occidentale” ha aggiunto Martelli, ribadendo la necessità di una scuola più aperta e inclusiva, capace di rispondere alle sfide della contemporaneità.
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