Ecco perchè la Fed non ha fretta di tagliare i tassi

L’economia Usa sta crescendo a un ritmo sano. Il PIL reale è aumentato del 2,3% nel quarto trimestre, portando il tasso di crescita annuale al 2,8% nel 2024. Per contestualizzare, l’economia è cresciuta ad un tasso medio annuo del 2,4% durante l’espansione economica 2010-2019. La robusta spesa dei consumatori continua a guidare l’attività economica. Le... Leggi tutto

Feb 4, 2025 - 13:52
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Ecco perchè la Fed non ha fretta di tagliare i tassi

L’economia Usa sta crescendo a un ritmo sano. Il PIL reale è aumentato del 2,3% nel quarto trimestre, portando il tasso di crescita annuale al 2,8% nel 2024. Per contestualizzare, l’economia è cresciuta ad un tasso medio annuo del 2,4% durante l’espansione economica 2010-2019. La robusta spesa dei consumatori continua a guidare l’attività economica. Le spese per consumi personali reali sono aumentate del 4,2% nel quarto trimestre, la più grande ripresa trimestrale dall’inizio del 2023. I nuovi dati di dicembre rivelano che i consumatori hanno chiuso l’anno con un aumento della spesa superiore alle attese dello 0,7%, sostenuto da un solido aumento dello 0,4% dei redditi. Anche l’aumento della spesa di novembre è stato rivisto al rialzo dallo 0,4% allo 0,6%. La spesa per beni durevoli ha sostenuto le spese alla fine del 2024, in particolare per veicoli a motore e beni ricreativi.

Se si deve credere ai sondaggi, un po’ di tariffa anticipata potrebbe aver giocato un ruolo nella partecipazione dei consumatori nel quarto trimestre. Quasi un terzo dei consumatori intervistati dall’Università del Michigan ha menzionato spontaneamente le tariffe a gennaio, in aumento rispetto al 24% di dicembre e a meno del 2% prima delle elezioni. Ci aspettiamo di vedere una certa moderazione nella spesa a seguito dell’imposizione delle nuove tariffe annunciate, pari del 25% su Canada e Messico.

Gli investimenti privati ​​hanno subìto un duro colpo nel quarto trimestre. La spesa delle aziende è diminuita del 5,6%, spinta da un forte calo delle scorte. Meccanicamente parlando, le scorte sono comunque aumentate, ma ad un ritmo più lento rispetto al terzo trimestre. Le scorte sono soggette a oscillazioni volatili, quindi spesso le esaminiamo quando valutiamo la salute di fondo dell’economia. Le vendite finali reali agli acquirenti privati ​​nazionali, che eliminano la spesa pubblica, le esportazioni nette e le scorte dal PIL, sono aumentate del 3,2% nel quarto trimestre, segnalando che l’economia statunitense ha concluso il 2024 con una nota positiva. Anche la spesa delle aziende sembra pronta per un miglioramento nei trimestri a venire. Gli ordini di beni strumentali di base a novembre e dicembre sono aumentati al ritmo bimestrale più rapido dall’inizio del 2023.

Altre categorie di investimenti aziendali si sono tuttavia indebolite in modo simile nel quarto trimestre. Le spese per l’elaborazione delle informazioni e le apparecchiature di trasporto sono state frenate, quale parziale effetto degli scioperi Boeing ormai conclusi. Gli alti tassi di interesse hanno continuato a pesare anche sulla spesa per strutture non residenziali, in particolare per la costruzione di immobili commerciali. Nel frattempo, le aziende hanno continuato ad investire risorse in software di proprietà intellettuale e R&S. Restiamo ottimisti sulla spesa per software negli Stati Uniti, anche dopo che la presentazione di DeepSeek ha rimesso in discussione quanto investimento di capitale sia necessario per finanziare la transizione all’IA.

Un altro aspetto positivo è stato l’investimento residenziale. Le spese residenziali private sono aumentate del 5,3% nel quarto trimestre, dopo le flessioni consecutive nei due trimestri precedenti. La crescita non riflette tuttavia l’inizio di una ripresa del mercato immobiliare, ma piuttosto una ripresa dell’edilizia abitativa causata da una stasi nei tassi dei mutui alla fine dell’estate scorsa. Le vendite di case in sospeso sono diminuite del 5,5% a dicembre, a ricordare che gli alti tassi dei mutui restano proibitivi per i potenziali acquirenti. Detto questo, le nuove costruzioni sono state relativamente isolate dalle tensioni più ampie del mercato immobiliare. Le vendite di nuove case sono aumentate del 3,6% a dicembre e sono aumentate del 2,5% nel 2024 nel suo complesso, nonostante i tassi dei mutui si siano aggirati intorno al 7,0% per la maggior parte di quel periodo. Questa resilienza si riduce all’uso da parte dei costruttori di tagli di prezzo, riduzioni dei tassi dei mutui e altri incentivi per migliorare l’accessibilità delle nuove costruzioni. Guardando al futuro, è probabile che il mercato immobiliare rimanga sotto pressione quest’anno, poiché una disinflazione più lenta limita la portata dei tagli dei tassi di interesse.

A questo proposito, le pressioni sui prezzi continuano a diminuire, ma a passo di lumaca. Il deflatore PCE core è aumentato dello 0,2% a dicembre (0,16% non arrotondato), pari a un tasso del 2,8% su 12 mesi. La cifra annualizzata trimestrale del 2,5% dipinge un quadro leggermente migliore, ma è rimasta più o meno invariata da ottobre.

Le tendenze nell’indice dei costi del lavoro (ECI) suggeriscono che il mercato del lavoro non è più una fonte significativa di pressioni sui prezzi. L’ECI è aumentato dello 0,9% nel quarto trimestre, al di sopra del tasso di crescita medio durante il ciclo precedente, ma nell’ambito di coerenza con l’obiettivo di inflazione del 2% della Fed. Tuttavia, i progressi sulla disinflazione rimangono ancora incrementali nella migliore delle ipotesi.

Questo significa che la Fed non sarà “costretta” a ridurre nuovamente i tassi di interesse mentre l’economia mantiene la resilienza e l’inflazione continua a persistere. Detto questo, consideriamo la potenziale ondata di nuovi dazi in arrivo come un rischio al ribasso per la crescita, che potrebbe incidere negativamente sullo slancio economico.

Difficile capire al momento se questo possa in qualche modo fa cambiare idea alla Fed. Dalle dichiarazioni di Powell in chiusura dell’ultimo meeting c’era poco che suggerisse che il FOMC stesse pensando ad un altro taglio dei tassi a breve. Non dimentichiamo che l’ultimo Summary of Economic Projections, pubblicato a dicembre, ha mostrato che il membro mediano del Comitato riteneva che ulteriori 50 bps di tagli dei tassi sarebbero stati appropriati entro la fine del 2025: se il FOMC ritiene appropriati solo 50 bps di tagli dei tassi entro dicembre, allora chiaramente non ha fretta di tagliare.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim