D’inverno sul Monte Cristo, panoramico cocuzzolo del Gran Sasso
Questa piccola cima, vicinissima a L’Aquila e all’autostrada, offre una meta tranquilla e meravigliosi panorami a escursionisti e scialpinisti. Con neve ghiacciata, invece delle ciaspole, possono servire i ramponi L'articolo D’inverno sul Monte Cristo, panoramico cocuzzolo del Gran Sasso proviene da Montagna.TV.
Se il versante aquilano del Gran Sasso fosse una scalinata, il gradino più alto sarebbe naturalmente il Corno Grande, seguito dalla cresta del Monte Portella e del Monte Aquila. Il gradino numero tre sarebbe il Monte Scindarella, raggiunto a ovest da una seggiovia che serve le più belle piste di Campo Imperatore. Da qui, verso est, si stacca la dorsale di Monte San Gregorio di Paganica.
Il quarto gradino, il più basso, è il Monte Cristo, che tocca i 1928 metri di quota, ed è stato reso popolare in passato da alcuni impianti di risalita che ne facevano un’alternativa a Campo Imperatore soprattutto nelle giornate di vento forte. A rendere questa piccola cima molto frequentata anche oggi è l’illogica sbarra della Provincia dell’Aquila che chiude la strada di Campo Imperatore al Pian di Fugno, e allunga inutilmente le escursioni invernali verso i Tre Laghetti e l’altopiano.
Inizia proprio dalla sbarra la bella e non lunga (un’ora e mezza di salita) escursione verso la vetta di Monte Cristo. Quando la neve è abbondante il percorso può essere affrontato con le ciaspole ai piedi, se il pendio è ghiacciato (succede spesso, a causa del vento) per affrontare il breve tratto più ripido conviene utilizzare i ramponi. Gli scialpinisti aquilani salgono sul Monte Cristo quando il tempo più in alto è cattivo, o se vogliono tornare a casa per pranzo.
L’autostrada che arriva ad Assergi rende il Monte Cristo a portata di mano anche per chi arriva da più lontano. Il panorama dalla cresta sommitale e dalla cima, è spettacolare verso il Pizzo Cefalone, il Monte Scindarella e la cresta della Portella, oltre la quale compare con tutta la sua imponenza il Corno Grande. Dall’altra parte si vedono i monti di Campo Felice, il Sirente e la conca dell’Aquila.
L’itinerario: dal Pian di Fugno al Monte Cristo
Punto di partenza: Pian di Fugno (AQ) 1430 m
Dislivello: + 500 m
Tempo: da 2.30 a 3.15 ore a/r
Difficoltà: WT1/WT2
Periodo consigliato: da dicembre a marzo
A sinistra della strada sbarrata per Campo Imperatore, si imbocca una stradina a mezza costa che si alza con una svolta a sinistra, entra nel Vallone Macchiole e raggiunge la Fonte di Pietra Guardia (1500 m). Per evitare il giro che la strada compie nel vallone si può salire a sinistra subito dopo la Fonte.
Si ritrova la strada, la si traversa, e si sale a sinistra di un valloncello percorso da un sentiero segnato, avvicinandosi agli skilift abbandonati di Monte Cristo. Senza raggiungerli, ci si alza con una lunga diagonale verso destra sui pendii della Costa Vallattone, con bel panorama verso il Monte Ocre, il Sirente e la costiera dal Monte San Franco al Pizzo Cefalone.
Si toccano dei modesti affioramenti rocciosi, poi si raggiunge la base del versante meridionale di Monte Cristo un centinaio di metri di dislivello più in alto della sella traversata dal sentiero segnato.
Qui si piega a sinistra, e si sale senza via obbligata un gradino più ripido (pendenze fino ai 30°), fino a uscire sul pianoro sommitale, dal quale appaiono il Monte della Scindarella e il Corno Grande. In breve si raggiunge la larghissima vetta (1928 m, 1.30 ore), dov’è l’arrivo di un altro skilift in abbandono. La discesa per lo stesso itinerario richiede un’ora.
Chi vuole camminare più a lungo, dopo aver sceso tratto ripido, può lasciare l’itinerario di andata dove questo piega a destra e raggiungere una sella (1728 m) alla base del versante meridionale della montagna. Una breve discesa conduce alla strada di Campo Imperatore, chiusa e innevata d’inverno. Seguendola per circa 4 km, con percorso panoramico e solitario, si torna al punto di partenza. In questo caso occorrono 0.45 ore in più.
Impianti abbandonati, impianti in progetto
Monte Cristo e la vicina Fossa di Paganica, nel secondo dopoguerra, hanno visto un maldestro tentativo di “valorizzazione” turistica. Ai piedi della montagna sono sorti una strada e un piazzale, e verso i 1928 metri della cima sono stati costruiti alcuni skilift, abbandonati dopo alcuni decenni. Nella Fossa di Paganica, ribattezzata Campo Nevada, è stata avviata la costruzione di edifici che non sono mai stati completati, e che versano in stato di completo (e orrendo) abbandono, e che sono uno sfregio ben visibile alla natura del Gran Sasso. Dopo la nascita del Parco, la loro eliminazione è stata proposta più volte, ma il progetto non si è mai realizzato. In compenso, da anni, si parla del progetto di un nuovo impianto tra la Fossa di Paganica e il Monte Scindarella, in grado di portare gli sciatori sulle piste di Campo Imperatore.
Come arrivare
Da Assergi e dall’omonimo casello della A24 si sale a Fonte Cerreto, base della funivia del Gran Sasso. Si prosegue sulla strada di Campo Imperatore, che supera la base della Valle Fredda e sale a svolte al Pian di Fugno (1430 m, 7 km da Fonte Cerreto). Qui si stacca a sinistra la strada (aperta e spazzata) per il piazzale di Monte Cristo, mentre quella che sale verso Campo Imperatore è chiusa d’inverno da una sbarra.
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