Vittima delle torture di Almasri denuncia Meloni, Nordio e Piantedosi. Opposizioni unite: ...
AGI - Una vittima e testimone delle torture del comandante della polizia giudiziaria libica Osama Almasri ha presentato una denuncia alla procura di Roma contro il Governo italiano per "favoreggiamento" per "le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni" che, secondo il denunciante Lam Magok Biel Ruei "hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia". Nella denuncia che finirà a breve all'attenzione dei magistrati di piazzale Clodio si legge che "l'inerzia del ministro della Giustizia - il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale -, e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell'Interno, con l'immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all'arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico". Per il legale dell'uomo, attualmente ospite di una struttura di Baobab Experience, "esiste un comunicato ufficiale della Corte penale internazionale del 22 gennaio 2025 che dimostra che le autorità italiane erano state non solo opportunamente informate dell'operatività del mandato di arresto, ma anche coinvolte in una precedente attività di consultazione preventiva e coordinamento volta proprio a garantire l'adeguata ricezione della richiesta della Corte e la sua attuazione. In quello stesso comunicato si riporta inoltre che le autorità italiane hanno chiesto espressamente alla Corte penale internazionale di non commentare pubblicamente l'arresto di Almasri, dimostrando, quindi, di esserne a conoscenza". Opposizioni unite, Meloni deve spiegare in Aula Nessuna novità dal governo sull'informativa da tenere in Parlamento sul caso Almasri. Da qui l'iniziativa comune delle opposizioni di tornare a chiedere intervenendo nell'Aula della Camera che il governo e, nello specifico, la premier Giorgia Meloni riferisca urgentemente al Parlamento. Alla vigilia delle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato, convocate per domani alle 13 e alle 15 proprio sulla vicenda Almasri, le opposizioni lamentano il silenzio del governo, nonostante le rassicurazioni offerte la scorsa settimana sul fatto che un'informativa si sarebbe svolta e che il governo avrebbe fatto sapere in tempi brevi chi e in quali modalità sarebbe intervenuto alle Camere. E così prima M5s con il leader Giuseppe Conte, poi Pd e Avs a cui si uniscono Azione, Iv e Più Europa, tornano a incalzare l'esecutivo e a chiedere che sia la premier Giorgia Meloni in persona a svolgere l'informativa in Aula e spiegare come si sono svolti i fatti. Non solo: le opposizioni sono pronte a mettere in atto altre iniziative che bloccano ancora i lavori della Camera se non ci saranno risposte "certe" da parte del governo. Lo dice esplicitamente la capogruppo dem Chiara Braga: "Reiteriamo la richiesta di informativa e anticipiamo che non siamo disponibili a riprendere i lavori domani se non ci sarà una risposta adeguata dal governo". Domani "vogliamo certezza sull'informativa", è il fil rouge degli interventi delle opposizioni. Dunque, per le opposizioni la dead line scadrà domani, quando si riuniranno le capigruppo di Camera e Senato. Sarà in quelle sedi che Pd, M5s, Avs, Azione, Iv e Più Europa attendono risposte "certe" da parte del governo sull'informativa sul caso Almasri. Anche se, viene spiegato, ci si attende "ormai che il governo apporrà sulla vicenda il segreto di Stato" così da "silenziare" tutto. O, in alternativa, "si presenterà in Aula qualcuno del governo e dirà che tutto è stato fatto per ragioni di sicurezza nazionale, come del resto ha già detto pubblicamente la premier Meloni", è la previsione che fanno tra le fila delle opposizioni. Fatto sta che "al momento dal governo tutto tace", ribadiscono.
AGI - Una vittima e testimone delle torture del comandante della polizia giudiziaria libica Osama Almasri ha presentato una denuncia alla procura di Roma contro il Governo italiano per "favoreggiamento" per "le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni" che, secondo il denunciante Lam Magok Biel Ruei "hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia".
Nella denuncia che finirà a breve all'attenzione dei magistrati di piazzale Clodio si legge che "l'inerzia del ministro della Giustizia - il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale -, e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell'Interno, con l'immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all'arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico".
Per il legale dell'uomo, attualmente ospite di una struttura di Baobab Experience, "esiste un comunicato ufficiale della Corte penale internazionale del 22 gennaio 2025 che dimostra che le autorità italiane erano state non solo opportunamente informate dell'operatività del mandato di arresto, ma anche coinvolte in una precedente attività di consultazione preventiva e coordinamento volta proprio a garantire l'adeguata ricezione della richiesta della Corte e la sua attuazione. In quello stesso comunicato si riporta inoltre che le autorità italiane hanno chiesto espressamente alla Corte penale internazionale di non commentare pubblicamente l'arresto di Almasri, dimostrando, quindi, di esserne a conoscenza".
Opposizioni unite, Meloni deve spiegare in Aula
Nessuna novità dal governo sull'informativa da tenere in Parlamento sul caso Almasri. Da qui l'iniziativa comune delle opposizioni di tornare a chiedere intervenendo nell'Aula della Camera che il governo e, nello specifico, la premier Giorgia Meloni riferisca urgentemente al Parlamento. Alla vigilia delle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato, convocate per domani alle 13 e alle 15 proprio sulla vicenda Almasri, le opposizioni lamentano il silenzio del governo, nonostante le rassicurazioni offerte la scorsa settimana sul fatto che un'informativa si sarebbe svolta e che il governo avrebbe fatto sapere in tempi brevi chi e in quali modalità sarebbe intervenuto alle Camere.
E così prima M5s con il leader Giuseppe Conte, poi Pd e Avs a cui si uniscono Azione, Iv e Più Europa, tornano a incalzare l'esecutivo e a chiedere che sia la premier Giorgia Meloni in persona a svolgere l'informativa in Aula e spiegare come si sono svolti i fatti. Non solo: le opposizioni sono pronte a mettere in atto altre iniziative che bloccano ancora i lavori della Camera se non ci saranno risposte "certe" da parte del governo. Lo dice esplicitamente la capogruppo dem Chiara Braga: "Reiteriamo la richiesta di informativa e anticipiamo che non siamo disponibili a riprendere i lavori domani se non ci sarà una risposta adeguata dal governo".
Domani "vogliamo certezza sull'informativa", è il fil rouge degli interventi delle opposizioni. Dunque, per le opposizioni la dead line scadrà domani, quando si riuniranno le capigruppo di Camera e Senato. Sarà in quelle sedi che Pd, M5s, Avs, Azione, Iv e Più Europa attendono risposte "certe" da parte del governo sull'informativa sul caso Almasri. Anche se, viene spiegato, ci si attende "ormai che il governo apporrà sulla vicenda il segreto di Stato" così da "silenziare" tutto. O, in alternativa, "si presenterà in Aula qualcuno del governo e dirà che tutto è stato fatto per ragioni di sicurezza nazionale, come del resto ha già detto pubblicamente la premier Meloni", è la previsione che fanno tra le fila delle opposizioni. Fatto sta che "al momento dal governo tutto tace", ribadiscono.