Verifiche sul Superbonus 110%: Procure a Agenzia delle Entrate iniziano a fare sul serio
Lo scorso 5 febbraio 2025 la Guardia di finanza di Milano ha sequestrato, in un’inchiesta per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio, oltre 65 milioni di Euro di crediti d’imposta inesistenti, riconducibili al Superbonus 110% e al bonus facciate. L’indagine vede al centro una società che si occupa di interventi di […] L'articolo Verifiche sul Superbonus 110%: Procure a Agenzia delle Entrate iniziano a fare sul serio proviene da Iusletter.
Lo scorso 5 febbraio 2025 la Guardia di finanza di Milano ha sequestrato, in un’inchiesta per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio, oltre 65 milioni di Euro di crediti d’imposta inesistenti, riconducibili al Superbonus 110% e al bonus facciate.
L’indagine vede al centro una società che si occupa di interventi di ristrutturazione e costruzioni, la quale avrebbe creato e monetizzato crediti d’imposta a fronte di lavori edilizi mai effettuati, benché fatturati ai committenti e poi trasferiti a favore di tre diversi intermediari finanziari.
La notizia fa il paio con un’altra inchiesta, stavolta condotta dalla Guardia di finanza di Fermo, che nelle medesime ore ha portato a un sequestro di 1,7 milioni di Euro di crediti fiscali.
Si tratta di indagini aventi a oggetto crediti di importo molto diverso, ma che dimostrano che – giunti alla fine del Superbonus 110% – le procure stanno seriamente iniziando a effettuare (tanto nelle grandi città, quanto nelle province) uno screening tra gli oltre 120 miliardi di Euro fiscali creati.
La possibilità di usufruire dei bonus fiscali è, ovviamente, collegata all’effettiva esecuzione dei lavori sottostanti, e in questo senso attestare falsamente di avere eseguito opere può costituire una vera e propria fattispecie di reato, imputabile formalmente non soltanto alle imprese che hanno eseguito i lavori (e a cui viene ceduto il credito), ma anche tutti coloro che hanno concorso nella formazione del credito (per esempio, il professionista che ha apposto il visto di conformità) e ai committenti stessi.
La posizione di costoro è particolarmente delicata, anche perché spesso (si pensi al caso di condomini molto grandi) non è per loro facile verificare che i lavori effettivamente svolti corrispondano a quelli per cui è stato erogato il credito.
Sempre in capo ai committenti potrebbe presto abbattersi un’altra tegola, stavolta dall’Agenzia delle Entrate.
In questi giorni, infatti, l’Agenzia dovrebbe inviare le lettere di richiamo a coloro che, a seguito dei lavori, non abbiano comunicato le variazioni dello stato degli immobili.
Le comunicazioni riguarderanno, in primo luogo, le ipotesi in cui l’immobile si trovi ancora allo stato rustico, oppure in corso di fabbricazione, e sia stato chiesto l’incentivo del Superbonus; ma anche i casi in cui ci potrebbe essere una rendita rivalutata superiore a determinate percentuali, che richiederebbe di adeguare i documenti presso l’ufficio provinciale del territorio.
L’Agenzia delle Entrate ha promesso, almeno in questa prima fase, un atteggiamento colloquiale con i cittadini interessati, pur ricordando che l’obbligo di comunicare le variazioni nello stato degli immobili c’è sempre stato.
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