Turismo in Medio Oriente, un ponte per la pace

Essere un ponte tra due culture, una breccia nel muro dei pregiudizi, una prospettiva diversa della stessa storia. È con questo obiettivo che nacque, nel primo decennio degli anni Duemila, Mejdi Tours, un tour operator mosso dalla volontà di presentare una doppia narrazione ai turisti in Israele. Due guide per ogni gruppo, una araba e l’altra ebrea, per raccontare i luoghi da prospettive religiose, culturali, storiche e politiche opposte. Per anni, Mejidi Tour, nato dall’idea del palestinese Aziz Abu Sarah, che all’epoca abitava a Gerusalemme Est, e dal suo amico ebreo statunitense Scott Cooper, ha guidato oltre 300 tour all’anno, seguendo questo paradigma. Continue reading Turismo in Medio Oriente, un ponte per la pace at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Gen 31, 2025 - 13:10
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Turismo in Medio Oriente, un ponte per la pace
Turismo in Medio Oriente, un ponte per la pace

Essere un ponte tra due culture, una breccia nel muro dei pregiudizi, una prospettiva diversa della stessa storia. È con questo obiettivo che nacque, nel primo decennio degli anni Duemila, Mejdi Tours, un tour operator mosso dalla volontà di presentare una doppia narrazione ai turisti in Israele. Due guide per ogni gruppo, una araba e l’altra ebrea, per raccontare i luoghi da prospettive religiose, culturali, storiche e politiche opposte.

Per anni, Mejidi Tour, nato dall’idea del palestinese Aziz Abu Sarah, che all’epoca abitava a Gerusalemme Est, e dal suo amico ebreo statunitense Scott Cooper, ha guidato oltre 300 tour all’anno, seguendo questo paradigma. A parlarne è un articolo sul sito di Bloomberg.

LA DIFFUSIONE IN ALTRI PAESI

Dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, tutto è cambiato. O meglio, si è fermato. Da allora, i fondatori – entrambi ex dipendenti della Jimmy and Rosalynn Carter School for Peace and Conflict Resolution— si sono dedicati a workshop online, tour virtuali, discorsi in giro per il mondo. Con il turismo quasi fermo in Israele, il team di Mejdi ha trovato vie alternative, cercando di sviluppare la filosofia della doppia narrazione in altre parti del mondo, come Sudafrica, Rwanda, Emirati Arabi Uniti e i Balcani.

Per esempio, a ottobre partirà un nuovo itinerario di 10 giorni chiamato South Africa—A Journey of Transformation and Reconciliation, che si concentrerà sulla storia dell’apartheid, raccontata da guide e residenti di diverse origini.

L’ESPERIENZA DI POMEGRANATE TRAVEL

Mejdi Tour non è solo in questo approccio. Pomegranate Travel, nato 11 anni fa, è un altro tour operator che si concentra sul turismo per la pace in Israele e che ora si sta espandendo in Arabia Saudita e oltre. Il suo tour in Marocco, per esempio, porta i clienti a conoscere i siti storici e le città di cultura: l’itinerario include la visita alle moschea di Hassan II di Casablanca, come anche ai quartieri ebraici di Marrakech e Fez, dove gli ebrei trovarono rifugio dopo le espulsioni da altre parti del Paese; sono cittadini musulmani a lavorare per preservare luoghi significativi per gli ebrei e lo fanno per onorare la storia di quei posti.

«È di grande impatto, per gli ebrei, vedere che musulmani arabi si occupano di luoghi di cultura ebraica in una terra arabo-musulmana», ha raccontato la fondatrice di Pomegranate, Hannah Blustin, di religione ebraica, così come la maggior parte dei suoi clienti. «Ora, è un qualcosa che conta davvero. Ci sono così tanta incomprensione e paura», ha raccontato a Bloomberg.

ISRAELE, IL TURISMO RIPARTE

In Israele il turismo ha subito un forte rallentamento dopo gli attacchi di Hamas e il conflitto a Gaza. A dicembre, però, secondo il ministero del Turismo, gli arrivi internazionali sono aumentati del 44% rispetto a un anno prima. «Se questo cessate il fuoco si trasforma in un accordo permanente e le restrizioni sui viaggi in Cisgiordania si allenteranno, potremo aspettarci un significativo ritorno dei turisti», ha detto Abu Sarah.

Certamente, non sarà più come prima. Quando i viaggi ricominceranno, Mejdi and Pomegranate dovranno sfidare nuovi pregiudizi, nuove falsità diffuse dai social media, anche più rabbia e odio. Per affrontare questa situazione in evoluzione, Abu Sarah ha detto che Mejdi sta già aggiornando i suoi itinerari, in modo che riflettano i cambiamenti degli ultimi 15 mesi.

L’impegno, però, non diminuirà. «L’impatto nel mondo che possono avere i viaggiatori è maggiore di quello dei diplomatici», ha detto Abu Sarah. «Con oltre 1,5 miliardi di persone che viaggiano a livello internazionale, ogni anno, il potenziale per promuovere un mondo più pacifico è immenso. I viaggi trasformano visitatori e residenti, rendendoci tutti narratori e cittadini-diplomatici».