Tre gite scialpinistiche in Valtellina consigliate dalla campionessa Giulia Compagnoni
L’atleta della nazionale azzurra di skialp descrive gli itinerari più belli lungo i quali sui allena e pone le basi per risultati di assoluto prestigio L'articolo Tre gite scialpinistiche in Valtellina consigliate dalla campionessa Giulia Compagnoni proviene da Montagna.TV.
Originaria della Valfurva, Giulia Compagnoni corre (o meglio scia!) per la nazionale italiana di scialpinismo e per il Centro Sportivo Esercito. Vive in un piccolo e tranquillo paese di montagna chiamato Madonna dei Mondi, un luogo che anche a detta sua sicuramente facilita la pratica degli sport invernali e soprattutto dello scialpinismo. Ad iniziarla alla montagna e agli sport ad essa legati sono stati i genitori, anch’essi amanti dell’aria sottile. Dalla corsa fino allo sci di fondo, Giulia non si è fatta mancare nulla, il vero amore però è scoccato quando ha messo le pelli sotto gli sci e ha cominciato a salire. Prima sulle montagne di casa e poi sempre più lontano. Dalla semplice passione all’agonismoè stato un attimo. Tra i risultati più importanti collezionati sino ad oggi spiccano la prestigiosa vittoria al Trofeo Mezzalama in squadra con Giulia Murada e Alba de Silvestro nel 2023, il terzo posto ai Mondiali a coppie Long Distance con Ilaria Veronese nel 2023, il quinto posto ai campionati mondiali specialità individual a Boi Taull nel 2023. Lo scorso inverno la Compagnoni si è classificata al sesto posto della classifica di Coppa del Mondo.
Monte Forcellino
“La montagna di casa. La salita al monte Forcellino (2842 m) è una classica nelle annate nevose, perché ha pendii non troppo ripidi, quindi adatta a tutti, con possibilità di discesa su più versanti a seconda delle condizioni. La discesa nella selvaggia Val Zebrú è la mia preferita perché si trova quasi sempre neve polverosa. Qui è dove ho iniziato a praticare scialpinismo e ad oggi rimane un ottimo allenamento per le gare“.
Partenza: Sant’Antonio di Valfurva
Dislivello: + 1440 metri
Esposizione: Sud-Ovest
Una grande classica, forse la più conosciuta a praticata, della zona. Vi è anche la possibilità, per risparmiare circa 300 metri di dislivello, di partire da Niblogo, il parcheggio estivo per la Val Zebrù. In questo modo la gita avrà effettivamente 300 metri in meno ma il tempo impiegato sarà tuttavia simile per via del lungo tratto in piano che si aggiunge al percorso. Considerando di partire da Sant’Antonio, il tracciato è semplice e molto intuitivo. Inizialmente si risale una stradina che si sviluppa a zig-zag in un bosco che lascia spazio ad ampie radure, avendo l’accortezza di seguire sempre le indicazioni per le baite Cavallaro. Giunti a quota 2000 metri, il pendio si apre e finalmente si intravedono le suddette baite. A questo punto è fondamentale tenere la sinistra e puntare alla cima (la prima a sinistra) il cui pendio è dolce e bello anche in discesa, soprattutto se dopo una bella nevicata.
Dosso Tresero
“Salgo molto spesso al Dosso Tresero durante la stagione invernale, soprattutto dopo le nevicate ed è sempre un bell’allenamento, non molto lungo. Dalla cima si gode di un ottimo panorama sulla Valle d’Alpe e sulle piste di Santa Caterina. Lo consiglio perché permette di rimanere un po’ fuori dal caossoprattutto nei periodi festivi”.
Partenza: Santa Caterina Valfurva
Dislivello: + 950 metri
Esposizione: Ovest
Seguire il sentiero estivo per Plaghera fino al tornante dove si lascia la strada per proseguire per il Ponte delle Vacche. Da qui, passati un paio di ponticelli, proseguire lungo la mulattiera che sale alla malga Tresero e al Piandelle Marmotte e poi ancora alcuni metri per arrivare sino alla cima del Dosso Tresero (2356 m) dove si trova una piccola croce.
Cima Orientale dei Forni
“Un itinerario che percorro spesso sia durante la stagione invernale che primaverile. D’inverno si parte da Santa Caterina con gli sci e si percorre la strada perfettamente battuta fino ai Forni e da lì poi si può godere di una bellissima vista su tutte le tredici cime. In primavera il dislivello è minore, dato che si lascia l’auto direttamente al Rifugio Forni, ma i pendii con il firn giusto meritano.Salendo si osservanomanufatti della Prima Guerra Mondiale come fortini e trincee“.
Partenza: Rifugio Forni
Dislivello: 1047 metri D+
Esposizione: Sud
L’intera zona è talmente ricca di cime bellissime che spesso la Cima Orientale dei Forni(3247 m) resta tra quelle sottovalutate. In realtà è molto interessante sia come percorso che come panorami e c’è la possibilità, qualora la si voglia allungare, di partire direttamente da Santa Caterina Valfurva con gli sci. Chiaramente questa scelta è “obbligata” fino a che la strada è innevata e pertanto chiusa al traffico delle auto. Giunti al rifugio Forni,si prosegue in direzione nord per la mulattiera che porta alle baite dei Forni. Una volta raggiunte le baite, si prosegue sopra le stesse tendendo verso sinistra dove ben presto si imbocca la Val Pisella. Risalire quindi il vallone dapprima lungo il torrente e poi per gradoni e pendii fino ai 3000 metri di quota, arrivando così nella conca che rimane tra la Cima Orientale ed il Monte dei Forni. Da qui, sulla sinistra, un pendio piuttosto ripido conduce alla cresta e quindi alla cima.
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