Scenari freddi per febbraio. Ultimissime dagli indici
Premettiamo che i modelli deterministici, che indagano l’atmosfera nella sezione troposferica, cioè nella parte più bassa e dove, effettivamente, si compiono gli eventi meteo, non riescono ancora a decifrare in maniera credibile la possibile evoluzione del tempo nel più lungo periodo. Abbastanza credibile, invece, l’evoluzione fino a 5/6 giorni. Essa vedrebbe una progressiva influenza, […] Scenari freddi per febbraio. Ultimissime dagli indici
![Scenari freddi per febbraio. Ultimissime dagli indici](https://www.tempoitalia.it/wp-content/uploads/2025/02/base-4-FEBBRAIO.jpg?#)
Premettiamo che i modelli deterministici, che indagano l’atmosfera nella sezione troposferica, cioè nella parte più bassa e dove, effettivamente, si compiono gli eventi meteo, non riescono ancora a decifrare in maniera credibile la possibile evoluzione del tempo nel più lungo periodo.
Abbastanza credibile, invece, l’evoluzione fino a 5/6 giorni. Essa vedrebbe una progressiva influenza, verso l’Europa centrale e anche verso parte dell’Italia, di un nucleo di aria fredda di provenienza baltica, in azione retrograda dal Nord Est del continente verso, appunto, l’Europa centrale e con incidenza anche sulle nostre regioni del Nord.
Entro il fine settimana prossimo, dunque, ci sono conferme per una moderata irruzione di aria fredda sul Nord Italia associata, nel contempo, a una moderata azione depressionaria in espansione dalla Francia verso il Mediterraneo occidentale.
Tempo, quindi, in progressivo peggioramento, da venerdì 7 sera, sulle isole maggiori, su estremo Sud e al Nordovest.
Il peggioramento si farebbe più esteso, poi, nel corso del fine settimana 8-9 febbraio, con piogge più diffuse al Nord, ma più diffuse anche al Centro, specie su aree tirreniche, e ancora sulle due isole maggiori e su estremo Sud, specie su Sicilia e Calabria.
Peggioramento più fiacco sul resto del Sud e sul medio-basso Adriatico, qui con piogge scarse o anche assenti.
Il peggioramento, ma essenzialmente al Nord e di più al Nord/Ovest, avrebbe connotati anche di tipo invernale, di più tra venerdì sera e sabato, appunto per l’azione di aria più fredda da Est, con rischio di nevicate fino a bassa quota o anche localmente in pianura su Piemonte, specie centro meridionale. Grafico 1
Al di là di questa evoluzione a più stretto giro, ormai abbastanza probabile, regna ancora il caos per quanto riguarda la possibile evoluzione successiva.
Come al solito, per avere qualche idea evolutiva ( non già previsione) sul più lungo termine, ci affidiamo alle indicazioni che emergono dall’analisi degli indici teleconnettivi.
Ebbene, da esse continua a emergere una temporanea, ma significativa, frenata al flusso zonale che dovrebbe compiersi nel corso della prossima settimana:
alle quote più alte della Stratosfera, da una velocità attuale del flusso di circa 55 metri al secondo (davvero alta), si dovrebbe crollare a circa 20/25 metri al secondo verso metà mese;
in bassa Stratosfera (grafico 1 sopra) da 25 m/s le velocità crollerebbero a circa 10 m/s, quindi anche un po’ sotto media.
Questo crollo prospettato delle velocità occidentali nella sezione stratosferica, soprattutto in bassa Stratosfera, potrebbe avere una buona incidenza anche su una frenata delle velocità delle correnti atlantiche troposferiche verso metà mese.
Rileviamo che più le correnti atlantiche sono tese e veloci, più le opportunità di freddo verso le basse latitudini e anche verso l’Italia, sono scarse; se invece queste correnti rallentano, le opportunità di freddo aumentano.
Il nocciolo freddo che sfiorirà il Nord Italia nel prossimo fine settimana, verrà repentinamente assorbito dal flusso atlantico, proprio per correnti oceaniche molto tese, le quali, dunque, inibiranno un’azione fredda più vasta sul nostro territorio.
Ma, come evidenziato sopra, più in là nel mese è previsto un loro più deciso rallentamento.
Grafico 2
Per parte sua la circolazione troposferica è già piuttosto disallineata, rispetto alla sezione più alta, testimonianza ne è un Vortice Polare Troposferico null’affatto compatto, anzi, piuttosto ridotto a brandelli, con onde altopressorie spesso invadenti le aree polari e diversi nuclei gelidi a spasso sul Nord Emisfero (aree blu nel grafico 2).
Se, come è prospettato verso metà mese, il flusso zonale dovesse perdere forza anche nelle sezioni più alte, le opportunità che alle umide e più miti correnti atlantiche, si sostituiscano correnti anti-zonali più fredde, da Est verso Ovest, aumenteranno decisamente.
Grafico 3
Per di più, nella media-bassa Stratosfera, ci sarebbero anche ipotesi di Split del Vortice Polare, (grafico 3) dunque, con possibile incentivazione dei moti anti-zonali, anche grazie a anticicloni collocati alti, in sede nordatlantica/scandinava.
Insomma, molta carne al fuoco in chiave invernale nel prosieguo del mese, specie dalla seconda decade in avanti.
In un quadro di sintesi, rappresentato nell’immagine in anteprima, il contesto barico di massima per il prosieguo di febbraio, potrebbe vedere l’Italia in una sorta di limbo e tra due fuochi, contesa da correnti fredde artiche a Est e da un flusso umido a Ovest;
in corrispondenza dei meridiani italiani una moderata alta pressione, tutt’altro che solida. In questo contesto, basterebbe davvero poco per l’innesco di una circolazione mista atlantico/artico con conseguenze invernali importanti.
Continueremo ad apportare periodici aggiornamenti sulla possibile, intrigante evoluzione per questo febbraio.