Ucraina: Zelensky apre ai colloqui con Mosca, ma chiede ancora armi agli USA
Sono ancora molti i dubbi circa il raggiungimento di un accordo di pace tra Russia e Ucraina, nonostante le dichiarazioni fatte dal presidente americano Donald Trump in campagna elettorale circa la volontà di trovare un rapido accordo tra le due parti belligeranti. Il presidente ucraino Volodymir Zelensky, infatti, sta cercando il modo di conquistarsi il […] The post Ucraina: Zelensky apre ai colloqui con Mosca, ma chiede ancora armi agli USA appeared first on L'INDIPENDENTE.
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Sono ancora molti i dubbi circa il raggiungimento di un accordo di pace tra Russia e Ucraina, nonostante le dichiarazioni fatte dal presidente americano Donald Trump in campagna elettorale circa la volontà di trovare un rapido accordo tra le due parti belligeranti. Il presidente ucraino Volodymir Zelensky, infatti, sta cercando il modo di conquistarsi il favore della nuova amministrazione statunitense, mostrando un atteggiamento contraddittorio e incerto sulla linea da tenere nel conflitto con Mosca. Se da un lato, il capo di Kiev ha dichiarato ieri in un’intervista di essere disposto ad avviare colloqui diretti con il presidente russo Vladimir Putin, dall’altro ha mostrato altrettanta disponibilità a cedere agli Stati Uniti terre rare, di cui l’Ucraina è ricca, in cambio di aiuti militari. Un approccio che riflette l’ambiguità delle politiche del nuovo governo americano che, se in un primo momento aveva dichiarato di voler porre fine rapidamente alla guerra, ora pare disposto a sostenere Kiev in cambio di minerali strategici. A ciò si aggiunge il fatto che proprio ieri il presidente ucraino ha dichiarato che l’Occidente dovrebbe fornire all’Ucraina armi nucleari e schierare le proprie truppe sul territorio del Paese. Sia Mosca che Kiev stanno cercando di ottenere i massimi risultati sul campo in vista di colloqui che, per ora, restano solo ipotetici, con le forze russe che sono rapidamente avanzate negli scorsi mesi: lo stesso Zelensky ha ammesso al giornalista britannico Piers Morgan che è improbabile che Kiev riesca a recuperare anche solo parte del territorio conquistato dall’esercito russo.
Per quanto riguarda l’avvio delle trattative con Mosca, Zelensky ha dichiarato che «Se questa è l’unica soluzione attraverso cui possiamo portare la pace ai cittadini ucraini senza perdere persone, sicuramente opteremo per questa soluzione». Al contempo però ha anche detto che l’Ucraina è aperta a «investimenti» da parte di «partner che ci aiutano a difendere la nostra terra e a respingere il nemico con le loro armi, la loro presenza e i pacchetti di sanzioni. E questo è assolutamente giusto». Il capo ucraino ha anche dichiarato di avere già discusso la proposta con Trump e che la sua squadra si sta preparando a ricevere una delegazione statunitense. Da parte sua, l’inquilino della Casa Bianca, parlando con i giornalisti, ha affermato lunedì di volere una «perequazione» dall’Ucraina per i «quasi 300 miliardi di dollari» di sostegno di Washington. «Stiamo dicendo all’Ucraina che hanno terre rare molto preziose», ha detto il tycoon, aggiungendo che «Stiamo cercando di fare un accordo con l’Ucraina in cui si assicureranno ciò che stiamo dando loro con le loro terre rare e altre cose». Del resto, Zelensky aveva già inserito la questione delle terre rare in uno dei cinque punti del cosiddetto piano della vittoria, diffuso nell’ottobre 2024 con l’obiettivo di costringere la Russia alla resa. Lo stesso senatore repubblicano americano Lindsey Graham aveva spiegato lo scorso giugno che «L’Ucraina è seduta su minerali critici che valgono 10-12 trilioni [di dollari]. Potrebbe essere il Paese più ricco d’Europa. Non voglio che quella ricchezza e quelle risorse finiscano a Putin per essere condivise con la Cina», svelando così indirettamente una delle vere ragioni del sostegno incondizionato occidentale a Kiev.
Non è mancata la reazione del governo russo circa la proposta di «acquistare assistenza militare»: «Si tratta di un suggerimento che l’Ucraina dovrebbe acquistare assistenza; significa che non ci sarà più alcuna assistenza gratuita o di altro tipo, ma sarà fornita su base commerciale», ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo però che Washington farebbe meglio a «non fornire alcuna assistenza [all’Ucraina], favorendo gli sforzi per porre fine al conflitto». Per quanto riguarda eventuali colloqui per il cessate il fuoco, invece, Putin aveva già affermato da tempo di essere aperto al dialogo con l’Ucraina, ma non direttamente con Zelensky, ritenuto un presidente illegittimo perché il suo mandato presidenziale è scaduto durante la legge marziale. Allo stesso tempo, ha aggiunto che «Se [Zelensky] vuole partecipare ai negoziati, assegnerò delle persone che vi prenderanno parte […]. Ci impegneremo per ciò che ci conviene, ciò che corrisponde ai nostri interessi». Nessuna novità anche per quanto riguarda il possibile incontro tra Trump e Putin: sempre il portavoce del Cremlino ha asserito che «Prima di discutere di una sede per un tale incontro, dobbiamo prima stabilire di cosa tratterà l’incontro. Non ci sono novità su questo fronte».
Appare grande, dunque, la confusione sul fronte della guerra russo-ucraina dopo l’insediamento del nuovo governo americano che, a quanto pare, cerca di massimizzare il più possibile i suoi interessi, decidendo di volta in volta le mosse da attuare sulla base del proprio tornaconto, senza tenere in considerazione le istanze ucraine, né tantomeno quelle europee.
[di Giorgia Audiello]
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