Sagemcom, giorni febbrili: "Sul tavolo un accordo per gli ammortizzatori"
L’azienda si è presa dei giorni per decidere: l’obiettivo è il ritiro dei quaranta licenziamenti. È la prima riunione dopo la tragica scomparsa di Coccolini.
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Un difficile conto alla rovescia per i 40 lavoratori della Sagemcom a rischio licenziamento che, tra una manciata di giorni, vedranno scadere il termine ultimo per impugnare la vertenza. Sono giorni febbrili alla ricerca di una soluzione che si fa sempre più complicata. Ieri mattina si è svolto un incontro nella sede di Garavelle a Città di Castello alla presenza dei rappresentanti di Confindustria, dirigenti aziendali, delegazione dei lavoratori insieme al sindacalista Marco Bizzarri, segretario Fiom Cgil che segue la vertenza dopo la morte del collega Riccardo Coccolini avvenuta nell’incidente di fine gennaio lungo la E45 a Pierantonio.
La sua assenza ieri mattina ha rinnovato i sentimenti di tristezza: Coccolini era stato il sindacalista che sin dall’inizio aveva seguito le sorti dei 40 dipendenti. Anche in suo nome continua la battaglia di questi lavoratori del settore metalmeccanico: la Sagemcom produce contatori del gas (fa capo a una multinazionale francese). "È stata una riunione interlocutoria: abbiamo fatto il punto della situazione. Sul tavolo un accordo per la chiusura della procedura di mobilità con l’azienda che si è riservata alcuni giorni", riferisce Bizzarri. Già in calendario il prossimo incontro per il 17 febbraio. L’accordo si basa sulla richiesta di ricorso agli ammortizzatori sociali e sul ritiro dei licenziamenti, ma non sono di facile accoglimento da parte dell’azienda che si era presentata a un precedente confronto con una proposta definita ‘irricevibile’.
Il summit del 17 febbraio sarà l’ultimo prima della scadenza di questa fase interlocutoria: o si trova un accordo o sarà sciopero. Se entro il 21 febbraio sostanzialmente non viene raggiunta un’intesa per stoppare i licenziamenti, si apriranno i tavoli nelle istituzioni. Già Comune e Regione sono informati della vertenza in atto. Non si esclude l’indizione di nuovi scioperi.