Registro delle prenotazioni: le agenzie spagnole vanno a Bruxelles

Si apre un nuovo capitolo sul tema del registro delle prenotazioni spagnolo. La Commissione Europea ha aperto un’indagine in merito. Le agenzie, o meglio, i rappresentanti di Ectaa e di Acave hanno incontrato a Bruxelles gli eurodeputati del Gruppo Popolare Europeo, manifestando il loro no alla nuova normativa. E’ quanto si legge su Hosteltur. Le ... L'articolo Registro delle prenotazioni: le agenzie spagnole vanno a Bruxelles proviene da GuidaViaggi.

Feb 7, 2025 - 10:20
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Registro delle prenotazioni: le agenzie spagnole vanno a Bruxelles

Si apre un nuovo capitolo sul tema del registro delle prenotazioni spagnolo. La Commissione Europea ha aperto un’indagine in merito. Le agenzie, o meglio, i rappresentanti di Ectaa e di Acave hanno incontrato a Bruxelles gli eurodeputati del Gruppo Popolare Europeo, manifestando il loro no alla nuova normativa. E’ quanto si legge su Hosteltur.

Le agenzie vanno a Bruxelles

Eric Dresin, segretario generale dell’Ectaa (Associazione europea delle agenzie di viaggi), Benoît Chantoin, direttore legale dell’Ectaa, Catiana Tur, direttrice di Acave (rappresentante del settore spagnolo dell’organizzazione) e Mercè Escofet, consigliere legale di Acave e vicedirettore, si sono incontrati a Bruxelles con Borja Giménez Larraz ed Elena Nevado del Campo, eurodeputati del Gruppo Popolare Europeo per unire le azioni nel processo d’inchiesta sul regio recreto 933/2021 recentemente aperto dalla Commissione Europea.

Una delle prime azioni concordate dalle agenzie è stata l’invio al commissario europeo alla Giustizia, Michael McGrath, di una lettera in cui comunicano quelle che considerano essere le violazioni delle norme europee sulla protezione dei dati già sollevate dinanzi all’Agenzia spagnola per la protezione dei dati l’anno scorso.

L’argomento principale portato avanti da Acave ed Ectaa per respingere la normativa è che “la rd supera di gran lunga il principio fondamentale di richiedere dati personali strettamente necessari (le agenzie sono costrette a raccogliere dati sui mezzi di pagamento dei clienti)”, spiegano le associazioni in una nota.

Viene preso in considerazione anche il tema della sicurezza del documento, le agenzie, infatti, mettono in dubbio l’attuale operazione di ricezione e trasmissione dei dati alle piattaforme stabilite sia per la Spagna sia per la solidità contro possibili attacchi hacker. Nella riunione si è parlato anche di altri aspetti, come l’impatto che il regio decreto ha sulla competitività delle agenzie di viaggi e dei tour operator e sulla Spagna come destinazione turistica.

La richiesta di abrogazione

Il Gruppo parlamentare popolare ha chiesto l’elaborazione di una mozione davanti alla Commissione degli Interni in cui sollecita il governo ad abrogare il regio decreto 933/2021, del 26 ottobre, “considerato l’impatto estremamente negativo che la sua attuazione provoca sulla realtà operativa e funzionale delle imprese turistiche, nonché in termini di impatto sui diritti fondamentali dei viaggiatori e dei consumatori nazionali e internazionali legati alla violazione delle normative nazionali ed europee. della protezione dei dati e della privacy, procedendo urgentemente a stabilire un canale di dialogo fluido e costruttivo con gli operatori alberghieri, delle agenzie di viaggio e degli autonoleggi interessati”.

Nel documento, al quale Hosteltur ha avuto accesso, si esorta il Governo a “escludere qualsiasi misura o azione governativa dannosa” che possa “danneggiare l’attività turistica e minacciare la privacy e la sicurezza dei turisti e dei clienti, traducendosi poi in pratica in una perdita dei livelli di competitività turistica globale delle nostre destinazioni, oltre a portare ad una situazione di impotenza per i tour operator, i viaggiatori internazionali e i consumatori nazionali”.

Come si sa, la Commissione Europea sta indagando sul registro dei viaggiatori, che dal 2 dicembre impone alle società ricettive, agli autonoleggi e alle agenzie di viaggi in Spagna di comunicare i dettagli delle prenotazioni dei loro clienti al ministero degli Interni. Nello specifico, sta valutando se questo possa violare il Regolamento europeo sulla protezione dei dati (Gdpr).

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