Politiche monetarie a confronto

Le recenti decisioni delle Banche centrali riflettono la complessità del contesto economico globale, in cui inflazione persistente, incertezze geopolitiche e dinamiche di crescita divergenti giocano un ruolo cruciale. L'articolo Politiche monetarie a confronto proviene da FundsPeople Italia.

Feb 4, 2025 - 14:02
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Politiche monetarie a confronto

Le scelte delle Banche centrali continuano a influenzare profondamente i mercati finanziari e le economie mondiali, in un contesto caratterizzato da inflazione persistente, incertezze macroeconomiche e sfide legate alla crescita.

Banche centrali

Fonte: Investing.com.

I recenti interventi di Federal Reserve, Banca d’Inghilterra, Banca Centrale Europea e Bank of Japan (BoJ) offrono uno spaccato significativo delle diverse strategie adottate per affrontare queste dinamiche.

Cosa succede in Giappone

In Giappone, l'inflazione continua a superare il target del 2% fissato dalla Bank of Japan (BoJ). Secondo Junichi Inoue, head of Japanese Equities di Janus Henderson Investors, la BoJ ha alzato le previsioni d'inflazione, prevedendo un tasso del 2,7% per l'anno fiscale che terminerà a marzo 2025. “L’aumento dei tassi al livello più alto degli ultimi 17 anni rappresenta un cambiamento significativo per il Giappone,” ha dichiarato l’esperto. La decisione di incrementare il tasso di riferimento dallo 0,25% allo 0,5% riflette un graduale ritorno alla normalizzazione della politica monetaria, mantenendo comunque un approccio accomodante rispetto agli standard globali. Le implicazioni per il mercato azionario giapponese sono per lo più positive. “Le imprese sembrano pronte a incrementare gli investimenti e i consumatori stanno accelerando le decisioni di acquisto. Questo dovrebbe stimolare ulteriormente la domanda interna e migliorare la redditività complessiva del mercato,” ha aggiunto. Inoltre, “l’attenzione delle aziende sugli aumenti salariali per le giovani generazioni rappresenta un segnale incoraggiante per i consumi futuri”.

Situazione complessa in UK

Nel Regno Unito, la situazione economica appare più complessa. Mark Dowding, fixed income CIO di RBC BlueBay AM, osserva che l’economia britannica si trova in una fase di stallo, con una crescita del PIL prevista intorno allo 0% nell’ultimo trimestre del 2024. “L’indebolimento della domanda del mercato del lavoro e il deterioramento del sentiment suggeriscono che la Banca d’Inghilterra potrebbe sfruttare ogni occasione per ridurre i tassi d’interesse”, ha dichiarato Dowding. La previsione è di un possibile taglio al 4,5% a febbraio, anche se l'inflazione persistente, stimata tra il 3,5 e il 4,0%, rappresenta un freno significativo a ulteriori riduzioni. L’esperto ha inoltre evidenziato i rischi di una politica troppo accomodante: “Se la BoE fosse eccessivamente dovish, potremmo assistere a un irripidimento della curva dei rendimenti, con un aumento dei tassi a lungo termine. Questo potrebbe complicare ulteriormente il quadro per l’economia britannica”.

  • L’equilibrio degli USA

Negli Stati Uniti, il contesto è caratterizzato da una politica monetaria mirata a mantenere un equilibrio tra crescita e inflazione. Johan Van Geeteruyen, CIO Fundamental Equity di DPAM, sottolinea che la Fed potrebbe trovarsi costretta ad alzare i tassi qualora il governo adottasse misure fiscali aggressive, come tariffe più alte o politiche migratorie restrittive. “Un aumento improvviso dell’inflazione e dei rendimenti obbligazionari potrebbe destabilizzare i mercati, nonostante il bisogno di tempo per far emergere gli effetti economici delle politiche governative,” ha spiegato Van Geeteruyen.

In prospettiva, gli Stati Uniti continuano a rappresentare una delle migliori opportunità per gli investitori, grazie alla resilienza economica e alla capacità della Fed di adattarsi rapidamente alle dinamiche macroeconomiche.

La prudenza della BCE

In Europa, la Banca Centrale Europea ha adottato un approccio più prudente, tagliando i tassi di 25 punti base in risposta a un contesto economico debole. Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management, ha sottolineato che la BCE ha discusso un taglio più ampio, ma ha preferito mantenere un atteggiamento cauto. “La presidente Lagarde ha evidenziato i rischi di downside per l’inflazione, riflettendo le difficoltà macroeconomiche dell’area euro. Tuttavia, ci sono segnali che indicano una persistenza dell’inflazione core, soprattutto nel Regno Unito e in altre economie sviluppate”, ha dichiarato Giordano.

Tassi BCE

Fonte: BCE.

La decisione di mantenere i tassi invariati da parte della Bank of England evidenzia le difficoltà nel bilanciare il rallentamento economico con la necessità di controllare l’inflazione, che rimane una sfida comune a molte economie avanzate.

Le recenti decisioni delle Banche centrali riflettono la complessità del contesto economico globale, in cui inflazione persistente, incertezze geopolitiche e dinamiche di crescita divergenti giocano un ruolo cruciale. Mentre la BoJ intravede opportunità nell’aumento dei tassi, la BoE e la BCE cercano un equilibrio tra crescita e inflazione. Negli Stati Uniti, la Fed rimane vigile sui rischi inflazionistici legati alle politiche fiscali.

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