Perché Trump sparacchia dazi su Cina, Canada e Messico
I dazi di Donald Trump entrano in vigore. Da oggi, 1 febbraio 2025, gli Stati Uniti imporranno dazi del 25% per il Canada e il Messico e del 10% per la Cina. Le parole di Trump e le reazioni di Canada e Messico
I dazi di Donald Trump entrano in vigore. Da oggi, 1 febbraio 2025, gli Stati Uniti imporranno dazi del 25% per il Canada e il Messico e del 10% per la Cina. Le parole di Trump e le reazioni di Canada e Messico
La Casa Bianca ha confermato che a partire da oggi entreranno in vigore dazi del 25% sulle merci importate negli Stati Uniti da Canada e Messico, e del 10% per quelle importate dalla Cina. Trump, tuttavia, ha lasciato intendere che i dazi su gas naturale e sul petrolio saranno imposti dal 18 febbraio, e quello sul petrolio canadese ammonterà al 10%. Il presidente ha anche detto che intende imporre tariffe all’Unione Europea in futuro, affermando che il blocco non ha trattato bene gli Stati Uniti.
Ecco tutti i dettagli.
ECCO I DAZI MADE IN TRUMP
I dazi di Donald Trump entrano in vigore. Da oggi, 1 febbraio 2025, gli Stati Uniti imporranno dazi del 25% per il Canada e il Messico e del 10% per la Cina.
COME TRUMP HA SPIEGATO I DAZI SU CANADA, MESSICO E CINA
“E’ una misura economica, abbiamo un deficit commerciale di quasi 200 miliardi con il Canada. Lo stesso accade con il Messico, un deficit da 250 miliardi. Con le passate amministrazioni, per anni dal Messico e dal Canada sono arrivati milioni di criminali. La Cina produce il fentanyl, che entra attraverso il Canada e attraverso il Messico”, ha detto Trump escludendo una retromarcia in extremis. Non è escluso un provvedimento più leggero per il petrolio canadese: “Probabilmente ridurremo i dazi al 10%”, ha ipotizzato il presidente. “Imporrò dazi all’Ue? Vuole la risposta vera o la risposta politica? Assolutamente. L’Ue ci ha trattato in maniera terribile”, la risposta.
I PROSSIMI PASSI
Nel quadro, vanno inserite le posizioni di esponenti del mondo del business nordamericano e rappresentanze sindacali che temono che i dazi universali provocheranno altri intoppi nella catena dei rifornimenti, l’aumento dei prezzi e della necessità di affidarsi a forniture di Paesi avversari, come Cina e Venezuela.
LA RISPOSTA DEL CANADA
Il Canada ha promesso una risposta “forte e immediata”, come ha affermato il premier Justin Trudeau. “Se il presidente sceglie di imporre qualsiasi dazio contro il Canada, noi siamo pronti con una risposta, una propositiva, forte ma ragionevole, risposta immediata”, ha detto il premier canadese. “Non è quello che vogliamo, ma se lui andrà avanti, noi anche agiremo”, ha aggiunto Trudeau che all’inizio dell’anno, di fronte a fortissime tensioni all’interno del suo partito, ha annunciato che si dimetterà non appena il partito liberale avrà completato il processo, il prossimo 9 marzo, di scelta del nuovo leader.
“Siamo in un momento critico”, ha aggiunto Trudeau. L’imposizione dei dazi, ha continuato, avrà “conseguenze disastrose per gli Stati Uniti” e potrebbe “mettere a rischio posti di lavoro statunitensi, far aumentare i prezzi e minare la sicurezza collettiva”.
Trudeau ha ricordato che a motivare Trump per l’imposizione di dazi “in maniera così tempestiva è il flusso di fentanyl e gli attraversamenti illegale del confine degli Stati Uniti”. “Ribadisco che la nostra frontiera è sicura e meno dell’1% del fentanyl e degli attraversamenti illegali verso gli Usa passano dal Canada”, ha detto ancora, elencando le misure adottate per rafforzare la sicurezza del confine, tra le quali le squadre con cani.
“Il nostro Paese potrebbe trovarsi ad affrontare momenti difficili nei prossimi giorni e settimane e i canadesi potrebbero provare ansia e preoccupazioni, ma vorrei che sappiano che il governo federale li sostiene”, ha concluso Trudeau, che Trump ha più volte attaccato nelle scorse settimane chiamandolo il “51esimo governatore”, continuando d’altro canto a ribadire l’auspicio che il Canada venga annesso agli Usa.
LA REAZIONE DEL MESSICO
Il Messico è pronto “a qualsiasi scenario” ed agirà “con sangue freddo”, ha detto la presidente messicana Claudia Sheinbaum assicurando che il governo ha “un piano A, un piano B, un piano C” da far scattare a seconda delle eventuali mosse di Washington. “E’ molto importante che il Messico sappia che difenderemo sempre la dignità del nostro popolo, il rispetto della nostra sovranità e il dialogo tra pari”, ha poi aggiunto.
Sheinbaum ha spiegato che i colloqui con l’amministrazione Trump sono continui e che si raggiungono accordi “tutti i giorni”, su questioni di sicurezza e immigrazione. “Manterremo sempre il dialogo, è fondamentale per la relazione” tra i due Paesi, ha detto ancora indicando gli accordi raggiunti per il rimpatrio dei migranti messicani, sempre però con il “rispetto” per la sovranità e i diritti umani. Trump accusa Messico e Canada di non fare abbastanza per proteggere i confini degli Usa da infiltrazioni di migranti e droga e minaccia quindi dazi fino a quando non vi saranno politiche da lui considerate soddisfacenti.