Abolire l’Iva su frutta e verdura può ridurre l’obesità?

Alcuni europarlamentari hanno proposto di abolire le tasse sulla produzione nazionale di frutta e verdura per combattere l'obesità infantile, il cancro e il diabete. Perché nell'Ue è difficile? Avrebbe davvero un impatto sulle abitudini alimentari? Fatti e approfondimenti

Feb 1, 2025 - 19:30
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Abolire l’Iva su frutta e verdura può ridurre l’obesità?

Alcuni europarlamentari hanno proposto di abolire le tasse sulla produzione nazionale di frutta e verdura per combattere l’obesità infantile, il cancro e il diabete. Perché nell’Ue è difficile? Avrebbe davvero un impatto sulle abitudini alimentari? Fatti e approfondimenti

 

Meglio una mela sana o uno snack gustoso? Dipende anche dal Paese in cui si vive. Nell’Unione europea infatti c’è chi tassa di più frutta e verdura e chi, invece, alimenti meno nutrienti, spingendo indirettamente i consumatori a fare scelte anche in base al portafoglio.

Vari studi dimostrano, tuttavia, che tassare i cibi non salutari – ovvero ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero – aiuta a ridurre l’obesità. Ecco perché alcuni europarlamentari hanno proposto di abolire le tasse sulla produzione nazionale di frutta e verdura per combattere l’obesità infantile, il cancro e il diabete.

LA PROPOSTA CONTRO L’IVA SU FRUTTA  E VERDURA

“Una barretta di cioccolato spesso costa meno di un frutto”, si apre così l’intervento degli europarlamentari Emmanouil Fragkos (Ecr), Arkadiusz Mularczyk (Ecr), Dominik Tarczyński (Ecr), Marie-Luce Brasier-Clain (Pfe), Salvatore De Meo (Ppe), Galato Alexandraki (Ecr), Nora Junco García (Ni), Claudiu-Richard Târziu (Ecr) e Ioan-Rareş Bogdan (Ppe) per chiedere di intervenire sulle cattive abitudini alimentari che conducono a malattie croniche.

“Il basso prezzo degli alimenti non salutari rispetto alle opzioni nutrienti è un ostacolo importante per una dieta sana – scrivono -. Un’alimentazione non sana porta a un aumento dell’obesità e delle malattie non trasmissibili”.

Secondo i firmatari della proposta, “Un consumo alimentare sostenibile può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di ambienti alimentari sani, ma si possono prendere in considerazione anche politiche fiscali per ridurre il differenziale di costo. La riduzione della tassazione sui prodotti alimentari può migliorare le diete rendendo gli alimenti sani più economici e quindi una scelta più attraente rispetto agli alimenti trasformati e non salutari”.

OGNUNO PER SÉ

La questione, spiega a Eunews il responsabile per il Clima Wopke Hoekstra, è che “nell’adottare la riforma del 2022 delle aliquote dell’imposta sul valore aggiunto (Iva), gli Stati membri hanno concordato all’unanimità di consentire la massima flessibilità per i prodotti alimentari”. Gli Stati membri potrebbero quindi scegliere di applicare aliquote Iva ridotte o super ridotte (inferiori al 5%) o addirittura l’esenzione Iva alla fornitura di prodotti alimentari, ma raramente lo fanno.

Hoekstra, tuttavia, ha chiarito che “l’esecutivo comunitario non intende predisporre misure fiscali per incoraggiare un’alimentazione più sana perché tutto ciò che riguarda politiche di tassazione è competenza esclusiva nazionale”. Inoltre, “l’esperienza dimostra che una riduzione delle aliquote si ripercuote solo marginalmente” sui prezzi finali al consumo.

Secondo Eunews, infatti, nonostante alcuni Stati membri, come Romania, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Francia, Paesi Bassi e Belgio, abbiano introdotto iniziative di politica fiscale per incoraggiare il consumo di frutta e verdura di produzione nazionale, questo ha incoraggiato l’agricoltura locale, a parità di prodotti agricoli, ma non ha necessariamente reso “più appetibile la frutta in termini di costi rispetto ai dolciumi”.

SLOVACCHIA, SPAGNA E CIPRO AUMENTANO LE ALIQUOTE

A partire dal 1° gennaio 2025, in Slovacchia si applicano nuove aliquote Iva, mentre Cipro e Spagna hanno apportato modifiche all’assegnazione delle aliquote Iva ai prodotti di consumo.

In particolare, in Spagna, con la fine della riduzione temporanea dell’Iva sui prodotti alimentari di base il 31 dicembre 2024, le nuove aliquote Iva prevedono un aumento dal 2 al 4% su prodotti di base come pane, farina, latte, formaggio, uova, frutta, verdura, legumi e cereali, oltre che sull’olio d’oliva.

Cipro, invece, ha stabilito l’aliquota Iva zero fino al 31 dicembre 2025 su alcuni prodotti tra cui: verdure fresche o refrigerate e frutta fresca, latte per bambini, pannolini per bambini e adulti, prodotti per l’igiene femminile.

INTERROGATIVI

Gli europarlamentari hanno poi rivolto alla Commissione Ue tre domande:

  1. Considerando che gli Stati membri decidono se fissare incentivi di prezzo e quali fissare per favorire un ambiente alimentare più sano, la Commissione ha condotto studi completi sulla potenziale efficacia di queste misure, compresa l’abolizione delle tasse sulla produzione interna di frutta e verdura?
  2. Quali nuove misure sta valutando la Commissione per coordinare gli sforzi volti a incrementare il consumo di frutta e verdura fresca in tutta l’Ue?
  3. In questo quadro, intende proporre una nuova serie di misure per sostenere la produzione dei nostri agricoltori?

COSA DICONO GLI STUDI SU TASSE E ALIMENTAZIONE

A supporto del fatto che tassare gli alimenti non salutari aiuta a ridurre l’obesità sono disponibili vari studi. Uno dei più recenti è stato pubblicato lo scorso 9 gennaio su Nature. Qui gli autori hanno dimostrato sia che riducendo le aliquote Iva su frutta e verdura sono derivati miglioramenti in termini di salute sia che aumentandole su carne e latticini ne sono scaturiti benefici ambientali e di reddito.

Un altro studio, commissionato dal Dietary Improvement Team dell’Office for Health Improvement and Disparities, ha invece rilevato che una tassa sui cibi non salutari influisce direttamente sulle loro vendite. In Messico, per esempio, una tassa dell’8% sugli alimenti non essenziali e ad alta densità energetica ha comportato una riduzione del 18% delle vendite nei supermercati. Il calo è stato ancora più evidente tra i gruppi a basso reddito, che in precedenza erano maggiori consumatori di questi alimenti.

La ricerca ha anche dimostrato che aliquote fiscali elevate, per avere un impatto reale sui livelli di obesità e incoraggiare un’alimentazione sana, dovrebbero essere accompagnate da sussidi per alimenti più sani. Inoltre, la tassazione potrebbe anche indurrebbe i marchi a riformulare i prodotti per evitare la tassazione, portando quindi tutti i consumatori ad acquistare prodotti più sani.