Per Urso l’ Italia è la nuova calamita d’Europa
E assai soddisfacente il bilancio che il ministro Adolfo Urso fa al giornale il Riformista sui questi primi due anni e mezzo al ministero di palazzo Piacentini. anni caratterizzati da molte crisi industriali, a cominciare quella ormai storica di Ilva, fino alla questione della diatriba con l’Europa per le stringenti regole legate al green […] L'articolo Per Urso l’ Italia è la nuova calamita d’Europa proviene da Scenari Economici.
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E assai soddisfacente il bilancio che il ministro Adolfo Urso fa al giornale il Riformista sui questi primi due anni e mezzo al ministero di palazzo Piacentini. anni caratterizzati da molte crisi industriali, a cominciare quella ormai storica di Ilva, fino alla questione della diatriba con l’Europa per le stringenti regole legate al green deal. Il ministro del made in Italy è da sempre in prima linea in Europa per arrivare ad una revisione delle regole green, che stabiliscono il divieto di vendita dei motori termici dal 2035. A Novembre ha presentato alla commissione un non paper, a cui hanno già aderito 15 paesi europei, per arrivare ad un revisione prima del previsto 2026, di queste regole, considerate come una vera e propria mannaia per un settore già in profonda crisi come quello dell’automotive.
Ma è sui dati economici e di produttività delle imprese made in Italy che il ministro rivendica orgogliosamente, gli ottimi risultati registrati dal nostro paese in questi ultimi due anni, malgrado in questi ultimi due trimestri la situazione pare complicarsi più del previsto.
«La produzione industriale ha ripreso a crescere in dicembre anche se sconta la recessione della Germania. Per darle alcuni numeri nel 2023 la Germania ha registrato un decremento del PIL dello -0,3%, mentre nel 2024 dello -0,2. In Italia invece registra una crescita del +0,7% nel 2023 e +0,5 per lo scorso anno. Negli ultimi 4 anni la produzione in Germania si è ridotta del 7,7%, in Italia dell’1%. Si tratta di un problema europeo che ha ricadute anche in Italia e che si risolve in Europa, cambiando la politica industriale della UE come stiamo facendo proprio su iniziativa italiana».
Queste parole sembrano essere supportate dai dati positivi, relativi all’export del nostro made in Italy. L’export Made in Italy è in crescita, e sempre più aziende italiane guardano con rinnovato interesse a mercati promettenti come USA, Vietnam, Cina, India ed Emirati Arabi. Per orientarsi con consapevolezza nei mercati internazionali, è però fondamentale individuare sia le categorie merceologiche che i paesi maggiormente in target per le esportazioni nel prossimo anno. Sono i macchinari, chimica e il settore agrifood sono i settori trainanti della crescita. Nel 2024 il nostro paese è diventato, con circa 342 miliardi di dollari, il quarto paese esportatore al mondo, superando il Giappone.
Secondo le previsioni di SACE, dopo un 2023 caratterizzato da una relativa debolezza negli scambi, si prevede che il valore delle esportazioni italiane aumenterà del 3,7% nel 2024, del 4,5% nel 2025 e del 4,2% in media tra il 2026 e il 2027. Queste prospettive positive confermano l’Italia come uno dei principali esportatori mondiali, con un obiettivo di 679 miliardi entro il 2025.
Da notare che anche l’export di servizi è destinato a crescere significativamente, con una media del 4% tra il 2024 e il 2027. Questo sviluppo sarà sostenuto dalle tecnologie digitali, in particolare dall’intelligenza artificiale, che stimoleranno una nuova fase di globalizzazione e amplieranno le opportunità nei mercati internazionali. I paesi piu interessanti per quanto riguarda il 2025, alla luce dei probabili dazi di Trump, sembrano essere Messico, Arabia saudita, Emirati Arabi e la solita Cina.
In Messico, il Made in Italy si afferma come il principale mercato in America Latina. La domanda di macchinari italiani è in crescita, con previsioni di aumento del 6,2% nel 2024 e del 6,6% nel 2025, sostenuta dalla forte vocazione manifatturiera del paese. Anche i mezzi di trasporto rappresentano un settore chiave, con una crescita prevista del 5,1% nel 2024 e del 4,7% nel 2025. Questi sviluppi offrono nuove opportunità di espansione per le imprese italiane in questi mercati strategici (
Negli Emirati Arabi Uniti, l’export italiano di beni è destinato a crescere significativamente, con un aumento previsto del 15,7% nel 2024 e del 17,2% nel 2025. L’elevato reddito pro capite favorisce le vendite di beni di consumo, come prodotti in legno e arredo, che si prevede cresceranno in media del 18,2% nel biennio 2024-25 e dell’11,5% tra il 2026-27
In Arabia Saudita, l’export Made in Italy sta crescendo rapidamente, grazie alla “Vision 2030”, il principale motore di sviluppo del paese. I beni di investimento sono al centro di questa crescita, con un aumento previsto dell’8,8% nel 2024-25 e del 3,3% nel 2026-27. I mezzi di trasporto, in particolare, registreranno un incremento del 17% nel 2024, mantenendo un trend positivo negli anni successivi. Questi sviluppi offrono nuove opportunità per le imprese italiane in questi mercati strategici.
Ma anche in Cina, nonostante le sfide economiche e le difficoltà strutturali, l‘export italiano continua a crescere, con un aumento previsto del 4,8% nel 2024 e del 5,5% nel 2025.
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