Newey lavora con Honda: la nuova sinergia per raggiungere il vertice
Newey in Aston Martin per vincere assieme alla Honda. Prendete un regolamento tecnico completamente nuovo da interpretare in pochi mesi, intorno al quale concepire propulsori, telaio e aerodinamica senza alcun elemento di continuità con il passato. Questo è il contesto di riferimento degli ingegneri delle scuderie in ogni reparto, che, a partire da un foglio […]
Newey in Aston Martin per vincere assieme alla Honda. Prendete un regolamento tecnico completamente nuovo da interpretare in pochi mesi, intorno al quale concepire propulsori, telaio e aerodinamica senza alcun elemento di continuità con il passato. Questo è il contesto di riferimento degli ingegneri delle scuderie in ogni reparto, che, a partire da un foglio bianco, attraverso la prototipazione di modelli virtuali, cercano di estremizzare ogni componente delle future auto in linea con quanto prescritto dal quadro normativo di riferimento. Una lavoro mica da poco.
In questo momento nessuno è in grado di fissare l’asticella delle performance desiderate, in quanto si sta lavorando su un terreno semi sconosciuto. A darne conferma è Adrian Newey, che ha dichiarato di non avere ancora un’idea precisa su quali possano essere le linee guida vincenti nella progettazione delle vetture di prossima generazione. Del resto, il genio inglese, che dal prossimo marzo inizierà ufficialmente la sua nuova avventura in Aston Martin, in queste settimane non può fare altro che provare a immaginare nella sua mente ciò che potrà condividere con la sua nuova squadra tra poco più di un mese.
Un regolamento tecnico che non piace affatto all’ex Red Bull, perché figlio di un processo di elettrificazione dei propulsori troppo ottimistico, come poi dimostrato dalle prime simulazioni dei team. La discontinuità regolamentare potrebbe essere una grande opportunità per il mago dell’aerodinamica; tuttavia, l’avvento delle power unit di seconda generazione preoccupa e non poco. In tal senso, Newey potrà contare sul supporto di un grande costruttore, che fornirà in esclusiva i motori alla scuderia di Silverstone.
Parliamo di Honda, che, pur non essendo uscita mai fisicamente dalla F1, ha comunque realizzato le power unit che hanno consentito a Red Bull di conquistare sette titoli iridati negli ultimi quattro anni (quattro piloti e tre costruttori, nda). Il ritorno del colosso originario del Sol Levante in veste ufficiale è una certezza che sarà indubbiamente sfruttata dall’ingegnere nativo di Stratford-upon-Avon. Del resto, Adrian ha sempre prestato molta attenzione alla capacità dei partner tecnologici nell’assecondare le necessità di carattere aerodinamico.
La fibra di carbonio deve essere solamente un vestito indossato da componenti interne, a loro volta integrate in modo tale da essere funzionali alla migliore resa aerodinamica del mezzo. Alcune brillanti intuizioni dell’inglese hanno richiesto il supporto dei costruttori. Come dimenticare gli scarichi soffiati della Red Bull alla fine dell’era dei motori aspirati. Renault, nella fattispecie, assecondò in modo efficace le indicazioni di Adrian, caratterizzando il primo dominio tecnico della squadra di Milton Keynes nella classe regina del motorsport.
Viceversa, Honda è profondamente grata all’ingegnere britannico, grazie al quale ha potuto rinverdire i fasti dei successi a cavallo tra gli anni ottanta e novanta e, al contempo, rimuovere definitivamente la macchia della seconda fallimentare partnership con McLaren. Una collaborazione davvero nefasta per ambedue le parti. Una ferita profonda che comunque non ha tramortito l’orgoglio di un colosso, che ha nel proprio DNA l’eccellenza e che, grazie alla proficua collaborazione con Red Bull, è riuscito a dimostrare per l’ennesima volta la sua grande competenza.
F1, non solo 2026 per Adrian Newey
Se la rivoluzione tecnica del 2026 è stimolante quanto enigmatica per i team, l’ultima stagione di continuità regolamentare, almeno sulla carta, parliamo del mondiale 2025, difficilmente potrà riservare grosse soddisfazioni al team di Lawrence Stroll. La AMR24 non è stata all’altezza della monoposto progenitrice. Lo sappiamo bene. Tuttavia, la “verdona” non intende replicare una stagione incolore. In tal senso, Newey ha ammesso che, nonostante il suo massimo sforzo sarà investito nella progettazione della vettura 2025, Stroll gli ha chiesto di fornire il suo supporto anche nello sviluppo dell’auto 2025.
Questo, ovviamente, se la AMR25 non fornirà le performance attese dopo una campagna agonistica davvero povera di contenuti. Un impegno certamente limitato, perché, come espresso nelle scorse settimane, Newey dovrà recuperare un gap con la concorrenza che ha iniziato la fase concettuale delle vettura da gennaio, come prescritto dalla Federazione Internazionale. Ecco perché, l’ultima sfida professionale del progettista più vincente della storia della F1, ha tutti gli ingredienti per diventare quella più gratificante…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Aston Martin – F1Tv