“Mi mettono davanti una ragazza, che era una segretaria, con un cannolo siciliano. Ci sono andato giù pesante e ho visto gente esultare”: Cracco racconta il provino a Masterchef
Il noto chef si racconta a Gianluca Gazzoli: "La fama ti stravolge, non è facile. Perdere una stella? Fa parte dell'esperienza, io sono convinto di quello che faccio" L'articolo “Mi mettono davanti una ragazza, che era una segretaria, con un cannolo siciliano. Ci sono andato giù pesante e ho visto gente esultare”: Cracco racconta il provino a Masterchef proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Cuoco, gastronomo e ormai affermato personaggio televisivo. Lui è Carlo Cracco, il noto ex giudice di MasterChef. È proprio lui l’ospite dell’ultimo episodio del podcast Passa dal Bsmt di Gianluca Gazzoli. Con Gazzoli, nella puntata pubblicata ieri 6 febbraio, lo chef nato a Creazzo (Vicenza) nel 1965, ha parlato della propria carriera, iniziando dagli esordi (non facili): “Quando ho scelto di fare la scuola alberghiera, l’ho fatto più perché era a 50 km di casa. Io adoravo viaggiare e lo facevo tutti i giorni, mi alzavo alle 5:30 e tornavo a casa alle 20, ma non mi pesava perché ero molto soddisfatto di quello che facevo. In realtà all’inizio avevo 4 in cucina perché non ero mai stato in ristorante, tutti i miei compagni erano figli d’arte. Invece mio padre faceva l’operaio e mia madre la casalinga”.
Quindi ha parlato di Dinner Club, il diario di viaggio culinario targato Prime Video e che lo vede protagonista insieme ad alcuni volti noti dello spettacolo: “Il format è molto bello e soprattutto è un modo di viaggiare completamente diverso dove puoi andare a scoprire posti pazzeschi e persone incredibili. […] Rispetto ad altre esperienze fatte, Dinner Club è completamente diverso. Il game è avvincente. Vengono fuori delle storie e degli aneddoti anche personali molto belli“. A proposito di altre esperienze televisive, Cracco ha parlato ovviamente anche di Masterchef. Innanzitutto facendo qualche rivelazione sul provino che fece per diventare giudice: “Già nel 2008 o 2009 era arrivata questa chiamata per fare un provino, ma misi giù. Dopo due anni mi richiamano, non volevo rispondere e alla fine mi convincono. Quindi vado a fare questo provino; io Masterchef lo conoscevo già perché all’estero era molto conosciuto, però da noi nessuno ci credeva più di tanto”, ha raccontato. Poi ha spiegato come andò il precisamente: “Il provino è molto bello, tanto si può raccontare. Andiamo in produzione e mi mettono davanti una ragazza, che era una segretaria, con un cannolo siciliano e mi dicono: ‘prova a giudicare’. In fondo alla stanza avevo gli autori e pochi altri. E io ho pensato: se faccio quello gentile forse mi prendono, per cui faccio l’opposto, faccio il maleducato. Il mio obiettivo era non farmi prendere. Comincio a essere duro, ci sono andato giù pesante. Alzo gli occhi e ho visto la gente esultare. Alla fine sono uscito e mi hanno detto: ‘Preso'”.
Da lì è cominciato tutto. “La fama? Sì, un po’ ti stravolge – ha ammesso -. Non è semplicissimo venirne fuori, ci ho messo un po’ a trovare un equilibrio e soprattutto poi dopo mi sono staccato e ho completato il mio percorso della galleria. Masterchef è durato 6 anni; nel frattempo ho fatto Hell’s Kitchen“. Al riguardo ha detto: “Il programma è meno popolare ma ho avuto delle belle soddisfazioni. Il vincitore della prima edizione (Matteo Grandi, ndr) adesso ha una stella Michelin, per esempio. Ci sono tantissimi ragazzi di quelli che sono usciti da lì che hanno posizioni importanti. A Hell’s Kitchen era divertente, era completamente finto. Delle volte ridevo della mia cattiveria”.
A proposito di stelle, Cracco ha ricordato quando ne ha persa una nel 2021. “La stella è anche un onere, certo. Se ce l’hai devi conservarla. […] Non è per sminuire, ma è fondamentale sentirsi bene. Se uno sta bene con una stella o con tre stelle, è il tuo. Se non stai bene, che ne abbia una o tre, ti pesa. Io le ho prese e le ho lasciate. Come l’ho vissuto? Fa parte dell’esperienza, è sempre formazione però non è che abbandoni il tuo lavoro, anzi, lo fai ancora meglio. Io sono convinto di quello che faccio. Se viene, bene. Se non viene, è uguale”. Infine ha concluso: “Ormai per me non è più una gara. Tu devi lavorare perché sai lavorare bene e puoi servire come esempio per i ragazzi che lavorano con te”.
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