MaLaVoglia e l’anima dietro “Freddie”: un viaggio tra arte e vulnerabilità
MaLaVoglia torna con il singolo “Freddie”, un brano che rende omaggio alla leggenda di Freddie Mercury ma, al tempo stesso, racconta un momento di grande vulnerabilità personale. Nato da un periodo di solitudine e dubbi, il pezzo si interroga sulla vita dietro il mito, offrendo un riflesso sincero delle emozioni dell’artista. Con un arrangiamento essenziale […] The post MaLaVoglia e l’anima dietro “Freddie”: un viaggio tra arte e vulnerabilità appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.
MaLaVoglia torna con il singolo “Freddie”, un brano che rende omaggio alla leggenda di Freddie Mercury ma, al tempo stesso, racconta un momento di grande vulnerabilità personale. Nato da un periodo di solitudine e dubbi, il pezzo si interroga sulla vita dietro il mito, offrendo un riflesso sincero delle emozioni dell’artista.
Con un arrangiamento essenziale curato da Gabriele Baiardi, MaLaVoglia sceglie la semplicità per mettere a nudo la propria anima, spogliandosi di ogni artificio sia nel testo che nella musica. Il videoclip, ideato da Cesare Bobbiesi, amplifica questo dualismo mostrando l’alternanza tra l’uomo e l’artista in un’atmosfera onirica e simbolica.
“Freddie” è una dedica a chiunque stia cercando sé stesso, un invito a trovare il coraggio di essere autentici. Per MaLaVoglia, questo brano rappresenta la chiusura di un capitolo e l’inizio di nuove emozioni da condividere.
Ciao MaLaVoglia, grazie per essere qui con noi. Partiamo da “Freddie”: cosa ti ha ispirato a scrivere un brano su una figura così iconica come Freddie Mercury?
Ciao a voi e grazie per l’invito!
Posso dire che paradossalmente ho “usato” il mito di FREDDIE per raccontare un mio stato d’animo, un momento di vita molto difficile. Attraverso FREDDIE mi sono trovato a chiedermi come fosse la vita di un uomo dietro all’artista che tutto il mondo conosceva. Era un periodo in cui mi sentivo molto solo, quasi abbandonato da ciò che avevo sempre seguito. Mi chiedevo se non fosse tutto da rifare e se la mia vita non dovesse per forza essere dedicata alla musica.
Hai parlato di un momento buio nella tua vita che ti ha portato a creare questo brano. Come hai trasformato quel dolore in musica?
Proprio perché amo così tanto la musica e farla che alla fine mi sono reso conto che avrei potuto fingere di essere un uomo felice senza… ma sarei sempre stato triste. Ciò che non mostriamo, a volte, è proprio ciò che siamo o vorremmo essere. Grazie a FREDDIE mi sono liberato di un peso e ho abbandonato le paure che mi bloccavano.
C’è una frase del testo che senti particolarmente vicina al tuo vissuto?
Diverse. Sicuramente nel ritornello quando dico “FREDDIE non so se è più difficile credere in un sogno o capire che è impossibile.” Entrambe le considerazioni richiedono coraggio nel capirle.
Hai scelto un arrangiamento minimale per “Freddie”. Perché questa decisione?
Perché in primis volevo che fosse un brano minimal, vero, crudo. Con un arrangiamento “nudo”, proprio come nel testo mi sono spogliato nel raccontarmi. In secondo luogo, anche perché di sti tempi di batterie finte e basi di plastica volevo avere qualcosa di semplice. In questo è stato molto bravo Gabriele Baiardi che mi ha fatto gli arrangiamenti al piano.
Il videoclip ha una forte componente onirica. Puoi raccontarci il concept dietro le immagini?
È nato dalla testa di Cesare Bobbiesi, il mio videomaker di fiducia nonché amico di vecchia data. Ha sempre le idee giuste per i miei racconti in musica e voleva ricreare una sorta di giardino di casa Mercury dove due diversi alter ego si alternassero nelle immagini. Voleva seguire la mia stessa logica testuale incentrata sulla dicotomia uomo/artista.
Se dovessi dedicare “Freddie” a qualcuno, a chi lo dedicheresti?
La dedicherei a tutti quelli che stanno cercando qualcosa di sé da qualche parte là fuori. Che sia la realizzazione di un sogno o anche solamente il coraggio di essere semplicemente sé stessi, son cose che necessitano coraggio e spesso sono viaggi lunghi e complicati.
Ci si sente soli, si ha freddo in momenti così.
Inizialmente il brano si chiamava FREDDI e volevo giocare sul doppio senso tra il nome e la sensazione di freddo che volevo comunicare.
Alla fine, ho optato per FREDDIE. Il brano dice già tutto.
Puoi anticiparci qualcosa sul tuo album di debutto?
FREDDIE è il decimo singolo e potrebbe chiudere un cerchio. Potrebbe essere l’ultimo brano di chiusura di un Album che conterrà tutti i miei altri singoli pubblicati in precedenza. Sto valutando diverse possibilità. Sicuramente voglio che ci sia un distacco tra le vecchie e le nuove canzoni che non vedo l’ora di condividere con tutti.
Per concludere, cosa speri che il pubblico porti con sé ascoltando “Freddie”?
Mi piacerebbe che la persona che ascolti FREDDIE possa farsi un viaggio dentro un mio pezzo di mondo. E se in qualche frase si ritrovasse, sarei la persona più felice del mondo.
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