"L’energia costa troppo, la moda è penalizzata"
"Il fattore prezzo è e rimane decisivo", ed è "un punto di debolezza che ci accomuna a tutti i produttori...
"Il fattore prezzo è e rimane decisivo", ed è "un punto di debolezza che ci accomuna a tutti i produttori italiani della moda come di altri settori: fondamentali voci di bilancio, primi fra tutti i costi energetici, ci penalizzano anche rispetto ai concorrenti europei".
Lo afferma in una nota Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, alla vigilia della partecipazione dei produttori di Prato alle fiere Milano Unica e Première Vision. Sono 95 le imprese pratesi a Milano Unica, meno delle 118 di luglio scorso "quando però venivano proposte le collezioni invernali - precisa Confindustria Toscana Nord - tradizionalmente più in linea con le produzioni pratesi".
Una dozzina invece gli espositori del distretto che andranno a Première Vision.
"Questi appuntamenti fieristici si collocano in un momento in cui il tessile italiano, e non solo italiano, necessita veramente di un nuovo impulso", osserva Sarti, secondo cui "l’auspicata svolta del 2025 difficilmente si verificherà nella prima parte dell’anno".
Per il presidente di Pratotrade Giovanni Gramigni "i primi segnali per le fiere imminenti che vengono dai clienti, soprattutto esteri, sono positivi", anche se "il mercato è oggi più complicato e più esigente: si sono ridotti i volumi degli ordini e quelli dei lotti, mentre nello stesso tempo c’è una richiesta di servizio molto veloce che non sempre si concilia facilmente con la frammentazione produttiva imposta da ordinativi così ridotti e variabili".
Venendo ad alcuni dati nel dettaglio, nel 2024 la produzione complessiva di tessuti pratesi è scesa in volume del -5,8%, mentre l’export, espresso in valori, ha segnato per i 9 mesi gennaio-settembre 2024 un -7,4% sullo stesso periodo del 2023.
Riguardo alle destinazioni estere dei tessuti pratesi, i primi mercati di sbocco per importanza sono stati paesi della Ue: ancora in prima posizione la Spagna con il 10,1% del totale (anche se in ulteriore calo, del -13,3%, sul 2023); seconda la Germania (9,8% dell’export 2024) e terza la Francia con l’8,4% di quota, in arretramento come la Germania; quarta la Romania (-18,4%, con una quota del 6%).