Intesa Sanpaolo: utile in crescita a doppia cifra e buyback da 2 mld all’orizzonte
Intesa Sanpaolo ha archiviato l’esercizio 2024 con un utile netto di 8,7 miliardi di euro, in crescita del 12,2% rispetto ai 7,7 miliardi dell’anno precedente. L’istituto guidato da Carlo Messina ha proposto dividendi complessivi per 6,1 miliardi e un buyback di due miliardi da avviare in prossimo giugno. “I risultati evidenziano la capacità di Intesa... Leggi tutto
Intesa Sanpaolo ha archiviato l’esercizio 2024 con un utile netto di 8,7 miliardi di euro, in crescita del 12,2% rispetto ai 7,7 miliardi dell’anno precedente. L’istituto guidato da Carlo Messina ha proposto dividendi complessivi per 6,1 miliardi e un buyback di due miliardi da avviare in prossimo giugno.
“I risultati evidenziano la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una solida redditività sostenibile, con un utile netto pari a 8,7 miliardi a fronte di circa 0,9 miliardi di euro allocati a valere sull’utile ante imposte dell’anno con le azioni gestionali per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo, che contribuiscono a una previsione di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi”, afferma in una nota l’istituto.
La divisione Private Banking, che serve il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth Individuals) tramite Fideuram e le sue controllate Intesa Sanpaolo Private Banking, SIREF Fiduciaria, Intesa Sanpaolo Wealth Management, Reyl Intesa Sanpaolo, Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management e Fideuram Asset Management Ireland ha chiuso il 2024 con un risutato netto di 1,462 miliardi contro i 1.366 del 2023 e proventi operativi netti per 3,355 miliardi (+5,1%).
Mentre la divisione Asset Management, che fornisce soluzioni di asset management rivolte alla clientela del gruppo, alle reti commerciali esterne al Gruppo e alla clientela istituzionale tramite Eurizon Capital ha archiviato l’esercizio 2024 con un risultato netto di 579 milioni, in aumento dai 475 milioni del 2023 e proventi operativi netti per 1,005 miliardi (+10,7%).
La divisione Insurance, che sviluppa l’offerta dei prodotti assicurativi rivolti alla clientela del Gruppo e include Intesa Sanpaolo Assicurazioni (che controlla anche Intesa Sanpaolo Protezione, Intesa Sanpaolo Insurance Agency e InSalute Servizi) e Fideuram Vita, ha chiuso il 2024 con un risultato netto di 1,150 miliardi contro gli 876 milioni del 2023 e proventi operativi netti per 1.719 miliardi (+6,6%).
Le prospettive
L’attuazione del Piano di Impresa 2022-2025, fa notare in una nota l’istituto, procede a pieno ritmo, con una prospettiva di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi di euro.
Per il 2025 Intesa prevede:
- ricavi in crescita, con: resilienza degli interessi netti (in relazione al maggior contributo dell’hedging sulle poste a vista e all’aumento del volume dei crediti); incremento delle commissioni nette e del risultato dell’attività assicurativa, basato sulla leadership del gruppo nell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory; crescita degli utili da trading;
- costi operativi in riduzione, nonostante gli investimenti in tecnologia, con: accordo sindacale riguardante l’Italia, per 4.000 persone prossime all’età pensionabile in uscita volontaria entro il 2027, di cui 2.350 entro il 2025 (circa 950 già uscite al primo gennaio 2025), e 3.500 giovani da assumere entro il primo semestre 2028, di cui 1.500 Global Advisor per le attività commerciali nella rete in particolare nel Wealth Management & Protection; entro il 2027, mediante turnover naturale, 3.000 uscite per le persone in Italia, di cui 1.000 entro il 2025, e 2.000 uscite nette nelle controllate internazionali, di cui 500 entro il 2025; benefici addizionali derivanti dalla tecnologia (es., razionalizzazione delle filiali e snellimento dei processi informatici); razionalizzazione degli immobili;
- basso costo del rischio, con: basso stock di crediti deteriorati; portafoglio crediti di elevata qualità; gestione proattiva del credito;
- minori tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario e assicurativo, non essendoci più contribuzione al fondo di garanzia dei depositi.
Prevista poi una forte distribuzione di valore:
- payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa, con un aumento del dividendo per azione relativo al 2025 rispetto all’importo relativo al 2024 (*);
- buyback pari a 2 miliardi di euro da avviare a giugno 2025 (autorizzato dalla BCE) (*);
- ulteriore distribuzione per il 2025 da quantificare quando verranno approvati i risultati annuali.
Prevista inoltre una solida patrimonializzazione, con un Common Equity Tier 1 ratio – confermando l’obiettivo superiore al 12% nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025 secondo le regole di Basilea 3 / Basilea 4 – pari nel 2025 a oltre il 14% ante Basilea 4, a circa il 13,7% post impatto di Basilea 4 nel 2025 pari a circa 40 centesimi di punto e a circa il 14,5% post impatto complessivo di Basilea 4 pari a circa 60 centesimi di punto (di cui circa 20 nel 2026-2033, inclusi circa 10 nel 2026 relativi a FRTB) e includendo l’assorbimento delle DTA successivo al 2025 pari a circa 100 centesimi di punto (per la gran parte entro il 2028), tenendo conto del predetto payout ratio previsto per gli anni del Piano di Impresa, del buyback da avviare a giugno 2025 e non considerando un’ulteriore distribuzione per il 2025.