Il metodo Franciacorta di Franco Ziliani

Franco Ziliani ha trasformato la Franciacorta da area marginale a simbolo del Metodo Classico italiano, rivoluzionando il panorama vitivinicolo globale

Feb 5, 2025 - 15:23
 0
Il metodo Franciacorta di Franco Ziliani

Franco Ziliani non è stato solo un enologo, ma colui che ha trasformato la Franciacorta da area agricola marginale in una delle eccellenze vitivinicole del mondo. La sua morte, a 90 anni, segna la scomparsa di uno dei protagonisti più significativi del vino italiano, capace di spostare confini e alzare l’asticella dell’ambizione.

Oggi, le bollicine italiane non sono più solo un prodotto di nicchia. Con quasi 2 miliardi di brindisi durante le festività del 2021, gli spumanti tricolore hanno raggiunto un valore produttivo di 236 milioni di euro, confermandosi un pilastro dell’export enologico. La Franciacorta, grazie all’eredità di Ziliani, si distingue come un esempio di come una visione ambiziosa possa cambiare la percezione di un intero settore.

Dalla sfida iniziale al riconoscimento globale

Franco Ziliani, classe 1931, nato a Travagliato in provincia di Brescia, è stato un enologo visionario che ha cambiato per sempre il volto della viticoltura italiana.
Nel 1955, dopo il diploma alla Scuola Enologica di Alba, in un’Italia ancora in fase di ricostruzione, Franco Ziliani si presentò a Palazzo Lana, residenza del nobile Guido Berlucchi, con un’idea tanto visionaria quanto rischiosa.

Berlucchi cercava un esperto per migliorare i suoi vini fermi, ma Ziliani vide in quelle colline moreniche il potenziale per una trasformazione radicale. La sua domanda, semplice ma audace, suonò come una scommessa: “E se facessimo uno spumante alla maniera dei francesi?”.

Da quella provocazione nacque un percorso di ricerca, esperimenti e fallimenti, che culminò nel 1961 con la nascita delle prime 3 mila bottiglie di “Pinot di Franciacorta”. Non un semplice vino, ma la miscela che avrebbe riscritto le regole del Metodo Classico in Italia.

Franciacorta: una zona reinventata

La Franciacorta, nel cuore della Lombardia, non è solo una regione vinicola, ma il teatro di una sfida vinta. Qui il Metodo Franciacorta è diventato il simbolo di una qualità impeccabile. Simile al metodo champenoise, questo processo prevede una seconda fermentazione in bottiglia, con fasi che includono raccolta manuale, affinamento sui lieviti e il celebre remuage. Le uve utilizzate sono Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, con l’aggiunta dell’Erbamat per un tocco di autenticità.

La Franciacorta non era nata per ospitare vigne di pregio. Un terreno difficile, apparentemente inadatto alla produzione di spumanti, si rivelò invece un tesoro nascosto grazie alla caparbietà di Ziliani.

Il territorio, modellato dalle glaciazioni e influenzato dal microclima del lago d’Iseo, divenne la base di un progetto che univa tradizione e innovazione. Nel 1967 arrivò la Docg, sigillo di una qualità che si affermava sempre di più, con Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco come protagonisti indiscussi.

Un’eredità celebrata in tutto il mondo

Il 2021 ha segnato due anniversari fondamentali: i 90 anni di Ziliani e i 60 anni del primo spumante targato Guido Berlucchi. La consacrazione internazionale arrivò nello stesso anno con il Guido Berlucchi ’61 Franciacorta Nv Brut Rosé, incluso nella prestigiosa classifica di Wine Spectator tra i cento migliori vini al mondo.

Questo risultato non è solo il frutto di un lavoro di squadra, ma anche di una visione nata decenni prima, quando Ziliani aveva immaginato un Metodo Classico italiano che potesse competere con lo champagne.