Il fotovoltaico italiano alla prova di un nuovo mercato
Che 2025 sarà per il fotovoltaico? La domanda è stata posta il 22 e il 23 gennaio a Palermo, in occasione della VII Energy Conference di Energia Italia, a cui QualEnergia.it ha preso parte moderando due sessioni. La prima questione sul tavolo è la struttura del mercato residenziale dopo la grande bolla generata dal superbonus. […] The post Il fotovoltaico italiano alla prova di un nuovo mercato first appeared on QualEnergia.it.
Che 2025 sarà per il fotovoltaico? La domanda è stata posta il 22 e il 23 gennaio a Palermo, in occasione della VII Energy Conference di Energia Italia, a cui QualEnergia.it ha preso parte moderando due sessioni.
La prima questione sul tavolo è la struttura del mercato residenziale dopo la grande bolla generata dal superbonus.
“Negli ultimi anni la domanda di impianti è stata alta, ma ora il vento è cambiato”, secondo Matteo Poffe di Fronius. Nonostante ciò, “la maggior parte degli installatori è ancora orientata ad aspettare i clienti e non il contrario. Le occasioni, ora, bisogna andare a cercarsele”.
Anche sul piano degli incentivi si può immaginare un’inversione di tendenza: “Nel fotovoltaico residenziale servono soluzioni alternative alle detrazioni fiscali, serve qualcosa di nuovo”, commenta Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.
Allo stesso tempo, con effetto anche per le installazioni nei mercati commerciale-industriale (C&I) e utility scale, “il prezzo dei moduli sta scendendo costantemente, ma attenzione: prima o poi la tendenza si invertirà e non si può semplicemente continuare ad aspettare che questo valore continui a calare”, tardando così gli investimenti (si veda anche Allarme utili per i produttori di moduli fotovoltaici, ma i prezzi non calano più).
Quando si concretizza la scelta di fare un impianto, c’è un ulteriore aspetto da tenere in considerazione: “le strutture di fissaggio degli impianti sono passate dal rappresentare il costo più basso del fotovoltaico a pesare come voce più alta”, sottolinea Cristian De Nadai di Alusistemi. “C’è già chi offre prodotti fuori norma”, anche perché il rialzo dei materiali porta sul mercato strutture “con minore spessore metallico impiegato”. Da ciò derivano “maggiori problemi” nella vita utile dell’impianto.
Tutto ciò senza dimenticare gli utenti finali, famiglie e imprese, “che spesso non conoscono le dinamiche del settore e sono influenzati dall’installatore”, per Riccardo Filosa (Zucchetti Centro Sistemi). Ciò potrebbe determinare “un impoverimento della qualità e dei servizi nell’offerta se si fa solo una corsa al prezzo”. Il rischio, paventato anche da Averaldo Farri (Zcs Azzurro), è che il settore perda di credibilità davanti agli utenti.
Lo stesso Farri ha messo in evidenza, tra gli aspetti giudicati problematici nel mercato 2025, la presenza di produttori dei pannelli che provano a offrire con lo stesso marchio anche inverter, batterie e altri prodotti connessi al FV. Da questa direzione “si possono generare problemi sulle manutenzioni”.
Tutto ciò non può prescindere dall’opportunità dettata “dal revamping fotovoltaico”, come sottolineato sul palco di Palermo da Giuseppe Maltese di Energia Italia. Un’attività che innesca un mercato parallelo dello smaltimento, secondo Alberto Nadai di Q-Cells: “Serve tecnologia per farlo, anche in maniera intelligente con l’IA”.
Sul costo dell’impianto fotovoltaico, infine, “pesa anche il trasporto del modulo”, dunque la logistica dei materiali, per la quale “la sfida è ottimizzare”.
Il peso delle scelte politiche sul mercato fotovoltaico
La discussione di Palermo ha messo in luce anche gli effetti sul mercato causati dalla attualità normativa.
In primis l’accordo sottoscritto dall’Italia per l’import di energia da fonte rinnovabile generata in Albania e il Ddl Nucleare annunciato dal Mase.
Nel primo caso, secondo Averaldo Farri, “è un modo per rimandare le scelte strategiche” del nostro Paese, mentre nel secondo caso “non si tratta affatto di una scelta”. Sulla stessa linea Riccardo Filosa: “Che senso ha generare in Albania e trasportare in Italia? La priorità va data all’autoconsumo”.
Di aree idonee in Sicilia, invece, ha parlato Roberto Sannasardo, Energy Manager della Regione Siciliana, per il quale la definizione di questa normativa “potrebbe essere una svolta se si facesse politica energetica collegata a quella economica e sociale” (qui la video intervista a Sannasardo). L’esempio è dato dalle aree interne, dove è in atto un forte spopolamento. “Fare impianti qui potrebbe ridurre il problema”, visto che l’utility scale ha ricadute occupazionali sui territori.
Tema ripreso, più in generale, da Battista Quinci di Energia Italia: “Lo spirito dell’imprenditore sano è rimettere il valore economico sul territorio, in un senso di circolarità”.
Una dinamica vera non solo nella realizzazione di impianti, ma anche nella produzione di moduli: “Noi abbiamo circa 1.000 occupati diretti e 1.000 nell’indotto e a regime raddoppieremo questi numeri; questo penso dia una credibilità al settore”, secondo Antonino Tripoli di 3Sun.
Intanto, però, l’avvento delle leggi regionali sulle aree idonee “può essere una bomba”. L’espressione è stata usata in senso negativo, intendendo il moltiplicarsi della complessità progettuale e di installazione delle Fer, da parte di Giuseppina Leone, Ordine degli Architetti di Palermo.
Una realtà professionale, quella degli architetti, che insieme agli ingegneri è chiamata a progettare gli impianti sul territorio e che sul palco dell’Energy Forum ha lamentato proprio l’eccesso di stratificazione normativa e di vincoli che si è innescata dal 2024.
Non solo un tema nazionale, aggiunge Vincenzo Di Dio (Ordine degli ingegneri di Palermo), per il quale “la confusione normativa” è acuita “dall’autonomia della Sicilia su Urbanistica ed Energia. Non sappiamo mai se le norme nazionali sono recepite così come sono o ci saranno specifiche modifiche”.
Un problema sintetizzato, tra gli altri, da Andrea Cristini, presidente Anie Rinnovabili, che ha rivolto un chiaro invito alla politica nazionale: “Basta semplificazioni” o si rischia solo di continuare a complicare il framework. Il riferimento, ad esempio, è al Testo unico rinnovabili.The post Il fotovoltaico italiano alla prova di un nuovo mercato first appeared on QualEnergia.it.