Il call center delle truffe agli anziani. Presa la banda del finto maresciallo

Alle vittime telefonava un fantomatico sottufficiale dell’Arma: l’esca dell’incidente e la consegna del denaro. Il sodalizio in due anni ha messo a segno 45 colpi, 700mila euro il bottino. Ecco come difendersi dalle frodi. .

Feb 2, 2025 - 13:19
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Il call center delle truffe agli anziani. Presa la banda del finto maresciallo

Roma, 2 febbraio 2025 – "Guardate, vostro figlio sta piangendo come un bambino. Ha investito una donna è spaventatissimo". Comincia così la truffa del finto avvocato o carabiniere, che consiste nel telefonare agli anziani e raccontare loro che il figlio o la figlia sono stati arrestati e per liberarli bisogna sborsare subito una grossa somma di denaro: "Questa è la caserma dei carabinieri. La donna che ha investito sta perdendo la vita e sua figlia deve andare in carcere. Per evitare il carcere dovrà prendersi la responsabilità e risarcire personalmente i danni causati". Ma a volte arrivano quelli veri, di carabinieri. E così 21 persone sono finite in carcere, cinque ai domiciliari e tre con obblighi di presentazione su ordine della Procura di Genova con l’accusa di fare parte di un’organizzazione criminale, con base operativa e logistica a Napoli.

L’INCHIESTA
L’indagine si chiama ’2 ottobre’, in omaggio alla festa dei nonni. Secondo l’accusa, l’associazione a delinquere era capeggiata da Alberto Macor e Marica Mastroianni e strutturata in batterie operative in tutta Italia. Agli indagati sono contestati 54 episodi di truffe pluriaggravate (45 consumate, 9 tentate) in due anni a partire da aprile 2022, con un profitto illecito complessivo di 700mila euro (90 mila sono stati recuperati). Lo schema era sempre lo stesso: le vittime venivano contattate da un sedicente maresciallo o da un legale. Questo diceva che un figlio o un nipote della ’preda’ aveva causato un incidente stradale in cui era morta una persona. Poi arrivava in casa il complice a ritirare contanti e gioielli.

L’ORGANIZZAZIONE
La coppia organizzava nei dettagli le modalità della truffa: installava in abitazioni e B&B i call center da cui effettuare le chiamate, reclutava telefonisti e trasfertisti, decideva la zona da colpire e programmava gli spostamenti con treni e taxi (oppure auto a noleggio da agenzie compiacenti del Napoletano) dei complici. Tra gli arrestati c’è anche Marco Macor, che aveva interpretato la parte dell’amico del protagonista Ciro nel film di Matteo Garrone "Gomorra", tratto dal libro di Roberto Saviano. Insieme al fratello Alberto ha raggirato una cinquantina di anziani. Era uno dei trasfertisti che da Napoli raggiungeva il Nord Italia e per la banda si occupava anche di logistica.

LE INTERCETTAZIONI
Ma non tutti ci cascavano. In un’intercettazione si sente una voce giovane che dice "Signora, qui è l’ufficio postale" e s’informa se il figlio è in casa. La vittima dice che non ha un figlio ma una figlia e che non è lì con lei. A quel punto scatta il piano: "C’è stato un terribile incidente stradale. Sua figlia è alla caserma dei carabinieri". Ma l’anziana non ci crede: "Che c’entrano le Poste?" e poi dice: "Adesso chiamo mia figlia". A quel punto la telefonista si spazientisce e passa la palla al complice.

IL VADEMECUM
Il sito della polizia ospita un vademecum per difendersi dalle truffe. Le forze dell’ordine ricordano che i truffatori possono essere uomini, donne e anche anziani; se operano in borghese di solito vestono in maniera elegante. Quando indossano finte divise, di solito queste differiscono da quelle originali per alcuni dettagli. Dei tesserini di riconoscimento non bisogna mai fidarsi appieno perché possono essere contraffatti. Di norma, chi truffa si mostra colto ed esperto nel proprio campo e tenta di confondere la vittima con un fiume di parole. La presunta conoscenza di parenti o amici, anche se provata, non è mai da sola una prova di buone intenzioni. E quando spingono a contattare persone che vogliono offrire ’aiuto’, di solito sono loro complici.