Fratelli di chat: utte le giravolte dei meloniani sulle trivelle nell’Adriatico

Le trivelle nel mar Adriatico: dal “no”, al “nì” al “sì”. Estratto dal libro di Giacomo Salvini "Fratelli di chat. Storia segreta del partito di Giorgia Meloni".

Feb 8, 2025 - 08:37
 0
Fratelli di chat: utte le giravolte dei meloniani sulle trivelle nell’Adriatico

Le trivelle nel mar Adriatico: dal “no”, al “nì” al “sì”. Estratto dal libro di Giacomo Salvini “Fratelli di chat. Storia segreta del partito di Giorgia Meloni

 

Nel 2016, c’era Renzi al governo, Giorgia Meloni fece una attiva e dura campagna per il referendum abrogativo che avrebbe portato alla cancellazione della legge che consentiva nuove concessioni per estrarre gas nel mar Adriatico oltre le dodici miglia e vietando il rinnovo di quelle già esistenti.

Durante quella campagna referendaria sia Meloni che Salvini si impegnarono per il “sì” all’abrogazione. Insomma, entrambi erano contro le nuove trivellazioni in mare. Le dichiarazioni, i post e alcuni video d’archivio ci restituiscono la posizione dell’epoca di Meloni: per lei le trivellazioni nel mar Adriatico erano «un aiuto ad alcune grandi lobby» contribuendo «all’inquinamento del nostro mare».

Il giorno prima del voto del 17 aprile 2016, su Facebook Meloni scriveva: «Rivolgo un appello ai cittadini: non fate passare sottotraccia un referendum molto importante per la qualità del nostro ambiente e la difesa del nostro mare. Non andare a votare, come invita a fare Renzi, sarebbe un aiuto ad alcune grandi lobby che sono legate a questo governo». Il tutto corredato da foto con lo striscione: «Ferma le trivelle, il mare è il nostro petrolio». Poi quel referendum, come molte altre consultazioni abrogative, fallì per mancanza del quorum.

Tre anni dopo, però, la posizione del partito inizia a cambiare. Questa giravolta, come avvenuto anche per la riforma dell’autonomia differenziata, arriva di pari passo con le elezioni regionali in Abruzzo (dove corre il meloniano Marco Marsilio) e Basilicata. La linea inizia a essere diversa: meglio non parlare delle trivellazioni nel mar Adriatico, meglio evitare proprio l’argomento. Il rischio, infatti, non è solo quello di perdere consenso sul territorio dicendosi favorevoli alle nuove estrazioni, ma che opponendosi espressamente poi si vada incontro a contraddizioni in caso di vittoria elettorale nelle due Regioni. Così, dopo le prime aperture di Guido Crosetto, arriva la richiesta di prudenza e silenzio da parte del capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida in chat:

[24/01/19, 09:39:51] Francesco Lollobrigida:
Una questione importante. Sulle Trivelle, al di là degli intimi convincimenti, votandosi in Abruzzo e Basilicata eviterei di uscire a favore degli impianti. Le popolazioni coinvolte sono elettoralmente sensibili alla questione e si rischia di dare forza a M5S.

Anche Meloni si dice d’accordo con “Lollo” e si apre un dibattito nel partito: tutti contrari alle nuove trivellazioni, tranne Crosetto. Ma meglio evitare di parlarne, sfruttando le contraddizioni del M5S in quel momento al governo con la Lega.

Tre anni dopo, la posizione di Fratelli d’Italia cambierà ancora. Per rispondere alla crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina e rendersi sempre più autonomi dalla Russia di Vladimir Putin, il governo Meloni a novembre 2022, inserisce nel decreto Aiuti Ter una norma che permette addirittura nuove concessioni per estrarre gas nel mar Adriatico e dalle nove miglia in su.

Dal “no triv”, al “nì triv” fino al “sì triv” è un attimo. Magari nessuno se ne accorge.