Esg, chiamata anche per le Pmi

Imprese all’appello per adeguarsi agli standard Esg in modo da guadagnare un canale preferenziale per l’accesso al credito. Ma a essere coinvolte non sono solo grandi imprese e istituzioni finanziarie, destinatarie degli obblighi di rendicontazione, ma anche le Pmi, spina dorsale del tessuto produttivo italiano, che, pur non essendo direttamente soggette alla normativa europea sulla […] L'articolo Esg, chiamata anche per le Pmi proviene da Iusletter.

Gen 27, 2025 - 16:58
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Esg, chiamata anche per le Pmi

Imprese all’appello per adeguarsi agli standard Esg in modo da guadagnare un canale preferenziale per l’accesso al credito. Ma a essere coinvolte non sono solo grandi imprese e istituzioni finanziarie, destinatarie degli obblighi di rendicontazione, ma anche le Pmi, spina dorsale del tessuto produttivo italiano, che, pur non essendo direttamente soggette alla normativa europea sulla sostenibilità, si trovano ad affrontare crescenti richieste da parte di banche e grandi imprese per adeguarsi agli standard ambientali, sociali e di governance. Anche gli istituti di credito, da parte loro, sono chiamati a redigere una valutazione dell’impatto dei rischi, per esempio attribuendo, attraverso questionari, un rating a ciascuna impresa. Sono questi gli effetti delle linee guida definitive sulla gestione dei rischi Esg, pubblicate dall’Autorità bancaria europea (Eba), il 9 gennaio scorso, che introducono standard per rafforzare la capacità del sistema bancario di identificare, misurare e gestire questi rischi. Queste regole rappresentano un passo cruciale per promuovere la transizione verso un sistema finanziario sostenibile, in linea con gli obiettivi climatici e sociali dell’Ue, e pongono le basi per un dialogo strategico tra banche e imprese.

Le imprese, parte integrante di questo processo, devono affrontare nuove sfide per allinearsi agli standard Esg, sviluppando strategie di transizione sostenibili che migliorino la loro competitività e garantiscano l’accesso ai finanziamenti. Gli istituti finanziari, infatti, tendono sempre più a favorire progetti con elevati standard di sostenibilità, in linea con la tutela ambientale e sociale.

Il quadro delle norme europee. La transizione verde sancita dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable development goals, Sdgs) dell’Agenda 2030, dal Green deal europeo e dagli obiettivi dell’Unione europea per la neutralità climatica entro il 2050, richiede un impegno congiunto di banche e imprese. In questo contesto, la Direttiva Csrd (Corporate sustainability reporting directive), recepita in Italia con il dlgs 125/2024, introduce gradualmente, a partire da gennaio di quest’anno, nuovi obblighi di rendicontazione Esg. Questi obblighi riguardano principalmente grandi imprese e istituzioni finanziarie che dovranno monitorare non solo i propri impatti, ma anche quelli generati lungo tutta la catena del valore, che per gli intermediari finanziari comprende i soggetti finanziati. Appunto per questo, gli effetti di questi framework normativi si ripercuotono indirettamente sulle Pmi, chiamate a compiere uno sforzo di adattamento che, se ben gestito, può tradursi in un’opportunità per migliorare la competitività e rafforzare il loro posizionamento sul mercato.

L’impatto dei rischi Esg sul settore finanziario. Le linee guida Eba completano e ampliano il quadro normativo per la gestione dei rischi Esg, già definito dalle linee guida sulla governance interna e sulla concessione e monitoraggio dei prestiti. Questo documento di 150 pagine stabilisce standard chiari per identificare, misurare e monitorare i rischi Esg con un approccio integrato forward-looking (o prospettico, ossia un metodo incentrato sulla previsione e anticipazione degli eventi futuri). L’obiettivo è garantire la resilienza del sistema bancario nel breve, medio e lungo termine.

I rischi Esg, tra cui il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e i rischi sociali e di governance, rappresentano sfide sempre più rilevanti per l’economia e il sistema finanziario, influenzando tutte le categorie tradizionali di rischio finanziario (rischio credito, di mercato, operativo e reputazionale), con particolare attenzione ai rischi di transizione e fisici.

Per garantire la resilienza, gli enti devono sviluppare strategie di lungo periodo che tengano conto delle limitate esperienze storiche in questo ambito, secondo il principio di proporzionalità, distinguendo le responsabilità degli istituti in base alla loro complessità e dimensione.

Chi deve fare cosa e quando. Gli istituti devono dimostrare di rispettare i requisiti attraverso una reportistica chiara e notificare all’Eba la loro conformità alle linee guida o, in caso contrario, fornire le ragioni della non conformità. Le linee guida si applicheranno a partire dall’11 gennaio 2026, fatta eccezione per gli istituti piccoli e non complessi, per i quali si applicheranno al più tardi a partire dall’11 gennaio 2027.

Per gestire efficacemente i rischi Esg, gli istituti devono considerare il loro impatto su orizzonti brevi, medi e lunghi. Le procedure interne richiedono dati granulari su clienti e asset, necessari per valutare i rischi prospettici e attuali. Sul piano pratico, questa valutazione si concretizza nella somministrazione di questionari per le imprese, da cui derivano punteggi di sostenibilità utilizzati per determinare il rating bancario. Le linee guida richiedono inoltre alle banche di integrare i rischi Esg nei processi di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (Icaap) e della liquidità (Ilaap), garantendo coerenza con gli obiettivi di sostenibilità.

Le linee guida Eba richiedono un approccio integrato per analizzare e monitorare i rischi Esg, combinando diverse metodologie. Tra queste, le metodologie basate sull’esposizione permettono di valutare i rischi Esg associati ai portafogli degli istituti; l’allineamento del portafoglio verifica la coerenza degli investimenti rispetto agli obiettivi di sostenibilità. Infine, le metodologie basate sugli scenari simulano l’impatto futuro dei rischi Esg, tenendo conto delle evoluzioni normative e di mercato.

La gestione dei rischi passa dalle competenze. Un elemento essenziale per la gestione dei rischi Esg è la formazione. I dirigenti e il personale devono essere adeguatamente preparati per comprendere e affrontare le implicazioni dei fattori Esg. Le politiche di formazione vanno aggiornate regolarmente, tenendo conto degli sviluppi normativi e scientifici. Questo rafforzamento delle competenze interne non è fine a sé stesso, ma costituisce la base per avviare un dialogo strutturato con le imprese. Solo attraverso una collaborazione efficace tra banche e Pmi è possibile affrontare le sfide Esg, creare un sistema integrato di sostenibilità e promuovere una transizione verde che coinvolga tutti gli attori del sistema economico.

Richieste standard per costruire il dialogo. Le Pmi italiane, spesso caratterizzate da una scarsa capitalizzazione e da una forte e una significativa dipendenza dall’indebitamento bancario, necessitano di rapporti solidi con gli istituti di credito, fondati su fiducia reciproca e un costante scambio di informazioni.

Per supportare le Pmi nell’adeguarsi alle richieste di sostenibilità avanzata dagli istituti finanziari, il Tavolo per la finanza sostenibile, promosso dal Mef (Ministero dell’economia e delle finanze), ha pubblicato recentemente un documento di riferimento per standardizzare le informazioni richieste dagli istituti finanziari. L’uso di questo strumento volontario mira a ridurre gli oneri amministrativi e a semplificare il dialogo tra banche e imprese, risolvendo una criticità diffusa: la diversificazione dei questionari Esg richiesti dagli istituti. Le imprese, in particolare quelle con più rapporti bancari, affrontano spesso richieste simili ma disomogenee, con un notevole dispendio di risorse.

Il documento raccoglie 40 informazioni di sostenibilità ispirate a un criterio di proporzionalità in funzione della dimensione dell’impresa e organizzate in cinque sezioni tematiche: Informazioni generali, Mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, Ambiente, Società e forza lavoro, Condotta d’impresa. Ogni sezione è accompagnata da indicazioni pratiche per aiutare le imprese a raccogliere e presentare i dati in modo chiaro e uniforme. Adottare questo modello aiuta le Pmi a migliorare l’accesso ai finanziamenti, pianificare investimenti, offrire prodotti e servizi più sostenibili e rafforzare la competitività, anche nel contesto delle gare pubbliche facendo delle variabili Esg un elemento centrale per la creazione di valore.

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