Ed è già GiroMania. Ritorno nel centenario per la settima volta sulle strade pisane
Cresce la febbre per l’appuntamento del prossimo 20 maggio, sotto i riflettori rosa della corsa più amata: un viaggio nella storia.
di Renzo Castelli
PISA
Ma c’è un altro sport che sta scaldando il cuore dei pisani di città e di provincia: l’evento che proietterà la città sotto i riflettori nazionali per il Giro d’Italia merita di essere seguito con grande partecipazione. Anche se il ciclismo non è più quello del secolo scorso (come si sa, nel ‘48 la vittoria di Bartali nella tappa alpina del tour bloccò un principio di rivolta dopo l’attentato di Pallante a Togliatti) è certo che il Giro rappresenti ancora tanta storia nella vita di molte famiglie, ricordi accumulati dalle generazioni, personaggi che il tempo ha reso immortali.
Pisa è stata per sette volte tappa del Giro ma l’evento che la città sta per vivere coinciderà anche con un centenario: la prima volta fu il 20 maggio del 1925. Quel giorno di un secolo fa, infatti, si disputò la tappa Arenzano-Pisa che si concluse sul viale delle Piagge. Vinse Pietro Bestetti della Wolsit-Pirelli ma quel giorno accadde un evento eccezionale del quale si parlò per giorni. Mentre la folla aspettava i girini si presentò sul viale un corridore isolato. In mancanza di cinema, di tv e di social nessuno aveva dimestichezza con il Giro e la folla scambiò quel solitario ciclista per il vincitore di tappa. Fu attorniato e portato in trionfo, finché non arrivò il gruppo vero. Il ciclista vanaglorioso fu identificato per Benedetto Bertelli, un falegname di 24 anni del piano di Pisa che alla fine venne multato per disturbo della quiete pubblica. Con la costruzione del Campo Littorio nel 1931, per due anni il Giro fece tappa a Pisa con arrivo sulla bella pista rossa per l’atletica e il ciclismo. In entrambi gli anni vinse Learco Guerra, detto la “locomotiva umana”: sia la Genova-Pisa del ‘33 che la cronometro Livorno-Pisa del ‘34. Guerra indossava, anziché la maglia della Maino, quella tricolore di campione d’Italia. E ancora nel 1940 il Giro arrivò sulla pista del Campo Littorio. Era il 19 maggio, nella Genova-Pisa vinse Diego Marabelli della Legnano.
La gente applaudì e si divertì moltissimo: nessuno immaginava che ventun giorni dopo l’Italia sarebbe entrata in guerra. Il 19 maggio del 1953 il belga Rik Vanstenbergen, uno dei miti della velocità in quegli anni, vinse la tappa Follonica-Pisa con arrivo ancora sulla pista del campo di calcio tornato ad essere Arena Garibaldi. Quello del 1953 fu un giro sportivamente drammatico nella sua conclusione. Coppi non era riuscito a staccare Koblet nella tappa Auronzo di Cadore- Bolzano e le cronache riferirono che il campionissimo si sarebbe accordato con lo svizzero, più forte in velocità, perché gli lasciasse vincere la tappa di Bolzano assicurandogli che, in cambio, non lo avrebbe attaccato il giorno dopo nella Bolzano-Bormio.
Ma quando a metà salita Koblet forò Coppi scattò e si prese un buon vantaggio sul passo dello Stelvio. Forse Koblet, grande discesista, avrebbe anche potuto riprenderlo ma cadde e lì in pratica finì il Giro. Il 29 maggio del 1977 Pisa ospitò la cronometro Lucca-Pisa vinta dal norvegese Knut Knudsen della Jolly Ceramica con arrivo dei corridori in piazza XX settembre e tre anni dopo, il 20 maggio, un’altra cronometro, la Pontedera-Pisa: i corridori arrivarono in piazza del Duomo dove vinse il danese Jorgen Marcussen della squadra Inoxpran. Quella fu l’ultima volta. Ed erano 45 anni fa..
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