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Con la sentenza in oggetto, depositata il 13 novembre 2024, la Corte di Cassazione, Prima Sezione Civile, ha affermato un principio di grande rilevanza per la tutela degli azionisti di risparmio, stabilendo che la fusione per incorporazione di una società non estingue i diritti degli azionisti di risparmio, che possono continuare a contestare il rapporto di cambio e chiedere risarcimenti per eventuali pregiudizi subiti.
Questa pronuncia assume un’importanza fondamentale nel contesto del diritto societario e della tutela del risparmio, chiarendo i limiti delle operazioni di fusione nel pregiudicare i diritti di una categoria di azionisti strutturalmente più debole rispetto a quelli ordinari.
1. Il caso giuridico e la questione posta alla Cassazione.
La controversia trae origine da una fusione per incorporazione. Tale operazione ha comportato la cessazione della categoria degli azionisti di risparmio, che, attraverso il loro rappresentante comune, hanno contestato il rapporto di cambio ritenendolo lesivo dei loro diritti patrimoniali.
L’assemblea speciale degli azionisti di risparmio aveva deliberato di agire in giudizio per ottenere una tutela risarcitoria. Tuttavia, la società incorporante aveva eccepito l’estinzione della categoria a seguito della fusione, sostenendo che ciò determinasse la perdita di ogni diritto d’azione in capo agli azionisti di risparmio.
La Corte d’Appello di Milano aveva accolto questa tesi, ritenendo che la fusione comportasse l’impossibilità per il rappresentante comune di proseguire l’azione legale per conto degli azionisti di risparmio.
La decisione è stata impugnata in Cassazione dal rappresentante comune, che ha invocato la violazione degli articoli 146 e 147 del Testo Unico della Finanza (TUF) e dell’art. 2418 c.c.**, sostenendo che la fusione non potesse azzerare retroattivamente i diritti già maturati dagli azionisti di risparmio.
2. I principi giuridici affermati dalla Cassazione.
La Corte Suprema ha accolto il ricorso, enunciando tre principi fondamentali:
1. Il rappresentante comune degli azionisti di risparmio non è un organo della società, ma un soggetto autonomo con funzioni di tutela della categoria.
– Questa affermazione implica che il rappresentante comune non dipende dalle scelte della società emittente e mantiene un ruolo attivo nella difesa collettiva degli azionisti di risparmio, anche quando la società decide operazioni straordinarie come la fusione.
2. La fusione per incorporazione non estingue il diritto degli azionisti di risparmio a contestare il rapporto di cambio e a chiedere un risarcimento per eventuali danni subiti.
– La Cassazione ha chiarito che la scomparsa formale della categoria non implica la perdita del diritto di ottenere una tutela risarcitoria in caso di pregiudizio economico.
3. La legittimazione processuale del rappresentante comune sopravvive alla fusione della società.
– Anche dopo l’incorporazione della società originaria, il rappresentante comune mantiene il potere di proseguire l’azione legale in nome e per conto degli azionisti di risparmio, garantendo una continuità nella tutela giuridica della categoria.
3. Implicazioni della sentenza: un nuovo equilibrio tra poteri societari e tutela del risparmio.
Questa pronuncia ha un impatto significativo sotto diversi profili:
A) Per gli azionisti di risparmio
– Maggior tutela degli investimenti: gli azionisti di risparmio possono continuare a far valere i loro diritti anche dopo una fusione, senza subire una cancellazione automatica della loro posizione.
– Prevenzione di abusi nelle operazioni societarie: la società non può più usare la fusione come uno strumento per eludere la responsabilità e per annullare eventuali richieste risarcitorie.
– Rafforzamento dell’azione collettiva: il rappresentante comune può proseguire l’azione legale per il riconoscimento dei diritti della categoria.
B) Per il rappresentante comune degli azionisti di risparmio
– Consolidamento della sua autonomia e funzione di garanzia: la decisione della Cassazione riconosce l’indipendenza del rappresentante comune rispetto alla società e la sua capacità di operare anche in contrapposizione agli organi societari.
– Maggiore efficacia nella difesa dei diritti collettivi: la sentenza chiarisce che il mandato assembleare conferito al rappresentante comune non si estingue automaticamente con la fusione, garantendo una continuità della tutela giuridica.
C) Per le società emittenti
– Aumento degli obblighi di trasparenza e correttezza nelle fusioni: le imprese dovranno evitare operazioni che possano penalizzare gli azionisti di risparmio, garantendo un rapporto di cambio equo e trasparente.
– Maggiore responsabilità nelle decisioni di governance: non sarà più possibile eliminare una categoria di azionisti senza riconoscerne i diritti pregressi, evitando discriminazioni rispetto agli azionisti ordinari.
4. Conseguenze pratiche della sentenza.
Questa decisione consolida il principio di continuità nella tutela dei diritti dei risparmiatori e rappresenta un importante precedente per future controversie simili.
1. Le società dovranno adottare maggiore cautela nelle fusioni e incorporazioni, garantendo che il rapporto di cambio sia equo per tutte le categorie di azionisti.
2. Gli azionisti di risparmio avranno strumenti più forti per difendere i loro diritti, evitando che fusioni e altre operazioni straordinarie possano azzerare il loro potere di tutela.
3. Il ruolo del rappresentante comune esce rafforzato, confermandosi come garante degli interessi collettivi della categoria anche dopo l’estinzione della società originaria.
5. Conclusioni.
La sentenza n. 1530/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un passo avanti nella tutela degli azionisti di risparmio, impedendo che operazioni societarie straordinarie possano cancellare retroattivamente i loro diritti.
Conferendo maggiore forza al rappresentante comune, la decisione garantisce che gli azionisti di risparmio non siano penalizzati da decisioni unilaterali della società emittente e stabilisce un equilibrio più equo tra i poteri societari e i diritti del risparmio privato.
Questa pronuncia assume quindi un rilievo strategico, rafforzando la corporate governance e tutelando i piccoli investitori nei mercati finanziari.
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