Caso Paragon: cosa sappiamo finora sullo spionaggio ai danni del giornalista Francesco Cancellato e dell’attivista Luca Casarini
Caso Paragon: cosa sappiamo finora sullo spionaggio ai danni del giornalista Francesco Cancellato e dell’attivista Luca Casarini Il giornalista italiano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, è tra le circa 90 persone che nei mesi scorsi sono state spiate in tutta Europa attraverso Graphite, uno spyware fornito dalla società israeliana Paragon Solutions. In Italia sono in […]
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Caso Paragon: cosa sappiamo finora sullo spionaggio ai danni del giornalista Francesco Cancellato e dell’attivista Luca Casarini
Il giornalista italiano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, è tra le circa 90 persone che nei mesi scorsi sono state spiate in tutta Europa attraverso Graphite, uno spyware fornito dalla società israeliana Paragon Solutions. In Italia sono in tutto sette le persone finite nel mirino del software-spia: tra loro anche Luca Casarini, capo missione dell’ong Mediterranea Saving Humans.
Non è dato sapere chi abbia spiato Cancellato e Casarini, né su ordine di chi, ma si sa che lo spyware Graphite – utilizzato in attività di hacking di livello militare – è fornito dall’azienda israeliana solo a enti governativi degli Stati Uniti e di Paesi alleati, inclusa l’Italia.
Giovedì 6 febbraio il giornale britannico The Guardian ha rivelato che Paragon Solutions, dopo aver appreso che tra le persone controllate c’erano un giornalista e due attivisti, ha “interrotto il proprio rapporto di clientela con l’Italia” per violazione dei termini dell’accordo, nei quali era previsto, tra le altre cose, di escludere dai controlli proprio giornalisti e attivisti.
Il giornale israeliano Haaretz riferisce che Paragon Solutions aveva due clienti nel nostro Paese: un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence. Palazzo Chigi, da parte sua, in una nota “esclude” che giornalisti “siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo”.
Il caso Paragon Solutions: cos’è lo spyware Graphite
Paragon Solutions è un’azienda fondata dall’ex primo ministro israeliano Ehud Barak. Nei mesi scorsi era stata vicina a essere ceduta a un fondo di private equity statunitense per 900 milioni di dollari, ma l’operazione non si è completata.
Graphite è uno software-spia che si insinua negli smarphone della vittima attraverso l’invio di un file infetto: il contatto viene stabilito nel momento stesso della ricezione del file, senza che esso debba necessariamente essere scaricato o aperto. In questo caso lo spyware è stato inviato tramite Whatsapp.
Lo scorso 31 gennaio Cancellato, Casasini e le altre persone spiate hanno ricevuto un messaggio su WhatsApp in cui la società del Gruppo Meta li informava del fatto che fino allo scorso dicembre erano stati spiati. “A dicembre – recita il testo dell’avviso – WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Le nostre indagini indicano che potresti aver ricevuto un file dannoso tramite WhatsApp e che lo spyware potrebbe aver comportato l’accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo”.
In seguito WhatsApp ha fatto sapere tramite un portavoce di aver “interrotto una campagna spyware di Paragon che aveva preso di mira un certo numero di utenti, tra cui giornalisti e membri della società civile”. “Abbiamo contattato direttamente le persone che riteniamo siano state colpite”, ha confermato il portavoce. “Questo è l’ultimo esempio del perché le aziende di spyware devono essere ritenute responsabili delle loro azioni illecite. WhatsApp continuerà a proteggere la capacità delle persone di comunicare in privato”.
Non è chiaro per quanto tempo Cancellato e gli altri siano stati spiati. Va ricordato che il giornale di cui è direttore, Fanpage, negli ultimi anni ha realizzato alcune inchieste particolarmente sgradite al Governo, in cui si rivelavano le nostalgie fasciste di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia.
Secondo quanto riferito dal Governo italiano, Graphite ha spiato persone in almeno quattordici Paesi europei: Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia, oltre ovviamente all’Italia.
Caso Paragon, la nota di Palazzo Chigi
Palazzo Chigi è intervenuto sulla vicenda con una nota diffusa nella serata del 5 febbraio, cioè prima che si venisse a sapere che Paragon Solutions aveva interrotto i rapporti con i clienti italiani.
“In merito a quanto pubblicato da alcuni organi di stampa su presunte attività di spionaggio che avrebbero riguardato operatori dell’informazione – si legge nel comunicato – la Presidenza del Consiglio esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124 (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto), compresi i giornalisti”.
“Trattandosi di una questione che il Governo considera di particolare gravità – prosegue Palazzo Chigi -, è stata attivata l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che dipende dalla Presidenza del Consiglio. Acn ha interloquito con lo studio legale Advant, incaricato dalla società WhatsApp Ireland Limited: emerge che le utenze italiane interessate finora appaiono essere sette. Non è stata comunicata ad Acn l’identità dei titolari di tali utenze, che sono stati informati direttamente dalla stessa società, a tutela della loro privacy”.
Salvini: “Regolamenti di conti nei Servizi”
“Non conosco la società in questione, non c’ho mai avuto a che fare, non ha mai collaborato con realtà a me vicine o conosciute e quindi non so cosa rispondere, onestamente”, ha commentato il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini.
“Non so se ci fosse questo software, non so da chi fosse usato, per quali motivi, sicuramente è fondamentale un momento di chiarezza in quelli che paiono regolamenti di conti all’interno dei servizi di intelligence che svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità, la sicurezza e la democrazia del Paese”, ha aggiunto il leader della Lega. “Che ci siano paginate quotidiane dove agenti segreti attaccano altri agenti segreti, invece di difendere l’interesse nazionale, questo sì è preoccupante”.
In seguito la Lega ha puntualizzato con una nota che quando Salvini “parla di ‘regolamenti di conti all’interno dei servizi di intelligence’ si riferisce a ciò che leggiamo da giorni sui giornali, non ad altro”. “Totale è la nostra fiducia invece negli attuali vertici dell’Intelligence, finalmente all’altezza del compito loro assegnato”, precisa il Carroccio.
Le opposizioni chiedono al Governo di riferire
I gruppi delle opposizioni alla Camera hanno chiesto una informativa urgente del Governo sul caso Paragon.
La Commissione europea: “Inaccettabile spiare giornalisti e oppositori”
Markus Lammert, portavoce della Commissione europea, ha commentato così la vicenda: “Le indagini sono questione che spetta alle autorità nazionali e non alla Commissione europea e ci aspettiamo che verifichino tali accuse. Quello che posso dire, in generale, è che qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile, se provato naturalmente. Lo European Media Freedom Act prevede garanzie specifiche per i giornalisti”.
L’Ordine Giornalisti: “Chiarire il rapporto tra Governo e Paragon”
“Intercettare tramite spyware i giornalisti non solo è inaccettabile e contrario al principio di libertà di stampa ma è anche vietato dalla legge”, fa notare il Comitato Esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. “Il Media Freedom Act, il regolamento europeo sui media, è vincolante per gli Stati membri e sancisce il divieto di intercettare, soprattutto con i software-spia, i giornalisti, salvo casi di estrema gravità”.
“Prendiamo atto delle dichiarazioni del Governo che ha escluso lo spionaggio a danno di giornalisti, ma serve chiarezza sul rapporto della società israeliana Paragon Solution con gli apparati dello Stato italiano, le sue committenze in Italia e la notizia riportata dal Guardian della rescissione del contratto per violazione dei termini di servizio”, afferma l’Ordine.