Cartoni della pizza tossici? Il test shock: livelli di bisfenolo fuori controllo (tranne in una famosa catena di pizzerie)

Cartoni della pizza, torna l’incubo sostanze tossiche: la scatola che la contiene, infatti, quella che ci portiamo a casa per l’asporto, potrebbe contenere bisfenoli. Come già aveva scoperto Il Salvagente nel 2019 in un’analisi che aveva segnalato proprio la presenza di BPA in alcuni cartoni per pizza, ora è l’ultimo test di Öko-Test a dare...

Feb 5, 2025 - 06:09
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Cartoni della pizza tossici? Il test shock: livelli di bisfenolo fuori controllo (tranne in una famosa catena di pizzerie)

Cartoni della pizza, torna l’incubo sostanze tossiche: la scatola che la contiene, infatti, quella che ci portiamo a casa per l’asporto, potrebbe contenere bisfenoli.

Come già aveva scoperto Il Salvagente nel 2019 in un’analisi che aveva segnalato proprio la presenza di BPA in alcuni cartoni per pizza, ora è l’ultimo test di Öko-Test a dare un’ulteriore conferma.

Leggi anche: Cartoni della pizza e imballaggi per alimenti contaminati da ftalati, lo studio shock dell’agenzia svedese

Gli esperti della rivista tedesca hanno portato in laboratorio 10 dei cartoni utilizzati da catene di pizza famose, da Domino’s a Pizza Hut, e da servizi di consegna pizza e grossisti online, e i risultati sono preoccupanti: solo un cartone è risultato pulito, mentre negli altri sono stati rilevati livelli elevati di bisfenolo A e bisfenolo S.

Nel peggiore dei casi, il livello di Bisfenolo A rilevato è stato del 45.000% superiore al limite considerato sicuro per l’assunzione quotidiana. E spesso, come ha dimostrato la simulazione, queste sostanze finiscono anche nella pizza.

Che tipo di bisfenoli sono stati trovati e come

In particolare, le analisi hanno scovata la presenza nella pizza del bisfenolo A, noto per i suoi effetti nocivi sulla salute umana, tra cui interferenze con il sistema endocrino, problemi riproduttivi e un aumento del rischio di cancro al seno, obesità e disturbi comportamentali nei bambini; e del bisfenolo S che, sebbene meno studiato, è anch’esso classificato come tossico per la riproduzione e rientra tra le “sostanze estremamente preoccupanti” secondo il regolamento REACH.

Per verificare se e come queste sostanze migrano dalla scatola alla pizza, il laboratorio ha simulato il contatto tra il cartone e l’alimento ed è emerso che, in quasi la metà dei cartoni contenenti BPA, la sostanza è passata alla pizza, mentre il BPS è migrato in tutti gli otto casi in cui era presente nel cartone.

Nel caso peggiore, una persona di 60 kg che consumasse un’intera pizza da una di queste scatole supererebbe la dose giornaliera considerata sicura dall’EFSA del 45mila%.

Come finisce il bisfenolo nel cartone della pizza?

Secondo gli studiosi, i bisfenoli finiscono accidentalmente nei cartoni della pizza attraverso la carta riciclata, in particolare da scontrini e biglietti stampati su carta termica che contengono bisfenoli come sviluppatori di colore.

Dal 2020, il BPA è vietato nella carta termica, ma alcuni produttori lo hanno sostituito con il BPS, ancora legale, il che spiega la sua presenza nei cartoni per pizza. Dal prossimo 20 gennaio, l’Unione Europea vieterà l’uso del bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti, inclusi imballaggi e contenitori come bottiglie di plastica riutilizzabili, lattine metalliche e utensili da cucina.

Tuttavia, la normativa non si applica alla carta, lasciando molti imballaggi alimentari esclusi dal divieto e continuando a rappresentare un rischio per la salute. Per ridurre la migrazione di bisfenoli nella pizza, i produttori possono utilizzare fibre vergini per lo strato interno della scatola o applicare un rivestimento protettivo sulla superficie interna.

L’unica catena che ha superato il test

Si tratta di Pizza Hut che, ad esempio, utilizza solo fibra vergine nei propri cartoni, eliminando la carta riciclata dagli strati interni e centrali.

Questi risultati evidenziano una lacuna nella protezione dei consumatori: a differenza dei materiali plastici, la carta riciclata destinata al contatto con gli alimenti non è soggetta a regolamentazioni altrettanto rigorose.

L’Unione Europea sta valutando una raccomandazione per monitorare l’ingresso involontario di bisfenoli negli alimenti.

Nel frattempo, si potrebbero adottare soluzioni alternative, come l’uso di scatole per pizza riutilizzabili in plastica, già utilizzate in passato da alcuni pizzaioli napoletani. fondamentale trovare metodi più sicuri per trasportare la pizza, considerando anche l’impatto ambientale delle scatole di cartone.

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