Basket, Pistoia e quei 37 minuti da dimenticare

La sconfitta casalinga contro Treviso lo scorso weekend ha riacceso feroci polemiche a Pistoia, dove la gestione del presidente Ron Rowan è sotto attacco per l’ennesima gestione di suo figlio Maverick, tenuto in campo per ben 37 minuti, anche quando la squadra stava crollando. Una scelta che il coach Gasper Okorn con poche, ma sibilline […]

Feb 4, 2025 - 13:20
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Basket, Pistoia e quei 37 minuti da dimenticare

La sconfitta casalinga contro Treviso lo scorso weekend ha riacceso feroci polemiche a Pistoia, dove la gestione del presidente Ron Rowan è sotto attacco per l’ennesima gestione di suo figlio Maverick, tenuto in campo per ben 37 minuti, anche quando la squadra stava crollando. Una scelta che il coach Gasper Okorn con poche, ma sibilline parole.

“I 37 minuti di Rowan sono stati una mia decisione, il motivo della decisione ve lo lascio immaginare. E qui mi taccio, non aggiungo altro” ha detto l’allenatore toscano. Insomma, ancora una volta a fare la formazione ufficialmente è stato l’allenatore di Pistoia, ma nei fatti appare evidente che le cose stanno diversamente. Una scena che rimanda allo scorso 13 ottobre, quando Ron Rowan si mise in panchina e decise il cambio che fece tornare in campo il figlio. E che fu la goccia che portò all’addio di coach Dante Calabria. Quella voltà andò bene, perché Pistoia vinse contro Cremona proprio con un canestro di Maverick, ma qualcosa si era rotto.

Quel giorno, infatti, Pistoia era in zona playoff con 2 vittorie e una sconfitta. Passano poche settimane e il 5 novembre arriva l’esonero di Calabria. Quel giorno Pistoia è nona, con 3 vinte e 3 perse. Da allora, però, lo score è di 1 vittoria e 11 sconfitte, con i toscani crollati all’ultimo posto in classifica, superati lo scorso weekend anche da quel Napoli che il giorno dell’addio di Calabria era fermo a 0 vittorie e 6 sconfitte. Un tracollo senza fine e uno spettro retrocessione che si fa sempre più minaccioso.

E ora l’Estra Pistoia affronterà in casa Scafati. Uno scontro diretto salvezza, una partita che i toscani non possono permettersi di perdere. Ma ci arriveranno con lo spogliatoio spaccato, con il tifo in protesta costante contro una proprietà che non si capisce di chi faccia gli interessi. Della squadra o del figlio del presidente? “No, non mi sento a mio agio, ringrazio lo staff che sta intorno a me e mi aiuta ma non mi sento a mio agio. Per il resto: no comment” ha concluso Okorn dopo Treviso.